I Mursi sono un popolo seminomade che vive nella Valle dell’Omo in Etiopia; le informazioni sulla loro storia e sulle loro origini sono molto frammentate in quanto, per diverso tempo, hanno vissuto in una sorta di isolamento, dovuto al fatto di abitare in luoghi remoti; inoltre i Mursi, come altre etnie della zona, non hanno una tradizione scritta ma orale.

La tradizione orale dei Mursi è però ricca di racconti relativi agli episodi della loro storia, anche se ovviamente questi eventi sono stati romanzati e quindi non devono essere presi alla lettera; questi racconti sono comunque importanti poiché ci danno qualche evidenza del passato di questa tribù anche se vanno comunque reinterpretati.

Uno dei racconti più importanti riguarda la scoperta da parte dei Mursi del Fiume Omo e la seguente migrazione intrapresa per raggiungere le sue sponde.

In questo racconto si narra che in passato i Mursi vivevano a Dirka e portavano il bestiame ad abbeverarsi ad una sorgente nelle vicinanze; ogni giorno, mentre tutti gli altri capi di bestiame si abbeveravano, due tori sparivano e ricomparivano a fine giornata.

Il racconto si conclude con la scoperta del Fiume Omo, luogo dove si recavano tutti i giorni i due tori; i Mursi decisero quindi di migrare per stabilirsi presso questa nuova fonte di acqua, ma per arrivarci, dovettero compiere un viaggio che, si narra, non sarebbe stato possibile compiere senza l’aiuto della magia.

Questo racconto e tanti altri ci narrano l’esigenza costante dei Mursi di trovare acqua e pascoli per il loro bestiame e, in periodi di siccità, furono costretti più volte a spostarsi alla ricerca di luoghi migliori per la sopravvivenza del bestiame e della stessa tribù.

Gli stessi Mursi, quando parlano dei loro spostamenti, li definiscono in cerca di un posto fresco, espressione che è da interpretare come in cerca di un luogo con le condizioni migliori per la sopravvivenza.

I cambiamenti climatici e ambientali hanno influenzato direttamente le migrazioni dei Mursi, così come quelle delle altre tribù della Valle dell’Omo.

I Mursi decisero di stabilirsi sulla sponda orientale del Fiume Omo poiché il terreno era più adatto per il bestiame, ma quando giunsero in questi luoghi qui trovarono i Kwegu, un gruppo di cacciatori, pescatori e agricoltori che insegnarono ai Mursi come coltivare e, grazie a questo, i Mursi li lasciarono vivere tranquillamente nel loro territorio.

Nelle stesse zone si trovavano anche i Bodi che invece erano prevalentemente allevatori, a differenza dei Bodi degli altipiani che invece sono coltivatori; i Bodi e il loro bestiame vennero attaccati dai Mursi e quindi furono costretti a migrare verso nord, oltre il Fiume Mara.

Gli storici pensano che i Mursi raggiunsero la sponda orientale del Fiume Omo circa 200 anni fa, ma è difficile averne la certezza per mancanza di testimonianze affidabili; da quel momento in poi i Mursi allevarono il loro bestiame e coltivarono lungo il fiume.

Quello che è certo è che nel 1890 i Mursi si trovavano già in questo territorio, da questo momento in poi si è riusciti a ricostruire i loro spostamenti con maggiore attendibilità. 

Alla fine del XIX secolo si verificò una epidemia di peste bovina che uccise moltissimi capi di bestiame e provocò una grave carestia, nota con il nome roboga; i Mursi riuscirono a sopravvivere grazie all’agricoltura, alla caccia e alla pesca.

Nel 1896, mentre i Mursi stavano affrontando questa carestia, l’esploratore Vittorio Bottego giunse in queste terre.

Bottego notò che i Mursi avevano pochi capi di bestiame, mentre invece praticavano la pesca, l’agricoltura e la caccia e quindi li definì come cacciatori esperti di elefanti, ma in realtà la caccia all’elefante con le frecce avvelenate era una pratica dei Kwegu che erano anche soliti collezionare le code dei pachidermi come trofeo.

Quest’area dell’odierna Etiopia venne formalmente annessa all’impero di Etiopia quando le truppe di Menelik II occuparono la zona dell’Omo inferiore nel 1897.

Da questo momento in poi, grazie alla esplorazione di Bottego e all’annessione all’impero di Etiopia, si hanno maggiori informazioni in merito alla storia dei Mursi grazie alle fonti scritte, anche se poche.

Una volta superata la crisi dovuta alla peste bovina i Mursi hanno acquistato nuovi capi di bestiame scambiandoli con altri prodotti, come ad esempio l’avorio, che per loro avevano meno valore.

Nei decenni successivi i Mursi, da un lato, subirono le razzie di bestiame da parte degli Amhara, che li costrinsero a portare le mandrie sulla sponda occidentale del Fiume Omo, e, dall’altro, furono colpiti da alcune epidemie, tra cui una malattia trasmessa dalle zecche e la malattia del sonno trasmessa dalle mosche tse-tse.

In conseguenza alle razzie di bestiame, alle epidemie, alla maggiore presenza di mosche tse-tse sulle sponde del Fiume Omo e a un progressivo abbassamento del livello delle acque del Lago Turkana i Mursi hanno iniziato a spostarsi verso nord fino a giungere nella valle del Fiume Mara alla ricerca di aree migliori per il bestiame e per coltivare.

Questa migrazione comportò inevitabilmente scontri con i Bodi per la contesa di questi territori lungo il Fiume Mara.

Negli anni ‘70 i Mursi dovettero affrontare un altro periodo molto difficile: da un lato una grave siccità che provocò una carestia, dall’altro le reciproche razzie di bestiame con i Bodi, inasprite dalla siccità e dalla carestia.

I Mursi riuscirono ad ottenere il controllo sul Fiume Mara ma successivamente decisero di migrare ulteriormente nella Valle del Fiume Mago dove si trovano tutt’oggi.

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