Ci troviamo a Odienne in Costa d’Avorio, siamo arrivati oggi all’ora di pranzo, giusto il tempo di pranzare e riposarci un’ora in hotel e ripartiamo subito per visitare.

Oggi incontriamo i Dozo, una casta di guerrieri e cacciatori; non sono una etnia ma fanno parte dei Mande o Malinkee sono i discendenti del potente regno del Mali.

In passato erano un vero e proprio esercito e hanno preso parte attiva nella guerra civile che ha martoriato negli anni passati la Costa d’Avorio; oggi sono solamente una sorta di polizia privata che protegge i villaggi e le persone.

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Se si vuole diventare un Dozo si deve fare richiesta e un maestro insegnerà all’iniziando tutto quello che c’è da sapere; inoltre bisogna affrontare una serie di rituali che però sono segreti e quindi non possono raccontarceli, solo i Dozo ne sono a conoscenza.

I Dozo godono di grande rispetto da parte della popolazione anche perché vengono attribuiti loro poteri magici e di guaritori, questo perché conoscono molto bene le piante e i loro poteri curativi; inoltre utilizzano amuleti, che sono ritenuti in grado di proteggerli dalle armi e di acuire loro i sensi.

Siamo arrivati in un luogo dove si trovano un gruppo di Dozo, quando scendiamo dall’auto ci sono venuti incontro suonando alcuni strumenti musicali e cantando; noi li abbiamo seguiti e siamo andati con loro in un edificio senza pareti.

Prima hanno ballato e suonato per noi, poi si sono messi a nostra disposizione per raccontarci un po’ di loro e per rispondere alle nostre domande; è stato un bel momento e loro erano felici di vederci così interessati.

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Ad un certo punto il capo di questo gruppo di Dozo guarda Silvan e gli dice “vuoi entrare nel nostro gruppo?”

Chissà come gli è venuto in mente di dire una cosa del genere, ovviamente Silvan gentilmente declina l’offerta.

Quando abbiamo terminato con le domande siamo ripartiti e i Dozo sono venuti con noi portandosi anche i loro strumenti musicali; la maggior parte ci ha preceduto in moto ma alcuni sono saliti in auto con noi.

Abbiamo percorso pochi chilometri e, in prossimità di una collina, siamo scesi nuovamente.

Li abbiamo seguiti lungo un sentiero che prima costeggia alcuni alberi di anacardo e poi prosegue in direzione della collina rocciosa e di un boschetto, che si trova proprio ai suoi piedi.

Da qui si sale su una collina, alta solamente 20 metri, ma per salire il sentiero è roccioso e ci sono dei punti un po’ difficili e scivolosi; una volta in cima però si gode di una vista a 360 gradi e si può ammirare una roccia che loro considerano sacra, infatti nelle vicinanze sono presenti dei sacrifici.

Loro suonano i loro strumenti mentre noi ci guardiamo in giro e scattiamo fotografie.

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Quando torniamo giù dalla collina loro iniziano a danzare intorno al fuoco, suonando i loro strumenti musicali: una specie di chitarra con la cassa di risonanza fatta con una zucca e i flauti di legno.

Ad un certo punto hanno fatto la danza del fuoco, alcuni di loro hanno preso le braci incandescenti e le hanno messe in bocca, le hanno morsicate e leccate, un po’ come fanno anche i Kotokoli in Togo.

Anche se abbiamo già visto alcune popolazioni “mangiare il fuoco” fa sempre un certo effetto.

Terminate le danze siamo tornati alla nostra auto, li riaccompagniamo dove li abbiamo incontrati e poi proseguiamo per il nostro hotel.

Sono quasi le 18,00 e siamo un po’ stanchi, anche se siamo contenti della giornata di oggi; adesso però un po’ di relax è super meritato!

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