Stamattina ci siamo svegliati alle 6,00, fuori c’è ancora buio, ci vestiamo e facciamo colazione sul nostro tavolino, posizionato accanto alla macchina e sotto un tetto di paglia; siamo al Planet Baobab vicino a Gweta e il campeggio qui ha molti confort.

L’aria come sempre è frizzantina e bere un bel caffè bollente nelle nostre tazze di metallo è proprio quello che ci vuole per iniziare bene la giornata.

Quando partiamo il cielo inizia a diventare più chiaro e quando arriviamo sulla strada principale, la A3, alla nostra destra vediamo un’alba spettacolare dai colori aranciati, solo in Africa ci sono questi colori spettacolari, sia all’alba sia al tramonto.

Noi svoltiamo a sinistra e vediamo sorgere il sole negli specchietti retrovisori della nostra Toyota Hilux; meno male che sono enormi!

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Dopo 70 km di strada asfaltata, ma piena di buche tra cui facciamo lo slalom più volte, arriviamo alla deviazione che porta al gate per il Parco Nazionale di Nxai, svoltiamo a destra e arriviamo al gate, dove non c’è nessuno.

Proviamo a chiamare più volte “hello!” e finalmente arriva un ranger che ci fa registrare ma ci dice che ha terminato le ricevute e quindi non può farci pagare l’ingresso e ci dice “quando andate a Maun andare all’ufficio e pagatelo lì”.

Ci da un po’ di indicazioni utili sulle strade da percorrere, è vero che abbiamo la cartina e Tracks4Africa, ma è sempre meglio chiedere ai ranger che, lavorando e vivendo nel parco, sono aggiornati in merito alle condizioni delle strade.

Infatti ci suggerisce di percorrere la vecchia strada e non la nuova, in quanto quest’anno, con le abbondanti piogge che ci sono state, la strada nuova è molto più sabbiosa del solito.

La strada vecchia è comunque un po’ sabbiosa, quindi, prima di procedere, sgonfiamo un po’ le gomme, in questo modo abbiamo più aderenza e non ci insabbiamo.

Il limite di velocità dentro al parco è di 40 km/h  ma sarebbe impossibile andare più veloce sia per il fondo sabbioso sia perché ci guardiamo in giro per avvistare gli animali.

Dopo circa 25 km troviamo la deviazione per i Baobab di Baines, ma noi ci andremo nel pomeriggio perché la luce è migliore, quindi proseguiamo diritto per altri 25 km e arriviamo dove si trovano le costruzioni dove vivono i ranger del parco.

Qui si trova anche un negozietto dentro una costruzione a forma di capanna, da fuori sembra piccolino, ma dentro ha ogni tipo di merce dall’igiene personale alle bibite, agli alcolici, a vari alimenti, è davvero molto rifornito; compriamo qualcosa di fresco da bere.

Subito dopo ci addentriamo nello Nxai Pan, qui il terreno è completamente differente, la sabbia ha ceduto il posto a un terreno bianco e compatto, il bianco è dovuto al sale che si trova sul fondo del pan.

Siamo in stagione secca e non ci sono molti animali, se si viene in questo parco durante la stagione delle piogge qui è possibile avvistare decine di migliaia di zebre e gnu, oltre ad altre antilopi e predatori; mentre ora la maggior parte degli animali sono migrati nel Delta dell’Okavango e qui restano solo quelle specie che non sono dipendenti dall’acqua e che sono abituate ai territori semiaridi o aridi.

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Nel pan ci sono diverse pozze d’acqua che si formano con le piogge e poi durante la stagione secca si prosciugano, una di queste viene alimentata artificialmente per fornire un po’ d’acqua agli animali.

Ci rechiamo direttamente a questa pozza e avvistiamo un branco di centinaia di antilopi saltanti (springbok), poco più lontano c’è una piccola mandria di gnu e sul lato della pozza verso sinistra ci sono due sciacalli dalla gualdrappa (black-backed jackal); in questi casi, anziché girare per il parco alla ricerca degli animali, è meglio fermarsi alla pozza ed aspettare gli animali che, prima o poi, vengono a bere.

Infatti poco dopo arriva un branco di kudu maggiori (greater kudu), c’è un maschio che cammina fiero seguito da un gruppetto di femmine; titubanti si avvicinano all’acqua per bere, nello stesso tempo gli gnu si avvicinano ed entrano in acqua.

Mentre osserviamo questa scena, da lontano vediamo arrivare un meraviglioso maschio di elefante che, col il suo incedere maestoso, arriva alla pozza ed inizia a spruzzarsi il fango un po’ ovunque e poi entra in acqua e con la zampa muove l’acqua per bagnarsi, mentre con la proboscide si spruzza l’acqua sulla schiena.

Che spettacolo ammirarlo, lo filmiamo e lo fotografiamo; è una scena troppo bella.

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Ad un certo punto esce dalla pozza e osserviamo i suoi movimenti, è meglio capire per tempo la sua direzione e non trovarsi sul suo cammino.

Poco dopo arrivano altri 5 elefanti e la scena si ripete; che animali meravigliosi!

Vorremmo restare tutto il giorno a guardarli, ma è ora di andare, il parco chiude alle 18,30 e la strada è lunga, è molto importante calcolare i tempi di percorrenza e tenersi sempre un margine di tempo per gli imprevisti.

Scendiamo verso sud, passiamo gli edifici dei ranger e imbocchiamo la strada sabbiosa che abbiamo percorso all’andata; ed ecco l’imprevisto: un fuoristrada davanti a noi si è insabbiato e non riescono a liberarsi, noi e un sudafricano, che proveniva in senso contrario, siamo scesi ad aiutarli, quando ripartono, proseguiamo per il nostro cammino.

Prendiamo la deviazione per i Baobab di Baines, anche questa strada è sabbiosa, ma, man mano che ci avviciniamo al Kudiakam Pan, il suolo diventa sempre più compatto e bianco.

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Attraversiamo una piccola porzione di pan salato e prosciugato; la crosta essiccata al sole scricchiola sotto le nostre ruote.

In lontananza avvistiamo i maestosi baobab, si  capisce chiaramente perché erano un punto di riferimento per gli esploratori come Livingstone, Selous e Baines, che li ha dipinti nel 1862 durante una sua spedizione in queste terre.

Si stima che abbiamo 4.000 o 5.000 anni, sono giganteschi e si ergono su un’isoletta che si affaccia direttamente sul pan che ha una crosta di sale bianco candido: che posto spettacolare, racconti e fotografie non rendono la bellezza di questo luogo.

Da qui riprendiamo la strada con cui siamo arrivati e raggiungiamo la pista con cui siamo entrati nel parco; alle 18,00 usciamo dal gate, rigonfiamo i pneumatici e ripartiamo, mentre il sole sta tramontando ed infuoca il cielo con i suoi meravigliosi colori.