La vita nel parco ruota attorno al fiume Tarangire che lo attraversa da sud a nord per tutta la sua lunghezza e che garantisce una fonte di acqua permanente anche durante la stagione secca.
 
Il nome del fiume deriva dall’unione di due parole: Tara e Ngire: “Tara” nella lingua degli Mbugwe significa proprio “fiume” ma anche “serpeggiare”; mentre la parola “Ngire” nella lingua degli Hadzabe significa “facocero”, in questo luogo infatti sono presenti molti facoceri.
 
Ci sono differenti piste all’interno del parco che si possono percorrere per scoprire questo gioiello della natura.
 
La zona Nord del parco, dove c’è l’ingresso principale, si sviluppa attorno ad un’enorme ansa del fiume Tarangire, qui il paesaggio è pianeggiante, ma poco dopo inizia ad essere ondulato ed iniziano una serie di dolci colline che, durante la stagione verde, si ricoprono di fitta vegetazione lussureggiante.
 
Entrando dall’ingresso nord si incontra la Lemiyon Route che percorre buona parte della porzione nord del parco; lungo questa strada si incontrano il quartier generale dei ranger della Tanapa, l’airstrip e le aree dedicate ai campeggi.
 
In questa zona si trovano anche enormi e secolari baobab, alcuni si dice che abbiamo più di mille anni; con la loro inconfondibile silhouette questi meravigliosi alberi caratterizzano il Parco Nazionale del Tarangire, infatti questo è l’unico parco del nord della Tanzania che ospita questi giganti.
 
Il più famoso baobab del Parco Nazionale di Tarangire è conosciuto come “l’Albero di Osservazione dei Bracconieri” poiché in passato veniva utilizzato proprio dai bracconieri come nascondiglio e come punto di osservazione; è così grande che al suo interno si possono sdraiare 6 uomini.
 
Il baobab è un albero molto importante nell’ecosistema del parco, innanzitutto gli elefanti li utilizzano come una riserva di acqua nei periodi di siccità, infatti nel tronco cavo di un baobab possono essere contenuti molti litri di acqua; inoltre non è raro vederli mentre strappano la corteccia di questi enormi alberi per nutrirsene.
 
Questi meravigliosi alberi vengono sfruttati anche dagli uomini per molteplici utilizzi: i gusci dei semi possono diventare dei contenitori per l’acqua mentre dalle foglie e dai frutti possono essere ricavate alcune medicine tradizionali, infine con la corteccia si possono costruire delle funi, della carta o della stoffa.
 
Proseguendo verso sud Lemiyon Route di divide in 2 percorsi: Lake Burungi Route verso ovest e Matete Route verso Est
 
La Lake Burungi Route è un piacevole percorso di 80 km che serpeggia nelle foreste di combretum e di acacie; con un po’ di fortuna qui è possibile avvistare il leopardo; lungo il percorso ci sono delle viste bellissime del Lago Burungi e del Lago Manyara e anche dei picchi di Milima Mitatu, conosciute anche come “le tre colline”.
 
E’ interessante fare una deviazione per raggiungere il Lago Burungi al confine occidentale del parco; durante la stagione secca questo specchio d’acqua si prosciuga completamente lasciando sul fondale secco una distesa di cristalli di sale che brillano al sole.
 
La Matete Route prende il nome dai canneti e dall’altissima erba degli elefanti che cresce lungo le sponde del fiume Tarangire; questo percorso è uno dei migliori del parco per avvistare gli animali, non solo erbivori e carnivori, ma anche molte specie di uccelli possono essere facilmente avvistati in questa zona.
 
Nella zona centrale del parco, oltre al fiume Tarangire, si trovano anche le Paludi di Silabe, questa è una zona molto panoramica dove è possibile fare molti avvistamenti.
 
Durante la stagione secca le paludi si prosciugano in parte e rimangono solo alcune piccole pozze dove si radunano gli animali alla ricerca di acqua; qui si avvistano anche molte specie di uccelli.
 
In stagione verde, a causa del terreno paludoso, alcune piste potrebbero non essere percorribili.
 
Nella parte occidentale del parco è possibile percorrere la Kitibong Hill Route che, come si evince dal nome, compie un percorso intorno alle Colline di Kitibong.
 
La strada attraversa boschi di combretum e di acacia e, percorrendola verso sud, si giunge alla piana alluvionale di Gursi dove si trova una elevata varietà di animali e spesso si avvistano bufali ed elefanti.
 
La parte sud del parco è quella più selvaggia e incontaminata, è difficile da raggiungere e, anche per questo fatto, è poco frequentata; qui il paesaggio è prevalentemente pianeggiante con praterie e paludi.
 
Nella zona meridionale del parco si trovano due percorsi: Gursi Route e Lamarkau Route che attraversano le praterie che ospitano molte specie di pianura, come ad esempio gli struzzi.
 
Durante la stagione verde buona parte di queste terre si trasformano in zone paludose ed è possibile avvistare gli ippopotami.
 
La parte ancora più a sud del Parco Nazionale del Tarangire è suddivisa in due aree: Mkungunero a sud-ovest e Nguselororobi a est; qui si trovano diverse fonti di acqua fresca che attirano molte specie di animali e qui è possibile, con un po’ di fortuna, avvistare i ghepardi.
 
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