L’organizzazione sociale dei Datoga è piuttosto semplice e ruota attorno alla figura del capofamiglia e alla sua fattoria.
 
Il capofamiglia è solitamente un uomo sposato, la famiglia è composta dalle mogli, i Datoga sono poligami, e dai relative figli avuti con loro.
 
La famiglia vive in una fattoria che in lingua datoga si chiama “Gheda”, mentre in kiswahili si chiama “Boma”.
 
La fattoria costituisce di fatto un villaggio abitato da una unità famigliare indipendente e costituisce l’unità sociale ed economica principale.
 
Spesso però all’interno della fattoria vivono anche individui imparentati con le mogli del capofamiglia, in alcuni casi si trovano vere e proprie famiglie “satellite”.
 
Queste famiglie satellite solitamente sono famiglie povere che vengono ospitate ed in cambio forniscono manodopera.
 
Il capofamiglia è colui che ha il comando all’interno del villaggio, si occupa di decidere come gestire il bestiame e come spostarlo alla ricerca dei pascoli migliori; non prende queste decisioni da solo, solitamente si consulta con gli anziani.
 
In origine i Datoga erano solo pastori nomadi, ma ad un certo punto della loro storia hanno iniziato anche a coltivare e questo ha cambiato radicalmente le loro abitudini di vita, adesso infatti le fattorie vengono abitate per diversi anni dalle famiglie che si spostano con meno frequenza.
 
Le fattorie sono costituite da più capanne che vengono costruite prima intrecciando diversi rami e poi vengono ricoperte con fango, paglia e sterco; diversamente dalle capanne di altre popolazioni confinanti, che costruiscono capanne circolari e con il tetto in paglia, come ad esempio i Masai, le case dei Datoga hanno una forma rettangolare, con il tetto piatto realizzato in fango come i muri perimetrali.
 
Tutti gli insediamenti sono circondati da una recinzione realizzata con rami di acacia spinosa per proteggere sia gli uomini sia il bestiame; in prossimità delle case si trovano i campi coltivati di mais e di arachidi.
 
Il mais in particolar modo è fondamentale nella dieta dai Datoga, i chicchi di mais bianco, infatti, vengono tritati e ridotti in polvere grazie all’utilizzo di una pesante pietra, la farina ottenuta è l’ingrediente principale dell’Ugali, una polenta bianca che accompagna ogni pranzo di molti popoli in Tanzania e Kenya.
 
Oltre alla pastorizia e  all’agricoltura, i Datoga si dedicano ad un’altra attività, sono degli abili fabbri.
 
Dietro alle loro case hanno uno spazio dedicato dove arde un fuoco che utilizzano per forgiare vari oggetti come lame di coltello, punte di frecce e vari ornamenti.
 
I Datoga raccolgono rottami di ferro che fondono per ottenere dei piccoli lingotti, questi vengono successivamente battuti per ottenere oggetti taglienti, punte di lance oppure vengono assottigliati e poi lavorati ulteriormente per ricavarne dei monili.
 
Questi oggetti non vengono realizzati solo per rispondere al fabbisogno della fattoria, ma spesso vengono venduti o scambiati con altri oggetti con le popolazioni vicine.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Datoga

  • L'abbigliamento e le pratiche del body modification dei Datoga
  • La storia del popolo Datoga
  • L’organizzazione sociale e i villaggi dei Datoga
  • I riti e le cerimonie dei Datoga
  • L'allevamento e il bestiame nella tradizione dei Datoga

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