Stamattina siamo partiti da Shakaland nella provincia sudafricana del KwaZulu-Natal; dopo aver visitato il villaggio culturale degli Zulù, abbiamo fatto check-out e siamo partiti con in nostro Dr. Livingstone.

La strada per Johannesburg è piuttosto lunga e a tratti monotona, si attraversano sconfinate praterie destinate all’allevamento del bestiame, piccole città con un traffico degno della settimana della moda a Milano e campi coltivati a canna da zucchero.

La R34 scorre piuttosto veloce, il fondo è buono e i carretti trainati dagli asini e le mandrie che ingombrano la strada sono quasi del tutto assenti.

A leggere i nomi delle località, anziché in Africa, ci sembra di essere in Olanda, per poi passare rapidamente in Inghilterra o in Germania, infatti troviamo cittadine con nomi come Vryburg, Newcastle e Kroonstad.

L’economia della città di Vryburg è fondamentalmente basata sull’agricoltura, il paesaggio è dominato da distese di campi coltivati e l’atmosfera bucolica risulta particolarmente rilassante, fin troppo quando ci si trova alla guida.

Newcastle, che inizialmente si chiamava Post Halt Number 2, perché fungeva da punto di scambio dei cavalli sulla strada che collegava la costa con l’interno, fu rinominata in seguito con il nome attuale, indovinate da parte di chi.

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La città di Newcastle ha un’anima più industriale ed è oggi la terza città per dimensioni della provincia della provincia di KwaZulu-Natal.

Lungo la strada ci fermiamo un paio di volte per fare rifornimento e sgranchirci un po’ le gambe.

I distributori di benzina sono un punto di riferimento per chi transita sulle strade sudafricane, e, attorno ad essi, a volte è sorta una piccola cittadina; nel supermercato si trova di tutto per preparare un braai e i frigoriferi per le bibite sono sempre ben riforniti.

In queste aree di sosta sudafricane si trova di tutto e si ha anche l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con le persone che ci lavorano, che, solitamente, sono molto incuriosite dai turisti, si informano sul loro paese di provenienza, e soprattutto i ragazzi, iniziano a parlare di calcio, di squadre europee e di calciatori.

Impieghiamo circa cinque ore e mezzo per compiere l’intero tratto di strada da Shakaland a Johannesburg; man mano che ci avviciniamo alla metropoli sudafricana le strade diventano a più corsie e il traffico diventa più intenso.

Arriviamo a Jozi che il sole sta tramontando, siamo piuttosto stanchi ma dobbiamo preparare tutti i bagagli per partire e sistemare il Dr. Livingstone.

Momento tristezza: dobbiamo scaricare la nostra auto e lasciarla al tipo del parcheggio a lungo termine che se la viene a prendere alle 18,00 direttamente al nostro hotel.

E’ puntuale come uno svizzero e con un velo di tristezza gli consegniamo le chiavi del Dr. Livingstone, lo vediamo allontanarsi sporco come non mai e sorridiamo al pensiero che almeno domani tornerà del suo colore originario.

Sconsolati come Rossella O’Hara rientriamo in hotel, ora non ci resta che pianificare il prossimo viaggio :)

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