Gli Hamer sono una delle popolazioni che vivono nella Valle dell’Omo, che si trova nel sud Etiopia; questo popolo vive ancora secondo la tradizione, pratica i riti ancestrali e celebra gli antichi rituali di passaggio.

Per gli Hamer il bestiame ha grande importanza e un enorme valore, questa tribù infatti, oltre ad essere coltivatori, sono allevatori di mucche e capre e, nell’altopiano in cui vivono, possono beneficiare di abbondanti piogge e delle piene del Fiume Omo, utili per poter sfamare e far abbeverare il bestiame.

Gli Hamer vivono ancora nel rispetto delle antiche credenze praticano diversi rituali e cerimonie, tra questi uno dei riti più importanti per la loro cultura è l’Ukuli, in lingua Hamer; si tratta del rito di passaggio per passare dalla pubertà all’età adulta, che ogni ragazzo deve compiere per poter essere considerato un uomo, per potersi sposare e creare la propria famiglia, questo rito di passaggio si conclude con il rituale del salto del toro o bull jumping, che è il momento più saliente e più conosciuto.

Per il popolo Hamer l'Ukuli è il più importante dei rituali e il salto del toro è solo l’ultimo di una serie di riti e prove che portano a compimento la metamorfosi simbolica dell'iniziato, dall’età giovane, considerata contaminata, allo stato puro dell’età adulta, in questa fase un uomo può sposarsi e generare legittimamente figli.

In passato un giovane poteva affrontare il rito del salto del toro solamente dopo aver superato una prova di coraggio che consisteva nell’uccidere un animale pericoloso, come ad esempio un coccodrillo o una iena; oggi, fortunatamente, questa parte del rito di passaggio non viene più praticata ma è la famiglia del giovane che decide quando è il momento di compiere il rituale, solitamente il rito del salto del toro viene celebrato al termine della stagione dei raccolti.

Quando il padre decide che il proprio figlio è pronto per affrontare il rituale del salto del toro, consegna al giovane uno speciale bastone chiamato boko, il ragazzo deve recarsi in visita da tutti i suoi partenti portando con sé il bastone per annunciare che si appresterà a compiere il rituale e per invitarli a partecipare alla cerimonia e alla seguente festa.

Il giovane invita i parenti consegnando loro una striscia di corteccia che presenta una serie di nodi, il numero dei nodi rappresenta il numero dei giorni che mancano alla cerimonia; ogni giorno i parenti tagliano un nodo della corteccia, in questo modo sono in grado di tenere traccia di quanti giorni mancano al giorno del rituale.

Nel periodo che precede il salto del toro il ragazzo trascorre del tempo con un uomo adulto che gli fa da mentore e gli insegna il comportamento, i rituali e tutto quello che necessita sapere per diventare un uomo.

Quando si avvicina la data stabilita per il rito del salto del toro i parenti dell’iniziato giungono al suo villaggio, portando in dono una capra o una pecora; al villaggio viene allestito per l’occasione uno spazio, coperto da una tettoia per fornire ombra ai partecipanti, che si riuniscono qui per parlare e per bere birra di sorgo.

Le cugine femmine dell’iniziato macinano il sorgo per preparare il cibo mentre le altre ragazze del villaggio preparano la birra di sorgo.

Il giorno della cerimonia il giovane iniziando viene spogliato di tutti i suoi beni, inclusi i vestiti, l’uno abbigliamento che gli è consentito indossare è un piccolo pezzo di tessuto o di pelle per coprire le parti intime.

Il giovane viene anche parzialmente rasato mentre i Maza, gli uomini che hanno già affrontato il rito del salto del toro ma non sono ancora sposati, lo imbrattano con lo sterco di bovino per conferirgli la forza necessaria per affrontare la prova, inoltre lo strofinano con la sabbia per lavare via i suoi peccati; da questo momento fino al momento del salto del toro il ragazzo non può toccare le donne e mangia solamente sorgo, miele e beve latte.

La cerimonia non viene celebrata al villaggio ma in un luogo designato, solitamente lungo la sponda di un fiume, i partecipanti si spostano in massa in questo luogo per prendere parte alla celebrazione; una volta giunti qui iniziano una serie di attività che culmineranno con il salto del toro.

Le donne indossano gli abiti tradizionali e delle grosse cavigliere con molte campanelle che fanno suonare ad ogni passo di danza o ad ogni salto che queste compiono; inoltre molte donne hanno una trombetta di metallo che suonano per celebrare il giovane e per esprimere la propria gioia.

