Anche stamattina ci svegliamo presto, siamo allo Skukuza Rest Camp, nel Parco Nazionale Kruger in Sudafrica; oggi lasciamo Skukuza e ci trasferiamo, per i prossimi due giorni, al Crocodile Bridge Rest Camp.

Oggi, contrariamente agli altri giorni, il cielo è coperto e fa freddo, ci chiediamo se questo faciliti o meno i nostri avvistamenti.

In teoria se fa più freddo gli animali sono più attivi, ma senza la luce del sole potremmo non avere la luce perfetta per scattare fotografie; mentre se dovesse piovere potremmo avere l’opportunità di scatti diversi dal solito, ma spesso gli animali, tranne gli elefanti, non amano l’acqua, quindi tendono a ripararsi e magari è più complicato avvistarli.

Percorriamo la H 1-2, che abbiamo percorso anche ieri, dal ponte sul fiume Sabie vediamo diversi uccelli acquatici come il martin pescatore bianco e nero (pied kingfisher), il testa a martello (hammerkop), l’airone golia (goliath heron), che abbiamo capito che vive qui, poiché lo abbiamo visto ogni volta che passiamo sul ponte; inoltre vediamo, e soprattutto sentiamo, diversi ibis che rompono il silenzio di questa uggiosa mattina con il loro verso stridulo.

Sulla sponda del fiume Sabie vediamo anche alcuni nyala che scendono per abbeverarsi.   

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Il paesaggio da questo ponte è sempre emozionante e, nonostante ci siano diverse nubi, il sole riesce a scaldare il cielo con i colori caldi dell’alba.

Proseguiamo lungo la H 1-2 fino a prendere la deviazione per la S 83 ma, a differenza di ieri, oggi non vediamo nulla, ma si sa il safari è cosi, dove un giorno vedi tanto il giorno dopo non vedi nulla e viceversa.

Quindi facciamo ritorno sulla H 1-2 e vediamo tantissime giraffe in mezzo agli alberi, che belle, potremmo restare qui tutto il giorno per ammirarle; sono bellissime, eleganti, ma anche troppo buffe perché, appena sentono un rumore, come ad esempio il motore della nostra auto, si bloccano e ci fissano con i loro grandi occhioni incuriosite, a volte cercano di nascondersi dietro gli alberi, non calcolando che i loro 5 metri di altezza non le agevola a giocare a nascondino.

Svoltiamo sulla H 12 e, quando arriviamo all’intersezione con la H 4-1, giriamo a sinistra; anche qui troviamo tantissime giraffe lungo il fiume Sabie, oggi è la giornata delle giraffe.

Lungo la strada incontriamo anche tanti kudu e molti impala a bordo strada, rallentiamo sempre quando vediamo gli impala poiché spesso attraversano la strada all’improvviso, incuranti delle auto che passano, meglio rallentare nel caso decidano di passare proprio davanti a noi.

Anche stamattina, come ieri, decidiamo di fare una sosta all’area pic-nic di Nkuhlu, anche oggi abbiamo bisogno di un caffè, ce lo prepariamo subito e lo beviamo prima che si raffreddi; oggi fa molto più freddo di ieri, le nuvole impediscono al sole di riscaldare l’aria.

Ripatiamo e decidiamo di esplorare una nuova strada, la S 21, questa strada si allontana dal fiume Sabie e si dirige a ovest, segue il corso del fiume N’watimhiri che però, in questo periodo, è per lo più secco.

La S 21 è molto varia dal punto di vista paesaggistico e, nella parte più occidentale, si trovano diversi kopjes molto scenografici.

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Percorriamo questa pista sterrata e avvistiamo gli onnipresenti impala, i kudu, le giraffe e diversi elefanti; avvistiamo anche molti avvoltoi, che probabilmente stanno monitorando una carcassa (killing), diversi bianconi bruni (brown snake eagle) e alcuni turachi (go-away bird).

Ad un certo punto, mentre stiamo scendendo nel letto del fiume in secca, un’auto, che proviene nel senso contrario al nostro, ci fa segno che nel letto del fiume ci sono dei leoni e che stanno salendo verso di noi, ci fermiamo immediatamente e aspettiamo per capire da che parte arriveranno.

