Gli Hadzabe sono una tribù di cacciatori-raccoglitori che vive lungo le rive del lago Eyasi nel nord della Tanzania, il loro stile di vita e le loro abitudini sono cambiate poco o nulla negli ultimi 10.000 anni.
 
Vivono in piccoli gruppi composti da 20 a 30 persone, non sono stanziali ma si spostano continuamente alla ricerca delle risorse di cui si nutrono.
 
La società non prevede un’organizzazione complessa, anzi, non riconoscono alcun leader, nessun membro della comunità può vantare un potere particolare inoltre non sono previsti obblighi sociali e non si celebrano riti, ad esempio non esistono feste religiose, non si festeggiano compleanni o anniversari, così come non si celebrano funeral o matrimoni.
 
Gli Hadzabe sono la più antica e primitiva comunità della Tanzania e il loro stile di vita è identico a quello degli uomini primitivi, prima che iniziassero a praticare l’agricoltura.
 
Nella società degli Hadzabe non esiste neppure il concetto di ricchezza, i loro beni sono limitati a pochi oggetti e utensili: una pentola, una coperta, un contenitore per l’acqua e per il miele e le armi per la caccia.
 
Le prede cacciate, e le risorse alimentari in genere, vengono condivise dall’intero gruppo ed è questo il principale motivo per cui la dimensione del gruppo è limitata ad un massimo di 20/30 persone: un gruppo più numeroso non riuscirebbe ad avere sufficiente cibo dalle prede cacciate che solitamente sono piccole gazzelle o babbuini.
 
I rituali religiosi sono praticamente inesistenti, non hanno una convinzione sulla vita ultraterrena e non esistono, di conseguenza, sciamani o stregoni.
Non esistono nemmeno particolari riti funerari, ma si limitano a scavare un buco nel terreno per depositare la salma; a volte invece abbandonano il corpo a terra per farlo divorare dalle iene e, successivamente, spostano il campo altrove.
 
Non credono in una divinità ben definita ma credono in una presenza che si manifesta nel sole, praticano il culto degli antenati e credono nella loro presenza in forma di spiriti.
 
Anche per quanto riguarda il matrimonio hanno un approccio molto primitivo: non esistono particolari cerimonie di nozze, ma due individui si ritengono “sposati” dopo aver trascorso alcune notti dormendo vicini accanto allo stesso fuoco.
 
Anche per quanto riguarda il villaggio hanno un approccio molto basico e primitivo e non organizzato.
 
Gli Hadzabe durante la stagione secca, non costruiscono un villaggio, ma semplicemente dormono a terra su una stuola di pelli di animali circondando la zona con dei falò per tenere lontani gli animali.
 
Questo gli permette di spostarsi facilmente alla ricerca di nuovi terreni di caccia o di raccolta, il “campo” viene spostato anche quando una preda è troppo grande per essere trasportata nel luogo in cui il gruppo è accampato, questo succede ad esempio quando cacciano un buffalo o quando trovano carcasse di grandi animali come ad esempio un’elefante o una giraffe.
 
Solo durante la stagione delle piogge gli Hadzabe costruiscono delle semplici capanne o trovano rifugio all’interno di grotte o anfratti.
 
L’unico vero rito che praticano è legato alla danza epeme che si svolge durante le notti buie senza luna, le donne cantano mentre gli uomini danzano indossando copricapi di piume e cavigliere con campanelli; gli Hadzabe pensano che con questo rito durante il novilunio gli antenati emergano dai cespugli e si uniscano alla danza.
 
La vita di questa popolazione è molto dura sotto diversi aspetti, la scolarizzazione è inesistente, così come le cure mediche mentre le donne partoriscono nel bush semplicemente accovacciandosi tra i cespugli.
 
Gli Hadzabe hanno un’aspettativa di vita media è molto bassa, un quinto dei bambini non supera il primo anno di vita e solo la metà supera i 15 anni.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Hadzabe

  • Le abitudini alimentari degli Hadzabe
  • L’organizzazione sociale e i villaggi degli Hadzabe 

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