Tra una danza e l’altra le donne danno prova della loro devozione verso il giovane iniziando e cercano di incoraggiarlo facendosi frustare sulla schiena dai Maza; le donne si posizionano di fronte a un Maza e suonano la trombetta, a quel punto ricevono dall’uomo una frustata con un sottile e flessuoso ramo, quando ricevono il colpo le donne non devono lamentarsi o esprimere dolore, solo così riescono a compiere il loro intento.

In realtà le donne Hamer raggiungono uno stato di estasi grazie alla birra di sorgo che bevono, alle danze, al suono delle campanelle e delle trombette, e questo consente loro di affrontare nel migliore dei modi le frustate; questa prova è molto importante per queste donne poiché esprime il loro orgoglio di appartenere ad un clan e rappresenta i sacrifici che sono pronte a compiere per supportare e sostenere il giovane.

Le frustate provocano profondi tagli sulle schiene delle donne, le ferite sanguinano anche copiosamente ma loro si rifiutano di arrendersi al dolore; maggiore è la sopportazione del dolore e superiore è la lealtà che dimostrano al giovane, è una sorta di competizione tra le donne.

Le cicatrici che rimarranno sulle loro schiene, spesso molto alte e spesse, creano una sorta di rapporto di debito tra il giovane e le donne che lo hanno supportato, in tempi di necessità il giovane dovrà aiutare quelle donne che si sono dimostrate così leali nei suoi confronti.

Le ragazze danzano per tutto il pomeriggio mentre i Maza, gli iniziati che hanno già saltato il toro e hanno il compito di aiutare i giovani a superare il rituale, dipingono i loro corpi ed il loro viso prima dell’atto finale della cerimonia.

Successivamente utilizzano delle strisce di corteccia che vengono legate attorno al busto del giovane iniziando creando una X sulla schiena e sul petto, questa rappresenta una protezione spirituale per il ragazzo.

Poco prima del tramonto il ragazzo si prepara per la prova più importante della sua vita, deve superare il rito di passaggio per diventare uomo e potersi sposare; deve mettere alla prova il suo coraggio, forza e agilità.

I Maza raggruppano il bestiame e iniziano a girare attorno ai bovini e compiono quattro giri; a questo punto il Maza più anziano cattura il toro che sarà il primo della fila e poi, a turno, gli altri Maza catturano gli altri bovini e li affiancano al primo, fino a formare una fila di almeno otto capi di bestiame.

I tori allineati vengono imbrattati di sterco e burro per renderli scivolosi, a questo punto tutto è pronto per la prova finale; i Maza tengono fermi i tori mentre le donne smettono di danzare e il silenzio scende in questo luogo polveroso.

A questo punto l’iniziato, nudo e parzialmente rasato, si prepara a saltare, si concentra, prende la rincorsa e salta sulla schiena del primo toro, per poi correre sulle schiene di tutti gli altri bovini allineati fino a raggiungere l’altro lato e scendere a terra.

Deve ripetere questo salto per almeno quattro volte ma il ragazzo può scegliere di saltare più volte e aggiungere altri capi alla fila di bestiame se ritiene di essere particolarmente forte e preparato.

Compiuto l’ultimo salto il ragazzo viene afferrato dal suo assistente rituale mentre un altro Maza morde le cinghie di corteccia che proteggevano l’iniziato per rimuoverle.

Se l’iniziato riesce a compiere l’intero salto del toro senza mai cadere la prova viene considerata superata e quindi entra a far parte dei Maza, da quel momento può sposare la ragazza che la famiglia ha scelto per lui; nel caso in cui il ragazzo fallisce la prova dovrà aspettare un anno per affrontare nuovamente la prova, ma la sua famiglia viene coperta di vergogna.

Alla fine del rituale il nuovo Maza viene rasato completamente dagli altri Maza e i suoi parenti si congratulano con lui, cantano e ballano e si preparano per celebrare una grande festa che proseguirà fino alle prime ore del giorno.

Lo status di Maza durerà fino a quando il nuovo adulto deciderà di sposarsi, solitamente trascorrono alcuni mesi prima del matrimonio.

Se un giovane è cieco o paralizzato verrà sollevato sopra al bestiame dai Maza, oppure gli sarà permesso di correre sotto il collo dei bovini.

Al villaggio viene celebrata una grande festa che coinvolge tutti quelli che hanno partecipato o assistito al rituale del toro, si arrostisce la carne, si beve la birra di sorgo e si balla e si canta fino all’alba. 

La mattina seguente tutti gli ospiti fanno ritorno al loro villaggio ed il novello Maza beve il latte direttamente dalla tettarella di una mucca, come segno che non tornerà mai più allo stato impuro di un bambino.