Le dodici chiese scavate nella roccia di Lalibela, in Etiopia, sono un museo vivente a cielo aperto e suscitano stupore in coloro che le vedono per la prima volta.

Queste chiese vennero realizzate tra il XII ed il XIII secolo, quando in questa zona d’Ethiopia si trasferirono i cristiani copti in fuga dall’Egitto, a causa delle persecuzioni operate dagli islamici.

Si narra che fu il re Gebra Maskal Lalibela che volle costruire tutte le chiese e realizzare una nuova Gerusalemme dove i fedeli potessero recarsi in pellegrinaggio, evitando il lungo e pericoloso viaggio fino a Gerusalemme.

Le chiese sono divise in due gruppi, separati da un canyon dove scorre il torrente Giordano.

Il gruppo nord-occidentale comprende sei chiese: Bet Maryam, Bet Meskel, Bet Danaghel, Bet Mika’el, Bet Golgotha, Bet Medhane Alem; mentre il gruppo sud-orientale, ne comprende altre cinque: Bet Amanuel, Bet Merkorios, Bet Abba Libanous, Bet Gabriel-Rafael e Bet Lehem. 

Una dodicesima chiesa, Bet Giyorgis, si trova a est, isolata rispetto a tutte le altre.

Le chiese rupestri di Lalibela, il gruppo sudorientale

Cinque chiese rupestri appartengono al gruppo sudorientale: Bet Amanuel, Bet Merkorios, Bet Abba Libanous, Bet Gabriel-Rafael e Bet Lehem; di queste si pensa che Bet Gabriel-Rafael e Bet Lehem e Bet Merkorios fossero state inizialmente costruite come residenze dei membri della dinastia Zagwe, e, solo in seguito, vennero trasformate in chiese.

Visitando le chiese del gruppo sudorientale appare subito evidente che le chiese, appartenenti a questo gruppo, sono più piccole ma più finemente scolpite, rispetto a quelle del gruppo nordoccidentale.

Si può percorrere un sentiero, che si trova più in alto rispetto alla base delle chiese e che, grazie ad alcuni ponti di pietra, consente di superare i canali, naturali o artificiali, che sono fondamentali per far defluire l’acqua piovana

Questo sentiero è stato denominato “La via per il Paradiso” e, percorrendolo tutto, si giunge al buio passaggio nella roccia, che, a sua volta, conduce alla Chiesa di San Gabriele o Bet Gabriel.

In realtà si tratta di una doppia chiesa, infatti una porta, che si trova all’interno di Bet Gabriel,consente l’accesso a Bet Rafael o Rufael, che purtroppo è in parte collassata.

L’ingresso alla chiesa di Bet Gabriel si trova in una posizione insolita, differente dalle altre chiese di Lalibela; infatti si trova nella parte alta della chiesa e vi si accede attraversando un ponte in pietra.

La chiesa di Bet Gabriel all’esterno presenta cinque grandi nicchie ogivali, mentre l’interno è formato da alcune navate che ricevono luce dalle finestre che si aprono su alti bastioni di roccia.

Si pensa che questo edificio in origine fosse un palazzo fortificato, questa supposizione si basa su due aspetti: la forma insolita dell’edificio e il suo orientamento, la chiesa non si trova sulla direttrice est-ovest come le altre.

Ci sono anche diverse leggende legate a questa chiesa, una di queste racconta di come i monaci, per mettere al riparo alcuni tesori da alcuni invasori, li abbiano nascosti nei meandri di questo edificio e che nessuno li abbia mai ritrovati.

Un’altra storia racconta di come re Lalibela amasse ritirarsi in questa chiesa e dormire in una delle celle scavate, faceva questo in segno di umiltà.

Percorrendo una serie di gallerie e tunnel si giunge a Bet Merkorioso Biete Qeddus Mercoreus o Bet Mercurios; nonostante questo edificio porta evidenti tracce del passare dei secoli, si possono ancora osservare bellissimi affreschi.

Lundo il percorso che conduce da Bet Gabriel a Bet Merkorios si trovano diversi tunnel, uno di questi è particolarmente inquietante: ci si ritrova a percorrere i 35 metri della sua lunghezza nella totale oscurità; si dice che questo tunnel sia la rappresentazione dell’inferno, gli ultimi metri del tunnel sono illuminati dalla luce che proviene dall’esterno e questo rappresenta la via da seguire per la salvezza.

Bet Amanuel è senza dubbio la chiesa più bella e raffinata del gruppo sudorientale; è una chiesa monolitica, ottenuta scavando un unico blocco di roccia, che è separato, sui quattro lati, dalla roccia circostante, da un lungo e profondo scavo.

Questa chiesa è alta 11 metri ed è finemente scolpita tanto, che alcuni hanno supposto che fosse la cappella privata della famiglia reale; le facciate sono lavorate e presentano tre livelli rettangolari, sui quali si aprono finestre, quelle che si trovano al piano terreno a forma di croce latina sono particolarmente belle.

La piccola chiesa di Biete Abba Libanos è stata ricavata scavando una parete rocciosa verticale della montagna: è stata scavata una trincea che isola le tre pareti della chiesa che si trovano all’interno della roccia, mentre la quarta facciata si trova sulla parere rocciosa originaria, anche il tetto della chiesa fa parte della roccia e non è stato separato dal blocco originale.

Questa è l’unica, tra tutte le chiese di Lalibela, ad avere questa particolare struttura.

La facciata ha una serie di finestre che si trovano su tre livelli, nella parte più bassa si trovano quattro finestre a forma di croce, più in alto ci sono una serie di finestre coniche e per finire cinque finestre rettangolari poste all’ultimo piano.

La leggenda vuole che questa chiesa sia stata realizzata durante una sola notte, grazie al lavoro degli angeli.

La chiesa di Bet Lehem, l’ultima del gruppo sudorientale, è stata dedicata a Betlemme ed è stata duramente colpita dallo scorrere del tempo.

etiopia ethiopia exploringafrica safariadv travel lalibela church