Entriamo nel Parco Nazionale della Skeleton Coast attraverso lo Springbokwasser Gate, si trova diversi km nell’interno e, nonostante le ossa di balena utilizzate come arredo dell’ingresso, l’oceano non si vede, si scorge, solo in lontananza, la nebbia che incombe sulla costa.

Dopo aver pagato l’ingresso e aver chiesto qualche informazione dai ranger, siamo pronti ad esplorare il parco che, nonostante l’ambiente estremamente inospitale, offre protezione e casa a numerose specie animali, tra cui un branco di leoni che si sono adattati a vivere sulla costa desertica; già sappiamo che sarà quasi impossibile scattare la foto di una leonessa in spiaggia con l’oceano che le fa da sfondo, ma la speranza, come si sa, è l’ultima a morire. (spoiler: non li abbiamo visti)

La strada corre in direzione dell’oceano, attraversando paesaggi incredibili, antichissime montagne che si sgretolano per effetto degli agenti atmosferici e che, nel corso dei millenni, diverranno sabbia.

La meta, rappresentata dall’oceano, invoglia a correre, ma in questo modo perderemmo scorci incredibili; il limite dei 40 km/h, oltre a consentire di viaggiare in sicurezza, garantisce la possibilità di godersi il paesaggio, impossibile non fermarsi ogni tanto per immortalare questo angolo di Namibia.

Più si prosegue verso la costa e più le colline granitiche diventano sempre più soffici e sabbiose fino a diventare dune di sabbia, a volte dorate a volte bianchissime.

Il paesaggio è incredibile, il sole del primo pomeriggio è caldo e spazza via la nebbia che però aleggia sopra le acque agitate dell’oceano, aspettando il tramonto per inghiottire la costa e le dune.

La nebbia è l’artefice della vita in questo deserto costiero, l’umidità che si deposita al suolo fornisce la quantità di acqua sufficiente agli arbusti e agli animali per sopravvivere.

E poi diciamolo, la nebbia aiuta a creare l’atmosfera tetra, misteriosa, affascinante e pericolosa della Skeleton Coast, se splendesse sempre il sole, forse questo tratto costiero incuterebbe meno terrore.

Quando giungiamo in prossimità dell’Oceano Atlantico imbocchiamo la strada costiera che corre leggermente all’interno, ma regala scorci delle spiagge affascinanti; occorre prestare molta attenzione alla guida, la strada è infatti composta da sabbia e sale compattati che, con l’umidità della nebbia, diventano pericolosamente scivolosi.

Alcune lagune e pozze d’acqua regalano inaspettate macchie di verde e di vita, qui infatti si trovano uccelli acquatici  e piccole antilopi alla ricerca di acqua.

La temperatura dell’acqua della corrente del Benguela rende questo tratto di costa africana un luogo pescosissimo e, nei weekend, si possono incontrare numerosi pescatori provenienti dalla non lontana Swakopmund.

E’ facile individuare i pescatori, trasportano le loro lunghe canne da pesca su appositi sostegni montati sui paraurti, sembrano moderni cavalieri medievali con le lance pronte ad affrontare un duello.

Esplorando la costa si incontrano gli scheletri di vecchie navi naufragate, i relitti spiaggiati, e divorati dalla ruggine, ricordano come queste acque possano rivelarsi insidiose a causa delle forti correnti, dei venti impetuosi e dei banchi di sabbia, trasportata in acqua dall’interno, che si depositano al largo; questi banchi non sono individuabili facilmente e non sono nemmeno riportati da nessuna carta nautica.

Dopo essere stati a Terrace Bay, dove abbiamo trascorso la notte, il mattino seguente percorriamo la pista che porta verso Swakopmund fino all’Ugab Gate.

Una volta giunti all’uscita del parco, scendiamo dall’auto per fotografare il cancello di ingresso, realizzato con due grossi teschi, che allertano i viaggiatori, che intendono addentrarsi nella Skeleton Coast, che stanno approcciando un luogo dove prestare attenzione.

Anche qui ci sono numerose ossa di balena, sono impressionanti per la loro dimensione, scrutiamo l’oceano con il binocolo ma non avvistiamo nessuna cetaceo all’orizzonte.

Si riparte in direzione sud, qui il paesaggio è più monotono e la strada dritta non crea particolari emozioni di guida.

Lasciato il parco della Skeleton Coast si entra immediatamente nel Parco Nazionale di Dorob, famoso per l’immensa colonia di otarie che trovano rifugio a Cape Cross.

Facciamo una breve deviazione per osservare da vicino questi simpatici animali, sono tantissimi, per lo più dormono sulla spiaggia, riposandosi dalla caccia mattutina, ma sono molti quelli che si tuffano nelle fredde acque o che tornano a riva per un meritato riposo.

Sono animali chiassosi e buffi, alcuni cuccioli prendono il latte dalle loro mamme, mentre altri cercano un posto dove riposare, passando sopra ad altri esemplari che stanno dormendo, scatenando così reazioni a volte non proprio amichevoli.

Salutate le rumorose otarie proseguiamo in direzione di Swakop, c’è un relitto che vogliamo vedere, si tratta di un peschereccio angolano rimasto incagliato qualche anno fa a poche decine di metri dalla riva; oggi questa imbarcazione è diventata un’isola artificiale dove numerose aninghe africane (African darter) hanno costruito il loro nido.

Un rifugio perfetto, lontano dai predatori e dagli umani, e un luogo ottimale anche per procurarsi il cibo, un regalo inaspettato!

La giornata di oggi termina a Swakopmund, una cittadina che sembra essere stata teletrasportata qui dalla Germania, rispetto ad alcuni anni fa è decisamente migliorata e ospita numerosi bar, ristoranti e buoni hotel, oltre che a numerosi negozi di souvenir di buona qualità.

Il nostro campeggio, bello e nuovissimo, si trova poco fuori dal centro, dove faremo ritorno stasera per cenare in una birreria tipica, una serata degna dell’Oktoberfest ma a 8.000 km di distanza da Monaco di Baviera.

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Etosha National Park: Etosha Pan - Photo Credits: Romina Facchi

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Our car! - Photo Credits: Romina Facchi

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Soweto: Orlando Power Station Towers - Photo Credits: Romina Facchi

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Khama Rhino Sanctuary: Black Rhino - Photo Credits: Romina Facchi

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Kubu Island - Photo Credits: Romina Facchi

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Nxai Pan: Baines Baobab - Photo Credits: Romina Facchi

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Central Kalahari Game Reserve: Lion - Photo Credits: Romina Facchi

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Moremi Game Reserve: Leopard - Photo Credits: Romina Facchi

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San people - Photo Credits: Living Culture Foundation 

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Namibia: Mahango National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Etosha National Park: elephants - Photo Credits: Romina Facchi

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Swakopmund - Photo Credits: Romina Facchi

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Windhoek - Photo Credit: Jbdobane

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Kgalagadi: Cheetah - Photo Credits: Romina Facchi

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West Coast National Park: Mountain Cape Zebra - Photo Credits: Romina Facchi

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South Africa: Hermanus - Photo Credits: Romina Facchi

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Cape Town: Waterfront - Photo Credits: Romina Facchi

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Karoo National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Our expedition - Photo Credits: Romina Facchi