
Khama Rhino Sanctuary: Black Rhino - Photo Credits: Romina Facchi
Il Khama Rhino Sanctuary
Il Khama Rhino Sanctuary si trova nella zona est del Botswana in prossimità delle cittadine di Serowe e Palapye e non lontano dal posto di confine con il Sudafrica di Martin’s Drift e Galtons Bridge.
Questo centro venne istituito nel 1992 dalle comunità locali, con l’obiettivo di ripristinare l’ambiente originario, che era presente in questa zona e che era stato in parte distrutto da presenza delle fattorie, e creare una zona adatta ad ospitare i rinoceronti, sia bianchi che neri.
E’ stato avviato un programma di conservazione e di ripopolamento di queste due specie di animali, che, purtroppo, sono minacciate dal rischio di estinzione.
I rinoceronti infatti sono vittime di un bracconaggio spietato per il loro corno; stupide e retrograde credenze erroneamente riconoscono, al corno di questi splendidi animali, un valore curativo e afrodisiaco, ma in realtà i loro corni sono costituiti da creatina, esattamente come le nostre unghie e i nostri capelli.
In Africa sono numerosi i centri e i santuari dove si cerca di proteggere i rinoceronti e dove sono stati avviati programmi di ripopolamento ed il Khama Rhino Sanctuary è un esempio di successo; l’area è ideale per questi animali e, dai 4 rinoceronti bianchi che vennero inseriti qui nel 1993, oggi si contano più di 30 esemplari.
Dato il successo dell’operazione con i rinoceronti bianchi, sono stati successivamente reintrodotti anche i rinoceronti neri, e anche in questo caso i risultati positivi non sono tardati ad arrivare.
Da questa riserva alcuni esemplari vengono prelevati e reintrodotti nei parchi nazionali e nelle riserve, la speranza è quella di poter contribuire attivamente per preservare questi meravigliosi animali e salvarli dall’estinzione.
Giungiamo al parco nel tardo pomeriggio, il sole sta tramontando quando arriviamo al gate; andiamo nell’ufficio dove paghiamo il fee di ingresso e ci assegnano una piazzuola nel camping.
Cogliamo l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con i ranger presenti, ci raccontano dell’importanza del loro lavoro e di come nel parco non si verifichino azioni di bracconaggio, insomma un’isola felice del conservazionismo.
Guidiamo sulle piste un po’ sabbiose della riserva e, seguendo le indicazioni che ci sono state fornite all’ingresso, giungiamo allo spazio che ci è stato assegnato.
Il camping è molto bello con spazi ben organizzati e molta privacy, i bagni e le docce in comune con altri ospiti e si trovano all’interno di una costruzione dal tetto in paglia.
Per raggiungere questa costruzione dobbiamo percorrere un breve sentiero di sabbia, che abbiamo soprannominato “il sentiero dei nidi di ragni”; il motivo è molto semplice e facilmente intuibile: nel buio, la luce della nostra torcia illuminava gli occhi di questi innocui ragni e sembrava che il sentiero fosse tempestato di pietre preziose che luccicavano colpiti dalla luce.
Siamo un po’ stanchi per il viaggio, stamattina siamo partiti da Johannesburg ed abbiamo percorso quasi 700 km, quindi, anziché cucinare, preferiamo andare al ristorante presente all’interno della riserva, e, a posteriori, possiamo affermare di aver fatto un’ottima scelta; le bistecche che servono qui sono fantastiche, buonissime e accompagnate da un trionfo di verdure.
Dopo aver trascorso la notte nel camping del parco, ci svegliamo all’alba, beviamo un caffè veloce e partiamo alla scoperta della riserva.
Il parco è molto bello dal punto di vista paesaggistico, le strade son ben mantenute e si possono osservare numerose specie animali.
Percorriamo la strada che parte dal ristorante e ci addentriamo in un tratto di savana arbustiva, dove è più difficile avvistare gli animali, ma che costituisce l’habitat preferito dai rinoceronti neri.
