Oggi abbiamo visitato la cittadina di Mto Wa Mbu, è uno dei luoghi più interessanti da visitare, se si vuole scoprire qualcosa di più in merito a come vive la popolazione della Tanzania.

La zona di Mto Wa Mbu è molto fertile, poiché qui si trova l’acqua tutto l’anno, grazie all’omonimo fiume Mto Wa Mbu; quindi in questa zona, in passato, è stata incentivata, da parte dello stato, la coltivazione dei terreni, con la conseguente migrazione di molte persone, appartenenti a differenti tribù, circa 120, che tutt’oggi convivono in questa cittadina.

Qui si trovano risaie e soprattutto piantagioni di banane; forse non tutti lo sanno, ma esistono diversi tipi di banane e qui a Mto Wa Mbu ne coltivano tipi differenti: sia le banane gialle, sia quelle verdi, sia quelle rosse.

Le banane gialle e le banane rosse sono frutti che si mangiano crudi, così come vengono raccolti maturi dalla pianta; mentre le banane verdi, o matoke, non di possono mangiare crude, ma devono essere cucinate, si possono fare alla brace, stufate, fritte sotto forma di chips e in tanti altri modi, sono molto buone e a noi piacciono molto.

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La nostra visita di Mto Wa Mbu parte proprio da una piantagione di banane, ci avventuriamo a piedi tra i banani e un ragazzo del luogo ci racconta molte cose interessanti sulla coltivazione di questi frutti; alcune piante hanno i fiori, che sono molto belli, altre invece hanno i caschi di banane a diversi livelli di sviluppo.

Un casco di banane può pesare dai 30 ai 50 kg e i raccoglitori, dopo aver tagliato il casco dalla pianta con un machete, lo portano sulle proprie spalle; non è certamente un lavoro leggero.

Non lontano dalla piantagione che abbiamo visitato c’è un laboratorio dove alcuni uomini stanno intagliando il legno; appartengono all’etnia Makonde, una popolazione, originaria del Mozambico, che tradizionalmente scolpisce statue e maschere in legno.

Li osserviamo lavorare, sono davvero molto bravi e si divertono se scattiamo loro delle fotografie; lì accanto, sotto a una tenda, sono esposti alcuni loro lavori, alcune statue sono delle vere opere d’arte.

Da lì siamo andati a vedere alcuni pittori che dipingono quadri, utilizzando la tecnica tingatinga, che è originaria della Tanzania; sono quadri caratterizzati da colori brillanti e con soggetti stilizzati molto belli, a guardarli mettono allegria.

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I ragazzi che dipingono sono orgogliosi che siamo interessati al loro lavoro e ci mostrano come realizzano le loro opere, contrariamente a quello che pensavamo, non ci fanno alcuna pressione per comprare i quadri, come purtroppo spesso succede durante visite del genere, e questo ci fa molto piacere.

A pranzo andiamo a casa di una famiglia che vive in prossimità delle piantagioni di banane, ci hanno preparato un pranzo tradizionale tanzaniano con differenti portate: ugali, stufato di matoke, sukuma wiki, pilau, stufato di manzo, makande, riso, banane alla brace e poi, non potevano mancare come frutta, le banane gialle e rosse.

E’ stato divertente pranzare da questa famiglia, c’era una voglia reciproca di chiacchierare e conoscerci; sono stati molto accoglienti e soddisfatti nel vedere che abbiamo apprezzato il loro cibo, in effetti a noi piace molto la cucina locale e, stare lì con loro, ci ha fatto molto piacere.

Dopo pranzo abbiamo salutato la famiglia e siamo andati poco lontano, dove ci hanno fatto assaggiare la birra di banana; in diverse parti dell’Africa, come in Tanzania, Kenya e Uganda, è molto diffusa.

Viene prodotta artigianalmente e il procedimento non è molto complicato: si prendono le banane, le si lascia maturare per diversi giorni, successivamente viene rimossa la buccia e la polpa viene filtrata e diluita con acqua, a questo composto viene aggiunto del lievito per aiutare la fermentazione.

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La birra alla banana non è ha il gusto di banana, ma assomiglia a una birra un po’ acidula; a me è piaciuta, forse fredda di frigorifero sarebbe stata più buona.

Da qui abbiamo attraversato la strada principale, che attraversa Mto Wa Mbu e che collega la città di Arusha alla Conservation Area di Ngorongoro, e ci siamo recati al mercato.

Adoriamo visitare i mercati in giro per il mondo perché sono un modo per scoprire come vive la popolazione locale; facciamo un giro per le bancarelle di frutta e verdura, passiamo accanto a un macellaio che ha i pezzi di carne appesi ad una specie di finestra aperta sulla strada; scattiamo qualche fotografia, cercando di non inquadrare le persone che, spesso, non gradiscono essere immortalati

Dopo la visita del mercato prendiamo un tuk-tuk per fare un giro per la città e per tornare alla nostra macchina.

Prima di risalire in macchina, ci fermiamo in un bar locale con la nostra guida, il Double M Lounge; non ci sono stranieri, tutti i clienti sono locali, alcuni bevono una birra, altri mangiano piatti locali, che vengono cucinati nella cucina che si intravede accanto al locale.

Ci piace essere qui, anche questo fa parte dello scoprire e conoscere un paese.

Facciamo ritorno al nostro campo tendato, ci rilassiamo nella nostra veranda, bevendo una Serengeti, una birra tanzaniana, stasera è la nostra ultima sera in Tanzania e, dover fare le valigie per partire, ci mette un po’ di tristezza; non abbiamo voglia di tornare alla nostra vita milanese, sentiamo che ci appartiene di più questa vita oramai.

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