Stamattina ci svegliamo presto, come consueto, ci troviamo a Ndutu, nel Parco Nazionale di Serengeti in Tanzania; in questo periodo dell’anno, nei mesi da dicembre a marzo, la Grande Migrazione di gnu e zebre si trova qui.

Stanotte abbiamo sentito i leoni ruggire tutta la notte, uno era particolarmente vicino, chissà dov’era.

Dopo colazione partiamo e facciamo un ultimo safari in questa zona del parco, prima di guidare verso nord per andare a Seronera.

Appena scendiamo dalla collinetta, dove si trova il nostro campo tendato, davanti a noi vediamo mandrie di gnu a perdita d’occhio, che spettacolo!

Proseguiamo il nostro safari e andiamo sul lungo fiume, dove ieri abbiamo visto i leoni, oggi invece ci sono giraffe, alcelafi (hartebeest), zebre, impala e alcune cicogne marabù (marabou stork); dei leoni non c’è traccia, si saranno sicuramente spostati nella notte, magari erano proprio loro che sentivamo stanotte.

Proviamo a cercarli nella boscaglia ma non li troviamo, troviamo invece alcuni eland, in questo viaggio non li avevamo ancora visti, e poi altre giraffe, tra gli alberi di acacia, e ancora impala, ne vediamo anche uno diverso dagli altri: è un maschio ma non ha le corna, è davvero molto raro vederlo, probabilmente ha una mutazione genetica.

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Vediamo anche alcuni rapaci come l’astore canoro pallido (pale chanting goshawk), l’astore canoro scuro (dark chanting goshawk), l’aquila dalla lunga cresta (long crested eagle) e la poiana augurale (augur buzzard).

Verso le 10,00 è venuto il momento di lasciare Ndutu e di dirigerci verso nord per andare a Seronera; questa zona del parco ci è piaciuta molto in questa stagione e la Grande Migrazione è, come sempre, uno spettacolo.

Percorriamo la stessa strada, al confine tra la Conservation Area di Ngorongoro e il Parco Nazionale di Serengeti, che abbiamo fatto arrivando; per fortuna, un po’ di fango si è asciugato e riusciamo a procedere ad una velocità superiore.

Intorno a noi, a perdita d’occhio, ci sono gnu e zebre e qualche gazzella di Grant e di Thomson; è uno spettacolo indescrivibile ed emozionante.

Alcuni sono seduti, gli gnu ruminano e le zebre di riposano, qui non ci sono molti leoni perché è una immensa prateria e non troverebbero ripari, quindi le mandrie sono più tranquille e possono permettersi di rilassarsi; altri esemplari invece camminano verso nord in fila indiana, a volte creano colonne di 40 o 50 km e camminano uno dietro l’altro.

Le poche gazzelle di Grant e di Thomson invece o sono sedute oppure, se non stanno brucando, corrono un po’ ovunque senza meta; loro devono prestare un po’ più di attenzione perché questo è un terreno da ghepardi e le gazzelle sono le loro prede preferite.

Viaggiamo per circa 30 km contornati dalle mandrie; la strada termina sulla strada principale che a destra si addentra nella Conservation Area di Ngorongoro e che conduce al Cratere di Ngorongoro, mentre a sinistra entra nel Parco Nazionale di Serengeti; noi svoltiamo a sinistra e proseguiamo.

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In questa zona dev’essere piovuto meno, l’erba infatti qui è meno verde e ci sono meno mandrie, che solitamente si spostano in continuazione seguendo proprio le piogge, che rinverdiscono i pascoli.

Poco dopo arriviamo all’ingresso di Naabi Hill, visto che è anche ora di pranzo, parcheggiamo e ci mettiamo sui tavolini da pic-nic per pranzare; ci sono molte persone, alcuni stanno entrando come noi, altri invece stanno uscendo.

Dopo pranzo facciamo quattro passi mentre la nostra guida paga l’ingresso e poi saliamo in macchina e ripartiamo, scappa anche qualche goccia ma poi smette quasi subito di piovere, mentre dev’essere piovuto molto nelle ore passate perché la strada è una pozzanghera unica.

E’ la prima volta che veniamo in questa parte del parco in questa stagione e non vediamo l’ora di raggiungere Seronera per vedere quanto è differente rispetto alla stagione secca.