Terrace Bay si trova sulla Skeleton Coast in Namibia, uno dei luoghi più inospitali della terra ed è un posto assurdo, sembra di essere alla fine del mondo.

E’ circondato dalle dune del deserto e si trova sull’Oceano Atlantico, qui l’aria è talmente umida che sembra che stia piovendo, le onde si infrangono con forza sulla costa e i gabbiani e i cormorani sono appollaiati infreddoliti sui tetti e sui pali di legno della luce.

Qui si trova un lodge, l’unico, dove poter alloggiare se si vuole visitare la Skeleton Coast e si vuole arrivare fino in fondo alla strada percorribile in auto; da questo punto in poi ci si può andare solo in aereo.

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Quando arriviamo al Terrace Bay Camp andiamo, come prima cosa, a fare check-in in una struttura che sembra più un hangar che la reception di un hotel, poi guidiamo fino alla nostra camera, una casetta che si trova sulla spiaggia, a pochi metri da dove si infrangono le onde.

I nostri vicini di casa sono per lo più pescatori, hanno enormi canne da pesca fissate sul paraurti dei loro fuoristrada e hanno gigantesche casse dove stivano il pesce che hanno pescato; in reception c’è una cartina della Skeleton Coast con tutti i punti dove si può pescare e hanno le informazioni relative alle fasi lunari e agli orari delle maree.

C’è anche qualche viaggiatore che, come noi, ha deciso di esplorare questo deserto costiero che, da sempre, è il terrore di chi vi si avventura, sia via terra ma soprattutto via mare.

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Qui non c’è nulla ma è bello proprio per questo, si sente solo il rumore dell’oceano mentre l’umido della nebbia ci bagna il viso e i vestiti; facciamo quattro passi verso la spiaggia, ci piace troppo essere qui.

Andiamo a cena per le 19,00, ultimo orario disponibile, e anche la sala da pranzo è assurda: tutte le pareti e il soffitto sono ricoperti da scritte e firme di viaggiatori e di pescatori che sono passati di qui; troppo bello leggere tutti i messaggi in così tante lingue, e anche noi, ovviamente, lasciamo il segno del nostro passaggio.

Dopo cena, tornando alla nostra camera, vediamo un’ombra che si aggira furtiva poco lontano da noi, è uno sciacallo dalla gualdrappa (black-backed jackal), molto probabilmente è in cerca di qualcosa da mangiare; qui ci sono anche le iene brune, ma sono più difficili da avvistare poiché, rispetto agli sciacalli, restano più nascoste.

Andiamo a dormire presto, la giornata di oggi è stata lunga e un po’ stancante, dobbiamo assolutamente rigenerarci per proseguire il nostro viaggio.

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