All’improvviso li vediamo arrivare proprio nella nostra direzione, sono tre femmine e passano dietro alla nostra auto; non riusciamo a scattare fotografie ma ci godiamo la scena finché non si infilano nell’erba alta e non le vediamo più.

Proseguiamo lungo questa strada molto bella, siamo da soli e questo ci piace moltissimo; man mano che ci avviciniamo alla zona dei kopjes iniziamo a vedere qualche formazione rocciosa.

I kopjes sono molto scenografici, ma sono differenti rispetto ad altri che abbiamo visto altrove in Africa, come ad esempio nel Serengeti; questi sono costituiti da grossi massi arrotondati, in certi punti sembrano i Devil’s Marbles che si trovano in Australia.

La strada serpeggia intorno ai vari kopjes, troviamo anche diverse auto da safari, solitamente queste formazioni rocciose sono molto amate dai grandi felini (big cat), come ghepardi, leopardi e leoni, poiché sono ottimi punti di avvistamento da cui osservare e cercare potenziali prede.

Giriamo intorno a tutte le formazioni rocciose ma dei felini nemmeno l’ombra, tra tutti gli animali della savana sono sicuramente quelli che meno amano il brutto tempo e la pioggia, saranno rintanati da qualche parte all’asciutto nell’attesa di un meteo più favorevole.

Ma anche senza avvistamenti eccezionali i kopjes meritano molto e siamo contenti di essere venuti a vederli.

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Da qui imbocchiamo la S 114 che ci porta sulla H 1-1.

Siamo in prossimità di Skukuza ed è quasi l’ora di pranzo, quindi decidiamo di andare allo Skukuza Rest Camp e pranzare lì; oggi fa freddo e non abbiamo voglia di fare pic-nic, a tratti scappa anche qualche goccia, quindi decidiamo di andare al ristorante a buffet di Skukuza e mangiare qualcosa di caldo.

Dopo pranzo decidiamo di bere un caffè caldo seduti sui tavoli a che si trovano lungo il fiume e, incredibile, vediamo due buceri coronati (African crowned hornbill)!

E’ davvero incredibile perché, è da quando siamo entrati nel Kruger, che vogliamo vedere questa specie di bucero, che non abbiamo mai visto prima, e li troviamo proprio qui al campo nell’area pic-nic!

Non riusciamo a fotografarli perché non abbiamo la reflex con lo zoom, ma poco importa, l’importante è averli visti: checked!

Dopo pranzo partiamo, dobbiamo percorrere tutta la H 4-1 e la H 4-2 per raggiungere il Crocodile Bridge Rest Camp, il nostro campo di questa notte e speriamo di fare avvistamenti lungo la strada, perciò è meglio non perdere tempo e partire.

Lungo la H 4-1 vediamo tantissimi elefanti, come sempre direi, qui c’è l’acqua del fiume Sabie e loro sono sempre nei paraggi; diverse famiglie ci attraversano la strada mentre scendono al fiume.

Anche alcune giraffe attraversano per andare al fiume con il loro incedere elegante ed aggraziato.

A bordo strada vediamo anche alcune iene che stanno camminando, chissà dove sono dirette; questi animali riescono a sentire l’odore di una preda uccisa da un altro predatore a km di distanza, magari hanno fiutato qualcosa, oppure semplicemente stanno perlustrando i dintorni alla ricerca di cibo.

Troviamo anche un grande clan di babbuini, molti sono nell’erba a bordo strada, mentre qualche temerario è seduto proprio in mezzo alla strada ma, quando sopraggiunge un auto, si vedono costretti a spostarsi.

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Noi non amiamo particolarmente i babbuini, ma è indubbio che, osservandoli, si possano non vedere alcuni comportamenti simili a quelli di noi umani, anche incrociando il loro sguardo si ha la sensazione di guardare un nostro simile negli occhi.

Prima di proseguire verso il nostro campo di stasera ci fermiamo a Lower Sabie a fare un po’ di spesa, ci prendiamo anche una pausa e ci beviamo un cappuccino di Mugg&Bean, lo Starbucks sudafricano; in questo momento sta piovigginando e fa freddo, un cappuccino caldo è proprio quello che ci vuole!

