I Masai rifiutano il progresso e vivono secondo le loro antiche usanze, vivono  ancora nei villaggi che hanno mantenuto inalterata la struttura e l’organizzazione tradizionale.
 
I villaggi hanno una struttura ben precisa: un recinto di cespugli di acacia spinosa e tronchi circonda il villaggio per proteggere i suoi abitanti dagli attacchi dei predatori.
 
Entrando nel villaggio, proprio al centro, si trova un altro recinto spinoso più piccolo; questo è il recinto dentro il quale viene condotto il bestiame per la notte, per proteggerlo da eventuali attacchi di iene e leoni che sono riusciti a superare la prima barriera del recinto esterno.
 
Solo il bestiame è protetto da una doppia barriera, da questo si capisce quanto gli animali sono importanti e preziosi per i Masai, valgono di più della loro stessa vita e sono disposti a proteggerli in ogni modo.
 
Tutto intorno al recinto centrale, posizionate in cerchio, sono disposte le capanne dei Masai; vengono edificate utilizzando paglia, fango e sterco, il tetto viene realizzato in paglia; solitamente le capanne hanno una forma circolare, tranne nella zona del Ruaha dove invece hanno una forma rettangolare.
 
Per entrare in una capanna bisogna passare attraverso una apertura bassa che conduce a un breve corridoio ricurvo come un boma che porta il visitatore all’interno della capanna vera e propria.
 
L’ambiente interno è molto buio poichè non esistono finestre, quindi quando si entra l’occhio necessita di qualche secondo per adeguarsi alla scarsità di luce.
 
La capanna è suddivisa in stanze o in zone: gli uomini dormono separate dalle donne, che a loro volta condividono il loro spazio con I bambini; al centro della capanna viene acceso il fuoco questo rende l’aria pesante per la presenza di fumo, ma il fumo è molto utile per tenere fuori dalla capanna gli insetti e I parassiti.

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La dimensione di un villaggio, e il numero di capanne presenti, varia e dipende da quante mogli il capofamiglia può permettersi di mantenere, ognuna di queste possiede infatti la sua capanna; inoltre è influenzato da quanti figli e capi di bestiame possiede.
 
Un discorso a parte merita il manyatta, il villaggio che viene costruito appositamente per i giovani guerrieri.
 
I moran si trasferiscono a vivere qui dal villaggio di famiglia subito dopo essere stati circoncisi, quindi appena hanno superato il rito di passaggio da bambini all’età adulta.
 
La struttura di questo villaggio differisce da quello della famiglia poichè non ha alcuna recinzione di protezione esterna, questo proprio per sottolineare il fatto che qui abitano dei guerrieri e quindi non necessitano di protezione.
 
Nel manyatta non c’è nemmeno il tipico recinto degli animali perché i giovani guerrieri non possiedono bestiame ma devono essere in grado di procurarsi il cibo da soli cacciando o raccogliendo quello che la natura ha da offrire loro.
 
Al centro del villaggio, al posto del recinto del bestiame, viene solitamente piantato un palo su cui viene issata una bandiera bianca e blu, è la bandiera della nazione Masai e solitamente rimane issata finché i moran sono al campo.
 
In media un moran vive in questo villaggio per circa 10 anni; durante questo periodo hanno l’occasione di fraternizzare tra loro, inoltre si eserciteranno per diventare dei veri guerrieri e svilupperanno le loro arti oratorie e studieranno per approfondire le loro conoscenze di zootecnica.
 
Successivamente i moran fanno ritorno al villaggio del padre dove vivono fino a che non prendono moglie, a quel punto creano un nuovo villaggio per le loro mogli e il loro bestiame.
 
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