Il Parco Nazionale di Etosha si trova nel nord della Namibia e fa parte del bacino del Kalahari; nella preistoria quest’area era occupata da un enorme lago alimentato dal fiume Kunene che, a seguito di movimenti tellurici, ha modificato il suo corso, deviando verso l’Oceano Atlantico prima di raggiungere il lago.

In seguito a questo fatto il grande lago si è prosciugato, lasciando sul terreno una enorme distesa di sale di circa 5.000 kmq; ogni anno, durante la stagione delle piogge, questo immenso bacino torna a riempirsi di acqua, che poi evapora completamente durante la stagione secca.

In prossimità della distesa salina non cresce vegetazione, ad eccezione di pochissime piante alofite, ma, man mano che ci si allontana, si trova sempre più vegetazione, si passa dalle erbe basse, agli arbusti ai boschi di acacie e mopane.

Nel Parco Nazionale di Etosha, che copre una superficie di 22.270 kmq, è presente una strada principale che corre lungo il bordo del pan da nord est a sud ovest; la strada collega i quattro gate che consentono l’ingresso al parco e i lodge che sono presenti all’interno del parco.

Inoltre dalla strada principale partono tutte le deviazioni che conducono alle strade secondarie, che solitamente conducono alle varie pozze oppure compiono un percorso ad anello; in totale le strade sterrate del parco hanno un estensione complessiva di 3.550 km.

Le pozze si dividono in artificiali e sorgenti naturali, in tutto sono 86, la maggior parte delle quali sono raggiungibili attraverso le piste, mentre alcune si trova no il luoghi remoti del parco dove non è possibile avventurarsi.

Il periodo migliore per visitare il Parco Nazionale di Etosha è la stagione secca, nei mesi da giugno ad ottobre, quando gli animali si concentrano presso le poche fonti di acqua disponibili nel parco e la vegetazione è meno fitta.

Nel parco sono presenti 114 specie di mammiferi tra cui leoni, leopardi, iene maculate, rinoceronti, gnu, zebre, giraffe, antilopi saltanti (springbok), impala dal muso nero, una specie di impala che si trova solamente nel nord della Namibia e nel sud dell’Angola, sciacalli dalla gualdrappa (black-backed jackal) e tanti altri.

Nel Parco Nazionale di Etosha sono presenti fino a 340 specie di uccelli tra cui otarde (bustard e korhaan), serpentari (secretary bird), buceri (hornbill), diverse specie di avvoltoi (vulture), molti rapaci tra cui falchi giocolieri (bateleur), falchi, gheppi (kestrel), struzzi e molti altri; il periodo migliore per avvistare gli uccelli è durante la stagione delle piogge, nei mesi da novembre a marzo, quando sono presenti anche le specie che migrano qui dall’emisfero settentrionale.

Noi abbiamo trascorso quattro giornate nel Parco Nazionale di Etosha e lo abbiamo visitato tutto, partendo dalla parte nord settentrionale fino alla parte sud occidentale.

Nella prima giornata abbiamo visitato la zona intorno a Namutoni, il forte di Namutoni, oltre ad essere il luogo dove poter pagare l’ingresso al parco, è una delle zone dove poter alloggiare all’interno del parco, qui infatti è presente sia un campeggio sia un lodge; inoltre sono presenti alcuni servizi per i visitatori del parco come il benzinaio, un negozio dove acquistare generi alimentari, un ristorante e un museo.

Il forte di Namutoni venne costruito dai tedeschi durante il periodo delle colonie ed ora è un monumento nazionale.

Da qui partono tre strade, una conduce al King Nehale Lya Mpingana Gate che si trova a nord; una si dirige verso il Fischer Pan e l’altra invece porta verso sud, si dirige a Halali e Okakuejo e consente di visitare tutto il resto del parco.

Come prima cosa decidiamo di percorrere i 27 km del percorso ad anello che traccia il perimetro del Fischer Pan; qui sono presenti un paio di pozze (waterhole) ma sono entrambe prive di acqua, quindi avvistiamo solamente qualche antilope saltante (springbok).