Dalla terrazza del Lower Sabie vediamo alcune auto ferme sul ponte sul fiume Sabie, decidiamo di andare a vedere cosa succede; usciamo dal parcheggio del campo e svoltiamo a sinistra e poi nuovamente a sinistra e scendiamo sul ponte.

C’è un coccodrillo che si muove con scatti repentini e solleva molta acqua, facciamo un po’ fatica a vedere cosa ha afferrato tra le sue fauci, finché non vediamo chiaramente le corna di un maschio di impala.

In realtà non pensiamo che il coccodrillo lo abbia catturato vivo dalla sponda, è più probabile che abbia trovato la carcassa dell’impala nelle acque del fiume; lo stato di conservazione infatti non è dei migliori.

Dopo aver scattato, inevitabilmente, diverse fotografie, facciamo inversione e torniamo indietro.

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Andiamo a prendere la H 4-2 che si dirige a sud e che ci porterà al Crocodile Bridge Rest Camp, il nostro campo di stasera; è la prima volta in questo viaggio che ci avventuriamo lungo questa strada e il panorama non è affatto male.

La strada corre, per un tratto, lungo il fiume Sabie; qui si trovano diversi erbivori, tra cui zebre, impala e diversi elefanti.

Successivamente la strada si allontana dal fiume e attraversa una zona boscosa; nel mentre il tempo è migliorato, è uscito un pallido sole e c’è anche un bellissimo arcobaleno.

La giornata di oggi è stata molto bella per i paesaggi e per qualche scena, ma non ci ha regalato avvistamenti importanti, ma si sa il safari è così non si sa mai cosa ha in serbo.

Mentre proseguiamo verso sud la strada inizia a costeggiare il fiume Vurhami; in questo periodo è in secca ma, qua e là, si trovano alcune pozze di acqua stagnante, dove possibile prendiamo le deviazioni che portano alle varie pozze (waterhole).

Quando arriviamo in prossimità del ponte sul fiume Vurhami vediamo 2 o 3 auto ferme, ci chiediamo cosa avranno visto e ci avviciniamo.

Proprio sotto al ponte c’è una pozza d’acqua e ci sono due rinoceronti bianchi, una mamma con il cucciolo, che stanno bevendo; ad un certo punto si avvicina un elefante maschio solitario, anche lui vuole raggiungere l’acqua.

Tra rinoceronti ed elefanti non corre buon sangue, sono due specie che competono per il cibo e per l’acqua e quindi, quando si incontrano, spesso si fronteggiano.

La mamma rinoceronte si posiziona frontale all’elefante che, a sua volta gonfia le orecchie, temiamo uno scontro ma invece non succede nulla; i rinoceronti tornano a bere e poi si allontanano e l’elefante, che ha aspettato in suo turno, si avvicina alla pozza.

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Una cicogna becco a sella, che si trovava in acqua, nel dubbio, ha preferito volare via, probabilmente farà ritorno qui quando l’atmosfera sarà più tranquilla.

Dopo aver osservato tutta la scena decidiamo di prendere la strada sterrata che segue il fiume dalla parte opposta, vogliamo provare a trovare un punto da cui vedere ancora i rinoceronti; arriviamo fino in fondo alla strada, da qui c’è una bella vista sul fiume e facciamo in tempo a vedere la mamma e il cucciolo che si allontanano infilandosi nella boscaglia.

Wow! Questo è stato l’avvistamento più bello di tutta la giornata, siamo proprio soddisfatti; adesso possiamo dirigerci verso il nostro campo per un po’ di meritato relax.

A differenza degli altri campi il Crocodile Bridge Rest Camp è piccolo, ha alcuni bungalow, qualche tenda e un piccolo spazio per il campeggio; ha un distributore di benzina e un negozietto con qualche souvenir e beni di prima necessità.

Fuori dal negozio ci sono diversi teschi di elefante e di rinoceronte, sono enormi; li osserviamo da vicino perché siamo molto incuriositi.

E’ un campo molto tranquillo e ci piace molto essere qui!

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