Alla fine del XIX secolo la costa della Namibia era separata dal resto del paese dal Deserto del Namib; questo costituiva un problema per l’approvvigionamento delle merci alla città di Windhoek; le merci infatti provenivano dal Sudafrica via terra oppure dalla costa, in particolar modo da Swakopmund o da Walvis Bay; in questo caso a quel tempo la via più breve era la Bay Road o Baaiweg.

L’antico tracciato della Baaiweg è ancora parzialmente visibile, come ad esempio lungo la Welwitschia Plains Drive nel Parco Nazionale di Namib-Nauflukt, dove si trovano anche alcuni resti di quel periodo e della Prima Guerra Mondiale.

Le merci venivano trasportate dalla costa verso l’interno utilizzando carri trainati dai buoi, ma questo significava che per i 100 km di strada attraverso il Namib Desert questi animali non potevano nutrirsi e abbeverarsi, per mancanza di cibo e acqua; il tempo necessario per compiere questa distanza era di 7 o 8 giorni.

Una volta giunti a destinazione i buoi impiegavano mesi per recuperare il peso perso durante il viaggio, mesi nei quali non potevano essere utilizzati per altri viaggi; questo causava notevoli ritardi nei trasporti.

Si iniziò a pensare alla realizzazione di una ferrovia e il tenente  tedesco Edmund Troost, nel 1896, decide di importare dalla Germania una locomotiva a vapore.

Il suo progetto prevedeva di trasportare le merci da Swakopmund a Heigamkab, dove il fiume Swakop si congiunge con il fiume Khan; questo avrebbe potuto risolvere il problema dei buoi e velocizzare i trasporti.

Ma le cose non andarono secondo i piani, il primo problema si verificò quando cercarono di portare la locomotiva a Swakopmund, quindi decisero di farla arrivare a Walvis Bay; in quello stesso periodo scoppiarono le ostilità tra il governo coloniale tedesco e i Khaua Namae questo fece ritardare il trasferimento della locomotiva da Walvis Bay a Swakopmund.

L’operazione di spostamento della locomotiva a Swakopmund non fu semplice poiché il suo peso la faceva sprofondare continuamente nella sabbia; ci vollero tre mesi per compiere 30 km di tragitto.

Edmund Troot era convinto del fatto che, una volta che la locomotiva fosse arrivata a Swakopmund, sarebbe stato più semplice utilizzarla, grazie al terreno roccioso che si trova nei dintorni.

In effetti da Swakopmund la locomotiva compì diversi viaggi, trasportando le merci, a Heigamkab, che distava 40 km, e a Nonidas, a 12 km; la teoria di Edmund Troot, in merito al terreno, si rivelò corretta.

Ma i problemi non erano ancora finiti: quando il fiume Swakop esondò, in seguito alle piogge abbondanti, i viaggi della locomotiva si fermarono e, da quel momento in poi, non vennero più intrapresi.

In un secondo momento si pensò di utilizzare la locomotiva per trasportare i materiali necessari per costruire il pontile di Swakopmund, ma, ben presto, l’idea venne accantonata e la locomotiva venne abbandonata nello stesso luogo dove si trovava al termine del suo ultimo viaggio.

Poco anni dopo iniziarono i lavori per la costruzione di una ferrovia, mentre venne eretta una targa commemorativa per celebrare il servizio svolto dalla locomotiva a vapore ormai in disuso.

Le parole impresse sulla targa sono attribuite Martin Lutero, il religioso riformista che fondò la chiesa luterana nel 1521; sembra infatti che, prima di recarsi al Concilio di Worms (Diet of Worms) del 1521, quando venne accusato di eresia e gli venne chiesto di abbandonare il suo credo, abbia detto “Io qui sto in piedi, non potrei essere altrove. Dio mi benedica. Amen.”

La locomotiva ha preso così il nome di Martin Lutero.

Negli anni la locomotiva a vapore è stata abbandonata e dimenticata e la nebbia, la salsedine e il vento del deserto l’hanno corrosa; ma recentemente è stata restaurata e posta in un luogo protetto per preservarla.