Proseguiamo lungo la pista e, ad un certo punto, tra i cespugli di acacia vediamo una sagoma scura che riconosciamo immediatamente: è un rinoceronte nero!

Che bello, spegniamo il motore e rimaniamo lì in silenzio ad ammirarlo, non sembra minimamente infastidito dalla nostra presenza ma, per precauzione, cerchiamo di non fare rumore e ci godiamo questo momento.

Quando si allontana e si nasconde tra la vegetazione noi proseguiamo il nostro percorso e avvistiamo diverse giraffe e un elefante solitario che si stava recando alla pozza di Namutoni.

Completato il loop del Fischer Pan torniamo a Namutoni e ci dirigiamo verso sud; come prima cosa andiamo alla pozza artificiale di Kalkheuwel che solitamente è sempre molto frequentata dagli animali, infatti quando arriviamo troviamo diversi orici e subito dopo arrivano diverse zebre, le antilopi saltanti (springbok), gli gnu, molti impala dal muso nero e una giraffa.

Stiamo qui un po’ di tempo a goderci lo spettacolo e a guardarci in giro con il binocolo, sui rami di arbusti e alberi avvistiamo molti uccelli.

La pozza di Kalkheuwel non delude mai.

Da qui torniamo verso nord e andiamo alla sorgente naturale di Chudop, oltre ad essere molto bella dal punto di vista paesaggistico, qui c’è sempre acqua, poiché è una fonte permanente; quindi gli animali, sapendolo, si recano spesso qui.

Quando arriviamo troviamo un branco di giraffe che stanno bevendo, il loro profilo si riflette sulla superficie dell’acqua; scattiamo meravigliose fotografie.

Non è semplice bere per le giraffe, devono assumere una posizione molto scomoda, piegandosi sulle gambe o allargandole, per poter arrivare con la testa all’acqua; sono molto vulnerabili in questa posizione e quindi, prima di abbassarsi a bere sono molto guardinghe.

Anche qui abbiamo avvistato diversi impala dal muso nero, zebre e springbok che, a turno, si recano alla pozza.

Inoltre ci sono moltissime faraone dall’elmetto (helmeted guineafowl) che si ammassano sul bordo della pozza, poi all’improvviso, senza alcun motivo apparente, volano via tutte insieme, per poi ritornare, correndo, verso l’acqua; questo movimento si è verificato più volte, creando un po’ di scompiglio anche tra gli impala e gli springbok che, nel dubbio di non sapere cosa stava succedendo, scappano a loro volta.

In lontananza vediamo una coppia di sciacalli della gualdrappa (black-backed jackal) che camminano velocemente perlustrando la zona, alla ricerca di qualcosa di cui cibarsi; solitamente gli sciacalli sono saprofagi ma a volte cacciano piccoli mammiferi e uccelli, infatti poco dopo, uno dei due riesce a catturare una tortora (dove).

E’ quasi l’ora del tramonto e noi dobbiamo lasciare a malincuore la sorgente di Chudop, la luce aranciata del sole che sta scendendo all’orizzonte colora il cielo e illumina il Pan dell’Etosha, colorandolo di sfumature calde; nel Parco Nazionale di Etosha è vietato circolare dopo il tramonto e quindi dobbiamo recarci al gate.

Questo non ci impedisce di goderci questa luce meravigliosa e di ammirare un enorme branco di orici che cammina sul pan; le loro ombre lunghe, create dal sole al tramonto, sono meravigliose.

Abbiamo scelto un campsite appena fuori dal gate, in modo da essere pronti l’indomani mattina per entrare presto nel Parco Nazionale di Etosha.

La mattina successiva infatti ci siamo alzati prima dell’alba, abbiamo fatto una colazione veloce e poi ci siamo recati subito all’ingresso di Von Lindequest Gate.

Una volta entrati ci dirigiamo subito verso sud, andiamo nuovamente alla sorgente di Chudop, è una delle mie preferite e come sempre non delude: anche oggi ci sono diverse giraffe e alcuni orici, inoltre c’è, appollaiata sul ramo di un albero, una bellissima aquila rapace (tawny eagle); vediamo anche alcune otarde di Kori (Kori bustard), l’uccello in grado di volare più pesante al mondo.

