Sugli altopiani che dominano il lago Abaya, in Etiopia, si trova il territorio dei Dorze, un popolo di agricoltori e tessitori molto abili e famosi per le loro capanne dall’aspetto inconsueto.

Il territorio Dorze si trova ad oltre 2.000 metri sul livello del mare ed è caratterizzato da un clima fresco, con notti anche molto fredde; spesso il loro territorio si trova avvolto dalle nuvole che si formano a questa altitudine.

La caratteristica principale dei Dorze è la loro abilità nel costruire enormi capanne che ricordano un alveare, mentre la loro forma ad alcuni ricorda la forma della testa di un elefante.

Le capanne del popolo Dorze arrivano a misurare ben 12 metri di altezza, sono realizzate con una struttura in bambù molto resistente e ricoperte con erba e foglie di enset, o falsa banana, intrecciate finemente tra loro.

Queste enormi capanne hanno una struttura centrale che ha la forma di una grande cupola, che al suo interno non ha pali di sostegno ed è suddivisa in diversi ambienti, ognuno dei quali ha una specifica funzione d’uso; l’ingresso alla capanna, una sorta di anticamera, sembra un grosso naso, al di sopra del quale si trovano due piccole finestre per l’areazione che ricordano due occhi.

Le capanne dei Dorze, oltre ad essere di grandi dimensioni e edificate con maestria, presentano anche alcuni aspetti interessanti e curiosi ai nostri occhi.

I Dorze ci raccontano infatti che la base delle loro capanne viene solitamente attaccata dalle termiti che si cibano delle foglie di enset intrecciate, quando questo evento si verifica le case possono essere sollevate dal terreno in cui si trovano per essere trasportate altrove nella speranza di salvarle dalle termiti.

Inevitabilmente l’opera delle termiti comunque riesce, nel corso degli anni, a erodere la base della capanna che si abbassa progressivamente e questo rende necessario rialzare la porta d’ingresso per consentire di accedere alla capanna stessa; la capanna viene utilizzata finché non diventa troppo bassa e stretta per poter essere abitata, a quel punto viene abbandonata e sostituita con una capanna nuova.

Una capanna dei Dorze può essere utilizzata come abitazione per un lungo periodo, solitamente per circa 80 anni se viene effettuata una adeguata manutenzione.

Le capanne Dorze sono molto ampie e ospitano l’intera famiglia, hanno una zona notte, una zona dove accendere il fuoco, hanno un luogo dove custodire le riserve di cibo e una piccola stalla per gli animali che vengono utilizzati per scaldare l’aria all’interno della capanna, un po’ come in un presepe vivente.

Il compound di una famiglia è composto generalmente da un cortile dove si trova una grande capanna affiancata da altre due capanne più piccole e un grande giardino all’interno del quale crescono le piante di falsa banana, caffè e cotone, il tutto è circondato da un recinto realizzato intrecciando le foglie di enset.

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Le due capanne laterali sono realizzate per ospitare la cucina e la suite della luna di miele, in realtà più che per festeggiare la luna di miele la coppia sposata vive in questa piccola capanna per tre mesi, ossia il periodo necessario per costruire la capanna principale.

Il giardino coltivato è anche il luogo dove si svolgono le principali attività della famiglia, le donne lavorano le foglie dell’enset per ricavarne un succo prezioso, raccolgono e filano il cotone mentre gli uomini intrecciano le foglie di banana e tessono realizzando tessuti molto belli e colorati.

Quasi tutti i Dorze sono cristiani copti, mentre le loro antiche credenze e tradizioni sono quasi del tutto scomparse; i Dorze celebrano le festività cristiane copte che ormai sono parte integrante della loro tradizione.

Tra le festività religiose il Meskal è tra le più sentite, la parola meskal in realtà significa croce e la festa commemora il ritrovamento della croce su cui venne crocifisso Gesù.

Le date del nostro viaggio in Etiopia coincidevano proprio con la celebrazione del Meskal, o Meskel, e abbiamo scelto di partecipare alle celebrazioni di questo appuntamento importante nella vita religiosa del popolo etiope proprio in un villaggio Dorze ed è stata un’esperienza unica e difficile da descrivere.

La festa ha coinvolto l’intero villaggio ed è durata un giorno intero; si tengono celebrazioni, messe, benedizioni, danze, banchetti e un grande falò al tramonto, che costituisce il culmine delle celebrazioni.

Per l’occasione fanno ritorno al villaggio di origine anche coloro che si sono trasferiti ad Addis Abeba o in altre città etiopi; celebrare questa festività con la propria famiglia è molto importante anche se per farlo è necessario affrontare diverse ore e chilometri di viaggio.

Durante la celebrazione di questa festività, ma anche nel resto dell’anno, i visitatori sono i benvenuti.

I Dorze sono un popolo molto ospitale: quando ricevono ospiti condividono amichevolmente il forte caffè etiope, che viene preparato seguendo la tradizionale cerimonia del caffè a cui è molto interessante partecipare, offrono spesso una grappa, decisamente molto forte, che distillata dall’enset a cui vengono aggiunti il miele e l’aglio, infine una specie di piadine, che vengono preparate con una farina ricavata anch’essa dall’enset, accompagnate dal miele grezzo.

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Ethiopia: Omo valley - Photo Credits: Romina Facchi

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Mursi people - Photo Credits: Romina Facchi

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Lalibela: Bet Gyorgis - Photo Credits: Romina Facchi

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Ethiopia: Tiya Stems - Photo Credits: Romina Facchi

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Tiya Stems - Photo Credits: Romina Facchi

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Dassanech people - Photo Credits: Romina Facchi

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Abijatta-Shalla National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Meskel - Photo Credits: Romina Facchi

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Konso people - Photo Credits: Romina Facchi