Il Kilimanjaro, con i suoi 5895 metri di altezza, è il monte più alto del continente africano ed è anche la montagna singola più alta del mondo.
 
E’ un vulcano in stato di quiescenza che si è formato nel Pleistocene, circa 750.000 anni fa e i suoi mutamenti geologici sono continuati fino a 250.000 anni fa; in questo periodo, a seguito della sua attività sismica, si sono formate 250 colline vulcaniche e laghi vulcanici nella zona limitrofa.
 
Il Kilimanjaro ha tre coni principali: Shira, il cono più antico, è alto 3.962 metri e si trova più a ovest rispetto agli altri due, è quello il più piccolo; Mawenzi che misura 5.149 metri e si trova ad est; mentre Kibo, il cono più recente, che misura 5895 metri e si trova al centro degli altri due, è anche il più alto.
 
Shira e Mawenzi sono due coni estinti mentre Kibo è dormiente e talvolta può capitare di vedere delle fumarole; la zona compresa tra Kibo e Mawenzi si chiama Sella dei Venti ed è una superficie di tundra di altura che ricopre un’area di 3.600 ettari.
 
La prima ascesa al monte Kilimanjaro venne effettuata dal geologo ed esploratore tedesco Hans Meyer e dall’alpinista Ludwig Purtscheller che raggiunsero la vetta il 6 ottobre 1889 al loro secondo tentativo.
 
Sulla sommità del monte è presente il Ghiacciaio di Rebmann, un ghiacciaio perenne che si stima abbia 10.000 anni.
 
Il ghiacciaio prende il nome dal missionario tedesco Johannes Rebmann che per primo lo avvistò nel 1848 e che fu deriso e non creduto quando raccontò ad altri europei che in Africa, a poca distanza dall’Equatore, c’era la neve e un ghiacciaio; a dire la verità anch’egli, in un primo tempo, pensò che quel bianco in cima al monte fossero nuvole, ma quando la sua guida locale gli disse che non erano nuvole ma “baridi” ovvero “freddo” non ci mise molto a comprendere che quella era neve e ghiaccio.
 
Si stima che un quinto della massa dei ghiacciai presenti nel continente africano si trovi sul Kilimanjaro tra il Kibo e il Mawenzi; questi ghiacci, una volta sciolti, penetrano nel sottosuolo per riaffiorare a valle, alimentando laghi, paludi e acquitrini.
 
Dai tempi della prima ascesa ad oggi il ghiacciaio si è molto ridotto, si stima che dalla fine del XIX secolo agli anni ’80 si sia ridotto di un terzo e che abbia perso un altro terzo negli anni seguenti; se questo trend continua gli esperti stimano che nei prossimi anni il ghiacciaio possa scomparire, alcuni stimano nel 2060 altri, più pessimisti, nel 2030.
 
Solitamente in vetta nevica nei mesi da marzo a maggio e da novembre a dicembre, ovvero durante la stagione delle piogge.
 
L’origine del nome “Kilimanjaro” non è certa ma sembra che derivi dalle parole kiswahili “kilima” che significa collina e “njaro” che significa bianca o splendente.
 
Il Monte Kilimanjaro si trova in Tanzania e fa parte del Parco Nazionale del Kilimanjaro.
 
Dal Parco Nazionale dell’Amboseli in Kenya, da cui dista solo 30 km, si ha una vista privilegiata su questo monte leggendario, i migliori avvistamenti si hanno al mattino presto e la sera al tramonto quando le nubi si diradano e il vulcano si mostra in tutta la sua maestosità.
 
Anche dalle cittadine di Arusha e di Moshi e dal Parco nazionale di Arusha in Tanzania si ha una vista spettacolare del Kilimanjaro quando non si nasconde nelle nuvole.