Gli Herero, come altri numerosi gruppi etnici africani, utilizzano numerose piante per il trattamento di un ampio spettro di malattie; nei secoli infatti hanno imparato a conoscere le proprietà medicinali di erbe, piante e altri elementi.
 
Nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante e le medicine occidentali siano facilmente reperibili anche nel territorio Herero, i guaritori tradizionali, gli stregoni e gli indovini continuano ad utilizzare la medicina tradizionale e ricoprono un ruolo importante nella loro società.
 
Una delle piante utilizzate dagli Herero è l’Aloe, il cui nome scientifico è Aloe Littoralis, di questa pianta utilizzano le foglie, Omazo in lingua herero, per curare alcuni problemi tra cui l’herpes labiale, il mal di stomaco e le infezioni al tratto urinario.
 
Ci sono due modi per utilizzare le foglie: il primo prevede che le foglie vengono fatte essiccare al sole per alcuni giorni e poi ridotte in polvere, questa viene successivamente setacciata e riposta in un contenitore pronta per essere utilizzata; un modo alternativo di utilizzare l’aloe è quello di tagliare le foglie in pezzi e farle bollire fino a quando l’acqua non diventa acida, a quel punto si rimuovono le foglie e si lascia raffreddare il liquido, una volta freddo è pronto per l’utilizzo.
 
Un’altra pianta utilizzata è l’Artiglio del diavolo, o Harpagophytum procumbens, Otjihangatene in lingua Herero; di questa pianta vengono utilizzate le radici secondarie, dopo averle fatte seccare.
 
I suoi effetti benefici sono noti da secoli per il trattamento delle artriti e dei reumatismi.
 
Un ruolo di rilievo tra le piante utilizzate è rivestito dall’albero sacro Omumborombonga o Combretum Imberbe, l’albero che gli Herero credono che abbia dato vita alla loro tribù.
 
Questa pianta viene utilizzata per benedire o curare le donne in gravidanza: per poter sfruttare i suoi poteri alcune sezioni di rami e di radici, Omize in Herero, vengono bruciate e in seguito le ceneri vengono raccolte e vengono sciolte in acqua dove le donne incinte dovranno immergersi.
 
Nella medicina tradizionale Herero i guaritori utilizzano anche altre ceneri per combattere la sfortuna o vari ostacoli, sono le ceneri delle ossa dei bovini che sono stati sacrificati durante alcuni riti o che provengono dalla celebrazione di funerali o matrimoni.
 
Le ossa bovine vengono bruciate e le ceneri vengono mescolate con il sale per ottenere una sostanza da sciogliere successivamente in acqua per un bagno scaccia sventura.
 
Per combattere la sfortuna viene utilizzata anche una miscela composta da erbe e pesci dell’oceano che assume una consistenza oleosa che prende il nome di Inyamazani.
Questa sostanza viene bruciata sul carbone rilasciando un fumo profumato che viene inalato dalle persone, si crede che il fumo insegua e scacci gli spiriti maligni che causano ogni sorta di sfortuna.
 
La composizione dell’Inyamazani varia per ogni guaritore che segue le indicazioni degli antenati con cui è in contatto.
 
Un altro elemento utilizzato dai guaritori è l’uovo di struzzo: il guscio viene ridotto in polvere e mescolato con altre sostanze per curare disturbi differenti; ad esempio si mischia con polvere di pelle di kudu come rimedio contro il mal di stomaco, mentre si unisce all’aglio e alla polvere ottenuta dai reni essiccati di uno sciacallo per fermare il vomito.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Herero

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