Siamo arrivati al Parco Transfrontaliero del Kgalagadi, sbrighiamo le formalità doganali per l’uscita dalla Namibia e paghiamo il fee di ingresso del parco al gate di Mata-Mata.

Non vediamo l’ora di partire all’esplorazione del parco, inoltre due sudafricani che stanno uscendo dal gate ci dicono che, a una ventina di km da qui, hanno avvistato dei leoni.

Però, prima di percorrere le strade del parco, è necessario sgonfiare notevolmente le gomme dell’auto, qui i tratti sabbiosi sono presenti praticamente ovunque; mentre sgonfiamo le gomme pensiamo costantemente ai leoni, vogliamo vederli assolutamente.

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Finalmente partiamo, la strada che si addentra nel parco scorre sul fondo di quella che sembra una valle tra due dune di sabbia ricoperte di vegetazione.

I primi animali che avvistiamo sono gli struzzi, gli springbok, gli sciacalli e molti orici, che sono anche il simbolo del parco; tra questi ultimi notiamo un esemplare dalle corna bizzarre, anziché essere cresciute verso l’alto e dritte come spade, sono cresciute lateralmente e con una curvatura strana, sembrano che si siano sciolte con il caldo.

Dopo una ventina di chilometri come ci avevano indicato i due sudafrica, finalmente avvistiamo i leoni, sono sdraiati all’ombra di una pianta dopo aver mangiato gran parte della loro preda.

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La carcassa è l’attrazione preferita dei cuccioli che mangiano e giocano mentre i quattro esemplari adulti dormono beatamente; sicuramente resteranno più o mena nella stessa posizione tutto il giorno.

Dopo innumerevoli scatti fotografici salutiamo la famiglia di felini e proseguiamo, l’habitat del parco è semi-desertico e in questo periodo, siamo in stagione secca, l’acqua è assente praticamente ovunque e gli animali possono dissetarsi solo presso le pozze artificiali.

Lungo la strada incontriamo alcune pozze d’acqua (waterhole), a volte direttamente sulla strada principale a volte dobbiamo compiere una piccola deviazione.

Abbiamo la fortuna di avvistare alcune giraffe mentre bevono ad una pozza, un avvistamento raro per questo parco.

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Il nostro percorso verso Twee Rivieren prosegue e avvistiamo gli onnipresenti orici (gemsbok), gli struzzi, gli gnu, gli sciacalli, i numerosi springbok, i simpatici e irrequieti suricati (merkaat), le otarde di kori, alcune aquile, un bellissimo falco giocoliere (bateleur) e tantissimi buceri (hornbill) dal lungo becco giallo, che spiega il loro soprannome “flying banana” (banana volante).

Ci fermiamo in un’area pic-nic molto bella, alcuni springbok ci osservano incuriositi mentre parcheggiamo, appena scendiamo dall’auto ci rendiamo conto di quanto sia caldo il sole.

In questa zona l’escursione termica tra giorno e notte è notevole, ma al freddo ci penseremo stasera, per ora ci godiamo il sole.

Nel pomeriggio avvistiamo numerosi orici, sono animali splendidi, le corna a sciabola sono lunghissime mentre il manto bianco, grigio e nero conferisce loro un aspetto elegante.

Ne vediamo alcuni lottare, incrociano le lunghe corna mantenendosi in ginocchio sulle zampe anteriori, sembrano tirare di scherma; mentre lottano sollevano un gran quantità di polvere ma non sembrano particolarmente aggressivi.

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Nel branco sono presenti numerosi cuccioli di orice, sono belli, come tutti i cuccioli, e hanno un colore completamente differente dagli adulti, il pelo arruffato è infatti un marrone chiaro.

A metà pomeriggio giungiamo al camping che si trova all’ingresso sud del parco, il gate di Twee Rivieren o Two Rivers, il gate prende il nome dalla confluenza di due fiumi, che, in questo periodo dell’anno, sono completamente asciutti e sono il luogo preferito dai suricati e dalle manguste.

Il sole sta tramontando e non ci resta che rilassarci con un aperitivo e goderci i colori caldi del sole che scende dietro le dune.

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