Da qui proseguiamo verso sud, in questa giornata perlustreremo la parte di Parco Nazionale di Etosha compresa tra Namutoni e Halali.

Facciamo una breve deviazione per tornare anche alla pozza permanente di Kalkheuwel dove ci sono diverse zebre con alcuni puledri, le immancabili giraffe e alcuni eland; tutti radunati qui per bere.

Proseguendo verso sud incontriamo alcuni enormi elefanti che ci attraversano la strada e che si dirigono verso il Pan dell’Etosha; la loro pelle è molto chiara, sembrano quasi bianchi, il motivo è molto semplice, la sabbia qui contiene molto sale e è bianca, quindi, di conseguenza, anche gli elefanti, che hanno l’abitudine di cospargersi di terra e fango, risultano essere dello stesso colore; gli elefanti dell’Etosha vengono chiamati, proprio per questo motivo, “Ghost elephant” o “elefanti fantasma”.

Ci fermiamo più volte lungo il nostro percorso per osservare un branco di orici o qualche uccello che attira la nostra attenzione; incontriamo qualche auto, dopo tutto la zona di Namutoni è una delle più frequentate del Parco Nazionale di Etosha, ma, mentre procediamo verso sud, troviamo sempre meno veicoli.

Ad un certo punto prendiamo una strada secondaria e percorriamo la pista che conduce alla pozza di Okerfontein, dove di trova una sorgente; arriviamo appena in tempo per vedere un giovane leone maschio che si sta allontanando dalla pozza e sta camminando in direzione del pan, a volte il safari è questione di attimi, se fossimo arrivati solo 10 minuti dopo il leone sarebbe stato troppo lontano per poterlo ammirare in tutta la sua bellezza e maestosità.

Poco dopo avvistiamo un piccolo branco di elefanti e alcuni lichi rossi (red hartebeest) tra i cespugli di acacia, ci guardano un po’ stupiti, quasi incuriositi; forse gli abbiamo disturbati mentre stavano mangiando, ma non era certamente nostra intenzione.

Ritorniamo sulla strada principale e, poco dopo, ci fermiamo in un area pic nic molto bella che si affaccia direttamente sul pan, i tavoli si trovano sotto un tetto di paglia dove sono esposti una serie di pannelli informativi sul Parco Nazionale di Etosha e su i suoi elefanti.

Pranziamo, ci rilassiamo un po’ e pianifichiamo l’itinerario per il resto della giornata; quando ripartiamo ci dirigiamo, come prima cosa, all’Etosha Lookout: una strada si addentra per qualche chilometro nel pan, dove termina la pista si può scendere dall’auto e, prestando un po’ di attenzione, ci si può avventurare sulla immensa distesa di sale bianchissima.

Con il riverbero del sole il bianco del sale è quasi accecante, è un luogo unico, un panorama difficile da descrivere e anche le fotografie non rendono tutto il suo splendore.

Da qui guidiamo verso sud est in direzione di Halali, visitiamo un paio di pozze, ma non c’è molta acqua e quindi non ci sono animali.

In lontananza avvistiamo due colline ricoperte da alberi, sono le due colline che si trovano ad Halali, la nostra meta di stasera, e gli alberi sono moringa ovalifolia che spesso vengono confusi con i baobab, soprattutto in questo periodo dell’anno, in cui non hanno le foglie, anche se, guardandoli bene, i baobab hanno tronchi più massicci mentre i moringa sono più slanciati.

Poco dopo arriviamo al camping di Halali, è una struttura abbastanza grande e al suo interno racchiude il campeggio, gli chalet, un ristorante, un negozio abbastanza rifornito di generi alimentari, il benzinaio e la pozza di Moringa che è famosa poiché la sera viene spesso visitata dagli animali, in particolare dai rinoceronti.

Andiamo direttamente alla pozza, il sole sta scendendo all’orizzonte, parcheggiamo la nostra auto e armati di macchine fotografiche e di Savanna percorriamo il sentiero che conduce al punto di osservazione.

