Il Ntwetwe Pan è il gemello del Sua Pan e, insieme allo Nxai Pan, fa parte dei Makgadikgadi Pans, che coprono complessivamente una superficie 16.058 kmq; il complesso di depressioni salate più grande al mondo.

Il Ntwetwe Pan ha più o meno la stessa dimensione del Sua Pan, da cui è separato da una lunga e stretta striscia di terreno e erba, ma ha una base più allargata a sud, per stringersi man mano che ci si sposta verso nord; nella parte sud questo pan si suddivide in alcuni piccoli pan come ad esempio il Lago di Xau, vicino a Mopipi, e il Gutsha Pan.

Il Ntwetwe Pan è attraversato da una antica via commerciale che collegava Gweta a nord e Orapa a sud; luogo questo percorso si incontravano due enormi baobab che si ergevano isolati sul pan: il Baobab di Chapman e il Baobab di Green.

Per diversi secoli questi baobab, come anche i Baobab di Baines, sono stati un punto di riferimento per gli esploratori europei, per i viaggiatori e per i mercanti che viaggiavano in queste terre.

Il Baobab di Chapman veniva utilizzato anche come ufficio postale, nel senso che al suo interno venivano lasciati messaggi per coloro che sarebbero passati successivamente.

Questo baobab venne visto per la prima volta da James Chapman durante la sua spedizione insieme a Thomas Baines nel 1861; anche David Livingstone passò lungo questa pista ed incise le sue iniziali sul tronco del baobab.

Purtroppo il 7 gennaio 2016 il Baobab di Chapman è crollato dividendosi in due; il diametro del suo tronco misurava 25 metri e si stima che avesse dai 3.000 ai 5.300 anni.

Il Baobab di Green è meno famoso del Baobab di Chapman, ma, anche se non ha le sue dimensioni, è comunque maestoso; sulla sua corteccia è ancora visibile l’incisione “Green’s Expedition 1858-1859”, a testimonianza che i fratelli esploratori, Charles e Frederik Joseph Green, da cui prende il nome, passarono di qui.

Questo baobab è stato dichiarato monumento nazionale ed è stato cintato; si trova a 30 km a sud di Gweta, al confine del Parco Nazionale di Makgadikgadi.

Nel Ntwetwe Pan non ci sono gli affioramenti granitici (outcrop) come Kubu Island e Kukome Island del Sua Pan, i punti più elevati di questo pan sono costituiti da dune fossili a forma di mezza luna (barchan) che un tempo erano dune di sabbia che si muovevano, grazie al vento, nel letto asciutto del lago, mentre si sono bloccate quando il lago si riempì nuovamente di acqua.

Il profilo di queste isole di sabbia fossile mostra alcuni segni del livello dell’acqua del lago, ogni volta che questo è tornato a riempirsi, sono presenti i segni dell’erosione e punti dove è cresciuta la vegetazione.

Gasabadi Island è la più grande di queste isole, dalla sua sommità si ha una vista spettacolare sul pan, si trova in prossimità della pista che parte da Gweta e arriva a Orapa, a 48 km a sud di Gweta; la bellezza di questo luogo ha affascinato molti visitatori, tra cui il principe Carlo d’Inghilterra, che si è recato qui ben tre volte, per contemplare la solitudine e il silenzio di questo luogo.

Nei pan più piccoli, che si sono formati lungo il bordo occidentale del Ntwetwe Pan, sono stati ritrovati alcuni resti dell’Età della Pietra, a testimonianza del fatto che la zona dei Makgadikgadi Pan era abitata in più punti dalle popolazioni locali.

Presso il Gutsha Pan, che si trova vicino ai brandi baobab, si trova una sorgente d’acqua perenne, che, anche durante la stagione secca, è un punto di riferimento per gli animali che vivono il questo territorio semi-arido.

In prossimità di questa sorgente un tempo i San erano soliti scavare buche, dove posizionavano dei pali avvelenati, che fungevano da trappole per gli animali che si avvicinavano alla pozza per bere; ancora oggi sono visibili i resti di queste trappole e dei nascondigli dove si posizionavano i cacciatori.

Nella parte nord occidentale del Ntwetwe Pan si trova il Parco Nazionale di Makgadikgadi, che venne istituito nel 1992 e che copre una superficie di circa 3.900 kmq.

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Makgakigadi Pans: Sua Pan - Photo Credits: Romina Facchi

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Kubu Island - Photo Credits: Romina Facchi

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Makgakigadi National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Makgadikgadi Pans - Photo Credits: Romina Facchi

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Makgakigadi Pans - Photo Credits: Romina Facchi

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Makgakigadi Pans - Photo Credits: Romina Facchi