Il Parco Nazionale di Tarangire si trova nel nord della Tanzania, ed è un parco che spesso, e ingiustamente, viene trascurato dai viaggiatori.

E’ facilmente raggiungibile da Arusha in 2 o 3 ore e si trova in prossimità della cittadina di Mto Wa Mbu, che può costituire una buona base per visitarlo.

Il parco copre una superficie di 2.600 kmq, ma fa parte di un ecosistema molto più ampio, che comprende l’Area di Conservazione di Tarangire, il Parco Nazionale del Lago Manyara, il Lago Natron, la parte occidentale del Monte Kilimanjaro e le Steppe Masai.

Il fiume Tarangire domina il parco; questo fiume costituisce una riserva permanente di acqua per gli animali selvatici di questo ecosistema, soprattutto durante la stagione secca, nei mesi da giugno a ottobre; il Parco Nazionale di Tarangire prende il suo nome proprio da questo fiume, che lo attraversa da nord a sud.

Proprio grazie alla presenza di questa fonte permanente di acqua il parco ospita una elevata concentrazione di animali tutto l’anno, soprattutto in stagione secca quando questi migrano qui dalle zone limitrofe in cerca di acqua e cibo.

Oltre alla straordinaria presenza di animali, durante un safari nel parco si possono ammirare gli splendidi paesaggi: i boschi di acacia, la foresta che cresce lungo il fiume, la savana, le colline e gli enormi e secolari baobab.

Il Parco Nazionale di Tarangire è conosciuto anche come il “parco dei giganti” proprio grazie alla presenza dei baobab, che possono essere visti solo qui in Tanzania, e di un grande numero di elefanti, che si possono avvistare lungo il fiume e nella foresta circostante.

Noi abbiamo trascorso un’intera giornata nel parco, siamo partiti all’alba dal nostro campo tendato, subito dopo colazione, e siamo arrivati in poco tempo al gate di ingresso; lì poco lontano si trova un gigantesco baobab millenario.

Una volta entrati nel gate abbiamo preso una pista che ci conduce nella zona occidentale del parco, questa è una zona che ha un paesaggio molto bello, c’è una vallata molto scenografica e boscosa, perfetta per i leopardi.

Poco dopo il paesaggio cambia radicalmente e ci troviamo in una zona di savana aperta e, poco dopo, avvistiamo dei baobab maestosi e meravigliosi; in questa stagione i loro rami sono pieni di foglie, sembrano ancora più grandi anche se perdono un po’ di fascino rispetto alla stagione secca, quando sono spogli.

Siamo vicini al corso del fiume Tarangire che, in lingua Mbugwe, significa “il fiume dei facoceri”; probabilmente in passato, come adesso, sulle sue sponde si concentravano molti animali, tra cui i facoceri.

Ovunque nel parco avvistiamo molti elefanti, raggruppati in piccoli branchi, impegnati a mangiare oppure sulle sponde del fiume, è bello vedere che hanno tanti cuccioli, questo significa che sono in salute; questo rappresenta una speranza per questa specie, minacciata dal bracconaggio e dalla difficile convivenza con l’uomo.

Li vediamo utilizzare l’acqua un po’ fangosa del fiume per bagnarsi, mentre, per bere, scavano dei buchi nel letto del fiume in secca per trovare l’acqua pulita; sono animali troppo intelligenti e ogni volta riescono a stupirci.

Arriviamo fino alla parte più a sud del parco, dove si trova la zona paludosa conosciuta come Silale (Silale swamps); questa zona non si secca mai completamente, nemmeno durante i mesi della stagione secca, da giugno ad ottobre.

Durante il nostro safari avvistiamo anche diversi leoni, alcuni sono nella parte boscosa e uno di loro si è arrampicato su un ramo per poter avere una visuale migliore; altri invece sono appostati lungo il fiume Tarangire, probabilmente stanno aspettando l’occasione di cacciare, magari con l’aiuto dell’oscurità.

Lungo il fiume, oltre ai branchi di elefanti, avvistiamo anche diversi bufali, molte zebre e qualche antilope d’acqua; tutti quanti sembrano non curarsi molto dei leoni, chissà se li hanno visti.

Noi ammiriamo la scena prima dall’alto, dalla terrazza della pic nic area di Matete, poi scendiamo sul lungo fiume per cambiare prospettiva e per vedere i leoni più da vicino.

Nel bosco di acacie invece vediamo tante giraffe, è impressionante come, nonostante la loro altezza, riescano a nascondersi tra le piante; su un termitaio abbandonato invece riusciamo a vedere una colonia di manguste.

Nel parco abbiamo avvistato anche molti uccelli come gli storni (starling), i francolini (francolin), gli inseparabili (love bird), le cicogne (stork), i cuculi fagiani (coucal), gli astori canori (chanting goshawk), i falchi giocolieri (bateleur), i corridori (courser), le otarde (bustard), i tessitori del bufalo (buffalo weaver), i turachi (go-away bird) solo per citarne alcuni.

Abbiamo trascorso una piacevole giornata di safari nel Parco Nazionale di Tarangire che, ancora una volta si rivela essere uno dei nostri preferiti, sia in stagione secca sia in stagione verde. 

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On the road - Photo Credits: Silvano Greco

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Serengeti National Park: Hyena - Photo Credits: Romina Facchi

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Arusha National Park: Flamingos - Photo Credits: Romina Facchi

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Tanzania on the road - Photo Credits: Romina Facchi

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Datoga People - Photo Credits: Romina Facchi

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Hadzabe people - Photo Credits: Romina Facchi

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Ngorongoro Crater: Rhino and calf - Photo Credits: Romina Facchi

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Serengeti National Park: Lions at Ndutu area - Photo Credits: Romina Facchi

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Lake Manyara National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Maasai people - Photo Credits: Stefania Maggioni