I Masai sono monoteisti e credono in Enkai (o Engai), un dio quasi sempre benevolo che si manifesta sotto forma di colori differenti in base ai sentimenti che prova.
 
I colori, quindi, hanno un significanto ben preciso: il nero o il blu scuro significano che il dio è bendisposto nei confronti degli uomini; mentre il rosso significa che il dio è irritato.
 
Quindi Enkai ha due manifestazioni:
  • Enkai-Narok, il dio Nero, è buono e benvoluto ed è presente nel tuono e nella pioggia e porta erba e prosperità.
  • Enkai-Na-Nyokie, il dio Rosso, è vendicativo ed è presente nei fulmini e nella stagione secca e porta carestia e fame.
L’importanza del bestiame per i Masai è riconducibile proprio alla religione e a Enkai, anche se ci sono differenti leggende in merito alla creazione del mondo e di come Enkai donò il bestiame ai Masai.
 
Una prima leggenda narra che Enkai, dio creatore della terra, inizialmente viveva sul pianeta insieme agli esseri umani, ma ad un certo punto decise di salire in cielo portando con sé tutto il bestiame; ma questo creò un problema nel lungo periodo poichè gli animali necessitavano dell’erba dei pascoli per nutrirsi.
 
Enkai decise quindi di rimandare gli animali sulla terra e lo fece facendo scivolare i bovini e gli ovini lungo i rami di alcuni alberi fin giù sulla Terra; gli animali furono così affidati alle cure dei Masai, che da allora curano ed accudiscono il bestiame per Enkai.  
 
Gli alberi utilizzati da Enkai per far scendere gli animali sulla terra sono i Ficus Natalensis, alberi che, proprio per questo motivo, sono diventati sacri per i Masai; anche l'erba che circonda i ficus è considerata sacra: quando un Masai passa davanti a un fico è uso comune che tocchi l'erba vicino alle radici, rendendo omaggio con questo gesto a ciò che ha portato le greggi (l'albero) e a ciò che le fa vivere (l’erba).
 
Secondo un’altra leggenda Enkai, donò al padre della nazione Masai un bastone per radunare le mandrie di animali e da quel giorno i Masai ebbero il loro bestiame.

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Un’altra leggenda racconta che Enkai prese un albero e lo divise in tre parti, in questo modo creò gli esseri umani: una delle parti generò i Masai, a cui è stato dato un bastone per l'allevamento degli animali mentre le altre parti generarono i Kikuyu e i Kamba: ai Kikuyu fu affidata una zappa per l'agricoltura; mentre ai Kamba fu dato un arco e una freccia per la caccia.
 
Un’altra versione del mito della creazione racconta che Enkai una volta era un uomo e che possedeva tutto il bestiame del mondo, in quell periodo il cielo e la terra erano uniti; quando cielo e terra si spaccarono, Enkai inviò tutto il bestiame dal cielo, lungo una corda fatta di corteccia, e il popolo Masai ricevette tutto il bestiame.
 
Ma un gruppo di cacciatori, geloso per non aver ricevuto il bestiame, tagliò la corteccia e creò un divario tra il cielo e la terra, fermando così il flusso del bestiame al popolo Masai.
 
Queste leggende fanno si che i Masai credano di essere il popolo eletto e che i bovini siano un collegamento diretto tra il popolo Masai e Enkai.
 
Il bestiame ha un ruolo importante anche nelle pratiche religiose dei Masai, ad esempio le interiora degli animali vengono offerte come sacrificio a Enkai e vengono spesso nominate nei testi delle preghiere.
 
Gli animali però non sono considerati sacri, solo gli gnu vengono venerati perché contribuiscono alla rigenerazione del manto erboso e quindi alla salute dei capi di bestiame.
 
Molti riti masai subiscono l’influenza dell’importanza del bestiame: come ad esempio il rito per sconfiggere l’infertilità femminile o il rito funebre
 
Nella religione masai non c’è nessun riferimento alla vita ultraterrena, si omaggiano gli antenati ma niente di più.
 
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