Il popolo Herero, appartenente alla famiglia linguistica Bantù, giunse in Namibia dopo una lunga migrazione iniziata nella regione dei grandi laghi.
 
Popolo di allevatori di bovini, per assicurarsi le terre di cui necessitano per il pascolo, sono entrati in conflitto con le altre popolazioni dell’altopiano centrale, in particolare con i Nama, che come loro sono un popolo di allevatori e cacciatori.
 
Nel 1884 le terre degli Herero finiscono sotto l'influenza della Germania che costituisce la colonia dell’Africa Tedesca del Sud-Ovest.
 
I primi coloni tedeschi giunsero qui nel 1892 ed inizialmente trattano con Herero e Nama per acquisire i terreni su cui edificare le proprie fattorie; quello che accadde in realtà fu che le popolazioni indigene vennero espropriate dei loro terreni dai coloni protetti dall’esercito tedesco.
 
Nel 1897 la situazione precipitò a causa di un’epidemia di peste bovina che uccise gran parte del bestiame Herero e Nama.
 
Queste popolazioni in un primo momento si indebitarono coi coloni per poter sopravvivere in una situazione così precaria, poi non essendo in grado di ripianare i debiti si videro sequestrare il bestiame che gli era rimasto.
 
L’unica alternativa che rimase agli Herero per sopravvivere fu di ribellarsi e nel 1904 iniziò una rivolta da parte di Herero e Nama contro i tedeschi, rivolta che ebbe conseguenze disastrose per questi due popoli.
 
Dopo le prime vittorie da parte degli Herero, i tedeschi si organizzarono meglio e chiesero rinforzi dalla Germania; nel periodo che va dal 1904 al 1907 giunsero 15.000 soldati tedeschi guidati dal generale Von Trotha che, per la prima volta nella storia, utilizzò le parole “vernichtungs-politik” ossia politica di annientamento.
 
In quegli anni si assistette al primo genocidio della storia, l’ordine impartito ai soldati tedeschi fu di sparare a vista contro qualunque indigeno, compresi donne e bambini.
 
L’obiettivo delle autorità tedesche non fu la semplice repressione della rivolta ma lo sterminio della nazione Herero, questo avvenne prima con alcune operazioni militari e successivamente con la deportazione e l’abbandono nel deserto; coloro che non furono uccisi o portati nel deserto vennero deportati nei campi di concentramento.
 
Le cifre del genocidio sono impressionanti, il 70% della popolazione Herero è stato cancellato in tre anni e la popolazione passò da 80.000 individui a soli 15.000; anche i Nama subirono ingenti perdite: circa il 45% della popolazione fu ucciso.
 
Il massacro terminò solo in seguito alle forti pressioni dei missionari e degli ambienti cristiani tedeschi che costrinsero il governo centrale a richiamare il generale Von Trotha e a revocare l’ordine di sterminio.
 
Le popolazioni locali vennero impiegate nei lavori forzati che ufficialmente terminarono il 1° aprile 1908, quando agli Herero e ai Nama venne revocato lo status di prigionieri di guerra, ma in realtà il loro impiego forzato nei progetti coloniali continuò anche oltre a tale data.
 
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale la colonia tedesca venne invasa dal Sudafrica, gli Herero cercarono di unirsi alle forze sudafricane ma vennero rifiutati per motivi razziali.
 
Nel 2004, in occasione del centenario della repressione, la Germania ha ammesso la propria responsabilità e la propria colpa nell’aver compiuto crimini contro l’umanità.
 
E’ stato chiesto più volte da parte delle comunità un risarcimento per le migliaia di vittime, ma a queste richieste la Germania non ha mai dato seguito.
 
Oggi gli Herero che vivono in Namibia e al sud dell’Angola sono circa 130.000 e rappresentano il 7% della popolazione della popolazione namibiana.
 
Uno studio effettuato stima che la popolazione Herero sarebbe di due milioni di individui se non fossero stati vittima del genocidio, questa stima è ovviamente una proiezione indicativa ma rende ancora più l’idea di come sono cambiate le sorti di questo popolo.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Herero

  • L'economia del popolo Herero
  • La storia del popolo Herero
  • I riti e la religione del popolo Herero
  • I villaggi Herero
  • Le piante e la medicina tradizionale degli Herero
 
Herero woman - Photo Credits: Ruro