I Samburu sono pastori semi-nomadi che vivono in prossimità dell’equatore nel nord del Kenya e basano la loro sopravvivenza sull’allevamento del bestiame, in particolare bovini, pecore, capre e dromedari.
 
I bovini in particolare influenzano anche la cultura e lo stile di vita dei Samburu in maniera analoga a come avviene per i Masai, con i quali i Samburu condividono numerose caratteristiche e tradizioni.
 
Il bestiame fornisce cibo e pelli che servono per fabbricare oggetti di uso domestico e per ricoprire le abitazioni.
 
La ricchezza di un Samburu viene valutata in base al numero di capi di bestiame che possiede; i Samburu, per proteggere il loro “patrimonio”, sono soliti dividere le mandrie in piccoli nuclei che vengono dislocati in punti differenti e questo al fine di limitare i danni in caso di attacco, razzie o malattie; in questo modo non perdono tutto ma hanno una base di capi da cui ricominciare a costruire nuovamente il loro patrimonio.
 
Il territorio dei Samburu è particolarmente arido e caratterizzato da una vegetazione scarsa, questo li costringe a spostare continuamente le mandrie per trovare pascoli nuovi e freschi; di conseguenza anche le persone che si prendono cura del bestiame sono costrette a spostarsi.
 
Dopo aver trascorso circa cinque o sei settimane in un luogo, devono necessariamente spostarsi in altre zone per trovare nuovi pascoli, le capanne vengono quindi smontate e rimontate altrove; un particolare sistema di costruzione permette un facile smontaggio e rimontaggio.
 
Gli uomini si occupano della cura del bestiame e della sicurezza della tribù mentre le donne hanno il compito di mungere le vacche, raccogliere la legna da ardere, raccogliere l’acqua e di prendersi cura delle capanne.
 
La dieta dei Samburu è composta principalmente da latte e da sangue dei loro bovini, la carne invece viene consumata raramente, infatti sono in alcune occasioni cerimoniali si sacrificano e si consuma la carne degli animali.
 
Il latte è un alimento sondamentale e viene consumato sia fresco che fermentato, i Samburu credono che il latte fermentato abbia un valore nutrizionale maggiore.
 
Il latte viene spesso mescolato col sangue bovino, che viene estratto praticando un piccolo foro nella giugulare dell’animale senza ucciderlo, la ferita viene poi sigillata con una pasta di cenere calda.
 
La dieta Samburu viene integrata con radici e tuberi con i quali realizzano zuppe e con prodotti agricoli acquistati nei mercati con il denaro proveniente dalla vendita degli animali allevati.
 
Il prodotto maggiormente acquistato è la farina di mais con la quale cucinano una polenta bianca chiamata Ugali, un altro prodotto che comprano solitamente è il tè che viene bevuto aggiungendo una grande quantità di zucchero e il latte.
 
La caccia per procurarsi della selvaggina è un’attività che i Samburu praticano nei periodi di carestia mentre solitamente non praticano la pesca, il pesce è considerato sacro così come l’acqua dei fiumi e dei laghi.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Samburu

  • L'organizzazione sociale e i villaggi dei Samburu
  • La religione dei Samburu
  • I riti e le cerimonie dei Samburu
  • L'allevamento del bestiame e l'alimentazione dei samburu
  • L'abbigliamento e i gioielli dei Samburu

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