Siamo proprio di fronte al sole che tramonta e sotto di noi si trova la pozza; c’è un silenzio surreale, le poche persone che presenti sono lì tutte in attesa che succeda qualcosa e, all’improvviso un rinoceronte nero si fa largo tra gli arbusti e si reca alla pozza a bere.

E’ un bellissimo esemplare, il silenzio viene rotto solamente dal rumore delle macchine fotografiche che lo immortalano, ma siamo sufficientemente lontani da non disturbarlo.

Ci godiamo questa scena meravigliosa con un tramonto spettacolare, ma non è finita, poco dopo infatti arriva un altro rinoceronte nero, ma non è da solo, è accompagnato dal suo cucciolo; che meraviglia.

Come se non bastasse arriva un quarto rinoceronte, non ci crediamo, una scena spettacolare; il sole intanto è tramontato e le sagome dei rinoceronti si stagliano nel riflesso della pozza.

Inizia a fare freddo ma noi rimaniamo fino a quando i rinoceronti, dopo aver bevuto, se ne vanno, tornando nella boscaglia.

Siamo felicissimi di questo avvistamento, speravamo di vedere i rinoceronti ma addirittura quattro, ha superato di molto le nostre aspettative.

La mattina seguente ci siamo svegliati prima dell’alba e siamo tornati alla pozza di Moringa sperando in qualche altro avvistamento fortunato, ma non si è visto nessuno; ma si sa i safari sono così, non può prevedere cosa si vedrà.

Prendiamo la nostra auto e partiamo, in questa terza giornata visitiamo la parte del Parco Nazionale di Etosha compresa tra Halali e Okaukuejo.

La parte di parco intorno ad Halali è poco frequentata, soprattutto al mattino presto, perché si trova lontano dagli ingressi, quindi o si dorme ad Halali oppure non si riesce a giungere fino a qui se non nelle ore centrali della giornata; infatti in strada siamo da soli.

Vediamo molti animali tra cui giraffe, zebre, gnu, lichi rossi (red hartebeest) e le onnipresenti antilopi saltanti (springbok); spesso qualcuno di loro ci attraversa la strada, noi siamo prudenti alla guida e non superiamo mai il limite di velocità che è di 40 km/h.

Prendiamo la deviazione che ci porta alla Rietfontein; qui ci sono diverse antilopi e, in parte nascoste tra la vegetazione, ci sono due leonesse che osservano attentamente tutto quello che succede, non sembrano interessate a cacciare ma comunque hanno lo sguardo vigile, potrebbe sempre capitare un’occasione irrinunciabile.

La nostra attenzione viene catturata da un airone guardiabuoi (cattle egret) che sta puntando qualcosa, infatti subito dopo riesce a catturare uno scincide che cerca invano a divincolarsi per liberarsi dalla forte presa del becco del volatile, l’airone riesce a inghiottirlo ancora vivo.

Proseguiamo la nostra esplorazione ma alcune pozze sono senza acqua e quindi sono completamente disabitate.

Poco dopo arriviamo a Sueda e la vista si apre su alcune formazioni saline spettacolari, qui c’è una sorgente, ma l’acqua è così salata che nessun animale si reca qui a bere, ma il paesaggio è spettacolare, sembra quasi di essere sulla luna; una curiosità: nel Parco Nazionale di Etosha sono state girate alcune scene di 2001: odissea nello spazio.

Mentre proseguiamo il nostro percorso verso Okaukuejo visitiamo alcune pozze e, stranamente, vediamo pochi animali, anche alla Olifantsbad, dove solitamente ci sono gli elefanti, ci sono solo kudu e springbok; chissà dove si sono nascosti gli elefanti oggi, la natura è davvero imprevedibile.

Alla pozza di Aus assistiamo a un fenomeno pazzesco, c’è uno stormo di uccelli, composto da decine di migliaia di esemplari, che volano tutti all’unisono; si posano, poi si alzano in volo, compiono delle evoluzioni spettacolari e poi si posano nuovamente, per ripartire subito dopo.

Rimaniamo incantati ad osservarli, quasi ipnotizzati; sembrano guidati da una forza invisibile.

