I Tofinou sono una popolazione dell’Africa Occidentale che vive principalmente in Benin ma sono presenti, in minima parte, anche in Togo e in Ghana; esistono alcune varianti del loro nome: Tofini, Tofinnu, Tofinus o Tofinou.

Il popolo Tofinou basa la sua economia sulla pesca ed è famoso per essere riuscito ad escogitare un piano astuto per sfuggire alle incursioni degli eserciti del Dahomey alla ricerca di schiavi.

I Tofinou originariamente vivevano in Benin, all’interno del paese, sulle sponde di un fiume e da sempre sono stati abili pescatori e, tradizionalmente, hanno avuto un buon rapporto con l’acqua e con i suoi spiriti.

I Tofinou sfruttarono in fatto che i Fon, etnia del regno di Dahomey, non avessero un rapporto con l’acqua, e quindi temessero gli spiriti dell’acqua, e anche del fatto che questi non sapessero nuotare; si spostarono lungo la costa e costruirono un villaggio su palafitte al centro del lago Nokoué, raggiungibile solo via acqua; in questo modo ingegnoso riuscirono a sfuggire alle razzie dei Fon, che erano sempre alla ricerca di nuovi prigionieri da vendere come schiavi agli europei.

La leggenda vuole che il villaggio sia stato costruito anche grazie ai coccodrilli che aiutarono i Tofinou a trasportare il materiale al centro del lago.

Il villaggio di Ganviè, nella regione lacustre a nord di Cotonou, è il principale centro abitato dell’etnia Tofinou, è un villaggio di palafitte, costruite utilizzando i duri legni di tek, questo legno è molto resistente e ha la caratteristica di non marcire nonostante sia immerso nell’acqua; il tetto delle case viene costituito con una spessa coltre di paglia.

La vita degli abitanti del villaggio si svolge a bordo delle piroghe, sulle piroghe gli uomini pescano, le donne mettono in mostra i prodotti da vendere al mercato e i bambini giocano e vanno a scuola; non esistono strade ma solo canali.

I Tofinou, grazie all’isolamento in cui vivono dai tempi della tratta degli schiavi e del regno di Dahomey, hanno mantenuto praticamente inalterate le loro tradizioni.

I Tofinou, sono conosciuti anche come gli “uomini d’acqua”, e praticano ancora la pesca come principale attività; oltre ad utilizzare le reti, che lanciano dalle piroghe e dalle canoe, utilizzano un sistema che prevede la porzionatura di alcune aree, ogni pescatore crea una sorta di “area di pesca” ed utilizza bastoni e reti per catturare i pesci.

I pescatori creano così un fitto reticolo di steccati ed arbusti, una sorta di labirinto all’interno dei quali i pesci restano intrappolati.

Questo metodo di pesca è reso possibile dalla scarsa profondità del lago, che solo in alcuni punti è profondo più di un metro, questo è anche il motivo per il quale riescono a spingere le piroghe utilizzando solamente lunghe pertiche.

I Tofinou, come la maggioranza della popolazione del Benin, pratica la religione vudù e ogni abitazione è protetta da feticci.

Dalla costa è possibile, a bordo di una imbarcazione, raggiungere Ganvié e fare un giro per i canali per vedere come la vita scorre lenta nel villaggio; c’è anche una piccola guest house, un bar e un negozio che vende oggetti e souvenir.