Korhogo è una città che si trova nel nord della Costa d’Avorio, abbiamo voluto visitare questo angolo del paese immerso nella savana perché è ricco di tradizioni e rituali, questo infatti è il territorio del popolo Senufo; qui, durante la guerra civile, terminata nel 2011, si trovava il quartier generale dei ribelli, ma oggi è tornato ad essere un luogo tranquillo dove la gente sorride e vive in pace.

La cultura ancestrale dei Senufo continua ad essere una presenza costante nella vita delle persone, e le danze tradizionali ne sono la rappresentazione più incredibile.

Le danze tradizionali, eseguite durante ogni cerimonia e in tutta la regione, sono essenzialmente due: il N'Goron, la danza sacra o la Danza delle Vergini, e il Boloye, chiamata anche Danza della Pantera perché l'abito del danzatore imita la pelliccia del leopardo, e, solitamente, chiude i riti iniziatici Poro.

La città nacque a seguito della migrazione in questa zona, avvenuta nell’undicesimo secolo, delle genti Senufo che lasciavano Kong, per non doversi convertire all’islamismo imposto dall’impero del Mali, e di altri Senufo che, dal Mali, si sono spostati qui in cerca di campi più fertili.

La fondazione avvenne grazie a Nangui, un patriarca Senufo del XIV secolo, Korhogo, ancora oggi, è la capitale del popolo Senufo.

Subito dopo la sua nascita, Korhogo divenne un importante mercato dove i contadini della regione si trovavano per vendere i loro prodotti agricoli, a questi si aggiunsero in seguito i mercanti nomadi Fulani, che giungevano qui per vendere il loro bestiame.

Il florido mercato e le relative attività commerciali diedero l’impulso ad un rapido sviluppo dell’arte e del design e Korhogo divenne presto famosa per i suoi fabbri, i suoi tessitori e i suoi pittori, fama che mantiene ancora oggi.

A fine ‘800 la città passò sotto il dominio di Samory Touré e nel 1898 sotto il controllo della Francia.

La città continuò il suo sviluppo grazie a numerose piantagioni di cotone e prosperò anche grazie allo sfruttamento delle miniere.

Il declino della città iniziò a seguito della siccità che colpì la regione nel 1983 e che ridusse le riserve d’acqua del 70%; da allora questo è un problema costante.

La guerra civile, che colpì il paese, fu la parentesi più nera nella storia della città, fortunatamente dal 2011 Korhogo si sta risollevando e lentamente sta tornando ad essere il fulcro del commercio e dell’artigianato che era un tempo.

In città si trovano tre luoghi imperdibili, il mercato, o Grand Marché, che occupa una gran parte dei terreni che si trovano a nord della Piazza dell’Indipendenza, il quartiere degli antiquari e il quartiere degli artigiani intagliatori del legno.

Il Grand Marché è un vasto mercato dove si trova praticamente di tutto, in parte coperto e in parte disposto lungo le vie limitrofe; è suddiviso in zone specializzate nella vendita di prodotti diversi.

La zona dedicata alla frutta e alla verdura è indubbiamente la più colorata e profumata, ma quella che ci ha affascinato di più è la zona dei feticci, qui i feticheur comprano e vendono merci esoteriche che vanno dalle corna e pelli di animali ai serpenti essiccati e alle conchiglie.

Il quartiere degli scultori del legno si trova non molto distante dal mercato, qui si trovano decine di laboratori dove è possibile ammirare gli artigiani al lavoro mentre incidono e tagliano i tronchi trasformandoli in piccole opere d’arte.

Si possono comprare sculture e maschere di ogni dimensione, sono tutte molto belle e gli artigiani sono generosi nello spiegare i simbolismi e i significati delle loro opere.

Il quartiere degli antiquari è composto da poche vie sterrate di terra rossa che nascondono segrete e nascoste botteghe che, una volta scovate, regalano una incredibile scelta di oggetti da collezione.

Spesso questi antiquari stivano una quantità sproporzionata di merci in minuscole stanze, spesso diventa difficile muoversi senza urtare qualche oggetto.

Gli oggetti in vendita provengono dai villaggi della regione, si trovano statue e maschere di legno, piccole sculture in legno, in ferro e in bronzo, raffigurazioni degli antenati in metallo oltre ad altri oggetti che vengono utilizzati nelle cerimonie tradizionali.

Abbiamo voluto visitare anche i villaggi che si trovano fuori dalla città, in particolare quello dei pittori e quello dei fabbri.

Il villaggio di Koni è il villaggio dei fabbri, un luogo che riporta il visitatore all’età del ferro, dove gli artigiani non adottano le moderne tecnologie ma seguono ancora i metodi antichi di estrazione del ferro.

Qui le fornaci fumano e in questi forni, realizzati con mattoni di fango, i fabbri compiono la loro magia: estraggono il ferro dalla terra che proviene delle vicine montagne.

Il procedimento di estrazione dura 24 ore, nella fornace si alternano strati di carbone e pallette di terra compattata;  queste, sottoposte all’enorme calore, rilasciano il ferro che contengono che si scioglie e cola sul fondo del forno.

Dopo diverse ore il risultato della fusione viene estratto sotto forma di un blocco di ferro dalla forma bizzarra, si tratta di una massa di ferro impuro che va ulteriormente lavorato per poter estrarre il ferro puro che in seguito viene lavorato per ottenere i prodotti finiti.

Proprio per questa “magia” che i fabbri compiono, le popolazioni li ritengono delle figure che possiedono oscuri poteri magici e che sono in contatto con gli spiriti maligni, capaci di trasformare le pietre in ferro, di renderlo liquido e nuovamente solido in una forma diversa. 

Il villaggio di Fakaha è un villaggio famoso per i suoi pittori e le loro tele dipinte su un tessuto di cotone grezzo.

I disegni di questi artisti sono stati di ispirazione a Pablo Picasso che, negli anni '30, durante i suoi viaggi in questa terra, si recò in questo villaggio per ben tre volte; ancora oggi qui al villaggio è conservata una sua opera.

Nei pressi di Korhogo sorgono anche altri villaggi, come ad esempio i villaggi dei tessitori di Katia e Waraniéné ed il villaggio di Natio incentrato sulla produzione del burro di karitè.

Sempre fuori città, a soli 5 chilometri dal mercato, si trova un sito sacro dove i feticheur compiono i sacrifici rituali; la popolazione si reca qui per chiedere l’intervento e l’aiuto degli spiriti che abitano sulla montagna.

I feticheur solitamente sgozzano un pollo come sacrificio agli spiriti; un grande masso è il luogo dove avviene il contatto con le entità soprannaturali, qui si trovano tracce di sangue e ossa e teschi dei precedenti sacrifici.

Si può assistere alla cerimonia ma non si possono scattare fotografie.

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Ivory Coast: Senufo Village - Photo Credits: Romina Facchi

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Ivory Coast: Dan Mask - Photo Credits: Romina Facchi

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Baulè People: Goly Dance - Photo Credits: Romina Facchi

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Grand Mosque of Kong - Photo Credits: Romina Facchi

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Ferkè Market - Photo Credits: Romina Facchi

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Senufo people - Photo Credits: Romina Facchi

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Fulani people - Photo Credits: Romina Facchi

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Dozo warrior - Photo Credits: Romina Facchi

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Yacuba Mask - Photo Credits: Romina Facchi

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Guerè Mask - Photo Credits: Romina Facchi

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Cocoa fruit - Photo Credits: Romina Facchi

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Yamousoukro - Photo Credits: Romina Facchi