Quando arriviamo a Okaukuejo entriamo nel complesso e andiamo a fare un po’ di spesa, qui c’è l’unico negozio della zona dove poter acquistare alimentari; facciamo qualche foto anche alla torre che si trova all’interno e che venne costruita dai tedeschi e poi decidiamo di uscire, oggi pomeriggio abbiamo fatto pochi avvistamenti, ma a volte succede.

Imbocchiamo la strada che conduce all’Andersson Gate e, dopo qualche chilometro, vediamo in lontananza due animali che attraversano la strada; li riconosciamo subito, sono due leonesse!

Ci avviciniamo velocemente e arriviamo in tempo per vederle camminare tra la boscaglia e dirigersi su una piccola collina poco distante; è incredibile, gli avvistamenti più belli accadono quando meno te lo aspetti.

Proseguiamo soddisfatti di aver visto le leonesse e, poco dopo, alla nostra sinistra vediamo una bellissima famiglia di elefanti, saranno 15 e hanno anche diversi cuccioli, tra cui uno davvero piccolo, avrà uno o due mesi; ecco dov’erano finiti.

Ci fermiamo a bordo strada e li aspettiamo, stanno camminando paralleli a noi, un po’ in lontananza in una zona di arbusti, ma più avanti la vegetazione è meno fitta, una volta arrivati dove si trova l’erba bassa riusciamo a vederli molto bene.

Che meraviglia, camminano in fila, illuminati dalla luce calda del sole che nel frattempo sta iniziando a scendere all’orizzonte; sono tranquilli, nonostante abbiamo i cuccioli, il branco è guidato da un’esemplare enorme e stupendo, è spettacolare vederlo incedere fiero.

I due avvistamenti più belli di tutta la giornata li abbiamo fatti sulla strada che conduce all’uscita; siamo troppo felici.

Il mattino seguente ci presentiamo all’Andesson Gate all’orario di apertura e siamo tra i primi ad entrare; oggi è l’ultimo giorno all’interno del Parco Nazionale di Etosha e decidiamo di esplorare la parte più occidentale del parco.

Fino al 2015 questa zona era chiusa al pubblico, solo coloro che pernottavano in un lodge o in un campeggio presente nella zona potevano effettuare safari in quest’area.

Mentre dal 2015 questa zona è stata aperta al pubblico e quindi chiunque può avventurarsi in quest’area; nonostante questo però sono davvero poche le auto che si incontrano da queste parti.

Come prima cosa siamo andati a vedere la “Foresta Fantasma” (Ghost Forest) o Sprokieswoud; questa foresta viene chiamata così poiché qui sono presenti diversi alberi di moringa ovalifolia che, quando sono spogli, sembrano alberi fantasma.

A dire la verità pensavamo di trovare molti alberi di moringa, invece ce ne sono solo alcuni e sono stati cintati per proteggerli dagli elefanti; ne abbiamo visti di più sulle due colline che si trovano vicino ad Halali.

Da qui ci dirigiamo verso la Charl Marais Dam, durante la stagione delle piogge qui c’è molta acqua, ma in questo periodo dell’anno, in piena stagione secca, non ve ne è traccia e di conseguenza ci sono pochi animali.

Quindi andiamo diretti alla pozza artificiale di Ozonjuitji m’Bari dove invece si fanno sempre ottimi avvistamenti, infatti quando arriviamo troviamo molte zebre e tanti gnu, alcuni dei quali lottano tra loro, diversi orici con i cuccioli, le antilopi saltanti (springbok), un gruppo di struzzi e una coppia di sciacalli che presidiano sempre la zona intorno alle pozze.

Rimaniamo qui un po’ e poi proseguiamo il nostro percorso, tanto nel pomeriggio dobbiamo passare nuovamente di qui e torneremo a vedere nuovamente questa pozza.

In questa parte di parco, sia alle pozze sia lungo la strada, avvistiamo più animali, in particolare branchi più numerosi di erbivori; è vero che gli incontri in safari sono sempre imprevedibili, però la sensazione che abbiamo avuto è che qui, essendoci meno auto, gli animali siano più tranquilli.