Dopo alcune centinaia di metri il paesaggio cambia completamente, la vegetazione si apre e lascia spazio ad una serie di pan, depressioni saline, che si trasformano in laghi durante la stagione delle piogge, per poi restare completamente asciutti durante la stagione secca.
Procediamo verso il Malema’s Pan, il lago asciutto crea un’ampia zona aperta, sulle sponde dal pan cresce l’erba di cui si cibano diversi animali e infatti avvistiamo numerosi impala, kudu, antilopi saltanti (springbok), struzzi e due curiose giraffe che stanno transitando in prossimità del pan; si fermano per osservarci, per poi proseguire lungo la loro strada, alla ricerca di cibo.
Non ci sono però rinoceronti, sia i ranger, sia un ragazzo al ristorante ieri sera, ci hanno detto che questo è uno dei luoghi dove è più facile vederli, ma con gli animali non si può mai avere la certezza di trovarli in un determinato punto; decidiamo quindi di proseguire e ci dirigiamo prima verso lo Small Pan e poi verso il Serwe Pan, percorrendo la Pan’s Edge Drive.
Sul percorso incontriamo alcune zebre e diversi gnu e una otarda di Kori, l’uccello in grado di volare più pesante del mondo; mentre i rinoceronti sembra che non vogliano farsi vedere, vediamo le loro tracce, grosse impronte impresse nella sabbia e le loro feci depositate da poco tempo, quindi sappiamo che sono nei paraggi.
Finalmente, dopo un tratto arbustivo che chiudeva la vista, giungiamo in una radura e vediamo un magnifico rinoceronte bianco che mangia tranquillo, è una creatura che esprime forza e potenza, il corpo massiccio e il suo corno esigono rispetto; lui se ne stava lì tranquillo a mangiare, senza preoccuparsi troppo della nostra presenza.
Qui fortunatamente questi animali possono vivere tranquilli, la vicina base del Botswana Defence Force garantisce un’ottima protezione dai bracconieri, così come la recinzione elettrificata, dotata di torrette di avvistamento, che corre tutt’attorno alla riserva.
La nostra ricerca continua, proviamo a cercare di vedere il rinoceronte nero; è meno mansueto del rinoceronte bianco e quindi bisogna approcciarlo con maggiore attenzione.
Ci rechiamo verso la zona del parco chiamata Camelthorn Island ma abbiamo poca fortuna, solo un orice, nascosto tra i cespugli, crea strane ombre per un secondo ci trae in inganno.
Siamo quasi rassegnati all’idea di non vederlo e decidiamo di recarci all’area pic nic per fare colazione prima di uscire dal parco.
Ma, come sempre accade quando riponi la macchina fotografica, ecco che spunta un bestione dai cespugli, un bellissimo rinoceronte nero, proprio sulla strada che avevamo percorso appena siamo partiti questa mattina; quando siamo passati di qui qualche ora prima non c’era, mentre ora sembrava aspettarci per farsi vedere e fotografare.
Soddisfatti per questo avvistamento non abbandoniamo l’idea di fare colazione, l’area pic nic è bellissima, curata e pulita, con un gigantesco baobab che svetta al centro dell’area, mentre tutto attorno si trovano tavolini e sgabelli di cemento; ovviamente non potevano mancare le postazioni per l’immancabile braai, il barbecue.
Il Khama Rhino Sanctuary ci ha regalato un ottimo safari e ci spiace non avere più tempo e non poter partecipare ad una escursione con i ranger locali, per poter avvicinare i rinoceronti con un walking safari.
Torneremo sicuramente quando ci troveremo a passare da queste parti, oltre ad essere un luogo molto bello dal punto di vista naturalistico, è anche una tappa utile per poi proseguire il proprio viaggio verso Kubu Island e il Makgadikgadi Pan, o verso il Central Kalahari Game Reserve o il Parco Nazionale di Chobe.