Ci spingiamo fino alla pozza artificiale di Nossob dove assistiamo ad un avvistamento che ci ha un po’ emozionato: alla pozza ci saranno stati una trentina di avvoltoi di differenti specie; ci sono infatti alcuni esemplari di avvoltoio orecchiuto (lappet-faced vulture), molti grifoni dorso bianco (white-backed vulture), i capovaccai pileati (hooded vulture) e qualche grifone del Capo (Cape Vulture).

Alcuni hanno le penne bagnate, probabilmente si sono bagnati in acqua, altri si guardano in giro guardinghi; sono bellissimi da osservare.

Da qui vorremmo proseguire oltre ma la strada per tornare indietro non è poca e nel parco si può procedere a velocità moderata; meglio tornare indietro, non possiamo correre il rischio di arrivare tardi al gate.

Dopo aver percorso un po’ di chilometri, da lontano, vediamo un branco di elefanti, sono alla pozza di Sonderkop; prendiamo immediatamente la deviazione che porta fino a lì e troviamo un posto appartato dove parcheggiare e da dove ammirarli senza disturbarli.

Quando arrivano altre due auto un paio di esemplari iniziano a guardare i veicoli un po’ infastiditi, forse perché uno di questi si è avvicinato loro un po’ troppo.

Il branco ha diversi cuccioli, alcuni dei quali molto piccoli, ed è normale, in certe situazioni, che siano guardinghi perché si sentono più vulnerabili.

I cuccioli si rotolano nel fango e nell’acqua della pozza, mentre gli esemplari più adulti si spruzzano con la terra e con il fango; alcuni invece vanno a bere direttamente dalla cisterna che alimenta la pozza, sono troppo intelligenti, hanno capito che lì l’acqua è più pulita rispetto a quella della pozza.

Trascorreremmo ore a guardarli, ma dopo averli osservati per un po’ di tempo, dobbiamo andare e torniamo sulla strada principale; ma a Ozonjuitji m’Bari, che è poco distante, ci aspetta un altro spettacolo.

Anche qui troviamo un branco di elefanti che fanno il bagno, circondati da alcuni orici, springbok, giraffe, gnu, zebre e struzzi; ogni volta che un elefante esagera un po’ nello spruzzare l’acqua tutti gli altri animali scappano impauriti come se fosse successo chissà cosa, una scena molto bella da osservare.

Come se non bastasse dalla parte opposta rispetto alla pozza un meraviglioso rinoceronte nero è lì seduto nella sabbia con la luce del sole che lo illumina; ad un certo punto si è alzato ed ha iniziato a camminare in direzione opposta alla pozza, forse infastidito dalla confusione creata dagli elefanti.

Soddisfatti da questa seconda parte della giornata torniamo verso Okaukuejo e poi proseguiamo verso l’Andersson Gate ed usciamo dal parco.

Abbiamo trascorso quattro giornate intense nel Parco Nazionale di Etosha, abbiamo fatto avvistamenti spettacolari e ammirato panorami mozzafiato; l’Etosha non delude mai e noi speriamo di tornarci presto.

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Etosha National Park: Etosha Pan - Photo Credits: Romina Facchi

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Our car! - Photo Credits: Romina Facchi

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Soweto: Orlando Power Station Towers - Photo Credits: Romina Facchi

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Khama Rhino Sanctuary: Black Rhino - Photo Credits: Romina Facchi

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Kubu Island - Photo Credits: Romina Facchi

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Nxai Pan: Baines Baobab - Photo Credits: Romina Facchi

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Central Kalahari Game Reserve: Lion - Photo Credits: Romina Facchi

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Moremi Game Reserve: Leopard - Photo Credits: Romina Facchi

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San people - Photo Credits: Living Culture Foundation 

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Namibia: Mahango National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Swakopmund - Photo Credits: Romina Facchi

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Skeleton Coast: Ugab Gate - Photo Credits: Romina Facchi

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Windhoek - Photo Credit: Jbdobane

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Kgalagadi: Cheetah - Photo Credits: Romina Facchi

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West Coast National Park: Mountain Cape Zebra - Photo Credits: Romina Facchi

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South Africa: Hermanus - Photo Credits: Romina Facchi

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Cape Town: Waterfront - Photo Credits: Romina Facchi

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Karoo National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Our expedition - Photo Credits: Romina Facchi