L’Etiopia custodisce un tesoro unico e meraviglioso: Lalibela e le sue chiese rupestri.

Lalibela è considerata una delle mete più importanti per chi è alla ricerca di meraviglie architettoniche, non solo nel continente africano, ma in tutto il mondo; deve questa sua fama alle stupefacenti chiese scavate nella roccia, opere protette e dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Lalibela ospita alcune tra le chiese cristiane ortodosse più antiche del mondo che ancora oggi possono essere ammirate nella loro bellezza; le chiese di Lalibela sono meta di pellegrinaggio da parte dei devoti e la spiritualità di questo luogo è quasi palpabile.

Non potevamo non venire in questo luogo così incredibile, una Gerusalemme d’Etiopia voluta dal re Lalibela, da cui prende il nome, per permettere ai cristiani di recarsi in pellegrinaggio, evitando di attraversare i pericolosi territori mussulmani.

Lalibela sorge sull’altopiano etiope a circa 2.600 metri s.l.m., questa è una regione impervia, dura e aspra ma il paesaggio che regala è fantastico: le vallate e le dorsali montuose si susseguono una dietro l’altra ed in passato hanno contribuito a rendere questo luogo quasi inaccessibile.

Oggi nella valle scavata dal fiume è stato realizzato un aeroporto, che dista solo 16 chilometri dalla città e che permette di raggiungere Lalibela e le sue bellezze in poco tempo; in passato erano necessari oltre 2 giorni di viaggio per giungere fino qui dalla capitale Addis Abeba.

A differenza di altri luoghi di culto, dove i santuari si elevano verso il cielo e le croci indicano la direzione ai fedeli, a Lalibela le chiese sono nascoste nelle viscere della roccia, circondate da profonde trincee e non emergono neppure di un metro dalla roccia madre, le si vede solo quando ci si avvicina.

A Lalibela abbiamo visitato il monumentale complesso sacro dove si trovano 11 chiese monolitiche, tutte diverse tra loro; alcune sono completamente isolate dalla roccia che le circonda, altre sono invece ricavate in cavità naturali o in anfratti scavati appositamente, e uno o più lati risultano addossati alla roccia.

Un elemento che sorprende di questo complesso è che le chiese sono tutte collegate tra loro da trincee, tunnel, cunicoli, corridoi e gallerie, anch’essi scavati nella roccia rossa.

La leggenda vuole che le chiese rupestri siano state costruite dagli uomini con l’aiuto degli angeli, che lavoravano alla loro realizzazione durante la notte.

Si dice che il complesso sia stato realizzato in soli 23 anni, un periodo breve se si pensa all’enorme lavoro svolto e alle tecniche di costruzione e di scavo che non prevedevano l’uso delle moderne macchine; ma non si sa se questo corrisponde alla realtà.

Anche il volume del materiale che veniva scavato era gigantesco, un paragone con il tempio di Abu Simbel in Egitto rende chiaro l’enorme lavoro svolto: il tempio egiziano si stima avesse prodotto un volume di scavo di circa 22.000 metri cubi di materiale, le stime fatte a Lalibela parlano di un volume di oltre 100.000 metri cubi di materiale scavato, quasi cinque volte tanto.

Il gruppo di chiese rupestri è diviso in due da un torrente, che venne rinominato Yordanos, un richiamo evidente al fiume Giordano in Terra Santa; inoltre è presente una chiesa che è stata costruita isolata da tutto il resto del complesso: la Chiesa di San Giorgio o Bet Giyorgis.

Le chiese rupestri che si trovano nel gruppo nordoccidentale sono: Bet Medhane Alem, Bet Meskel, Bet Danaghel, Bet Mika’el e Bet Golgotha; mentre le chiese rupestri che costituiscono il gruppo sudorientale sono: Bet Gabriel, Bet Rafael, Bet Lehem, Bet Merkorios, Bet Amanuel e Biete Abba Libanos.

Abbiamo visitato questo incredibile luogo sacro la domenica, quando le chiese sono frequentate da numerosi fedeli, che giungono qui per ricevere la benedizione dei preti che indossano un elaborato e colorato abbigliamento e sorreggono le elaborate e pesanti croci d’oro o di argento.

E’ molto suggestivo osservare le donne che giungono qui per pregare, indossano abiti bianchi che coprono il corpo e la testa; spesso si inginocchiano sul bordo scavato delle chiese o scendono silenziose attraverso le gallerie che portano al cortile delle chiese.

Attorno a Lalibela sorgono numerosi monasteri, sono molto suggestivi e sono luoghi spirituali molto sentiti dalla popolazione; spesso sono realizzati in anfratti naturali o scavati nella roccia.

Alcuni di questi monasteri custodiscono croci impressionanti finemente lavorati e manoscritti sacri, arricchiti da miniature dipinte, realizzati su pergamena o sottili pagine di pelle di capra.

Un viaggio in Etiopia non può dirsi completo se non include Lalibela e i suoi capolavori, inoltre qui si avvista facilmente il Gipeto o l’avvoltoio degli agnelli, un rapace bellissimo dall’apertura alare impressionante.

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Ethiopia: Omo valley - Photo Credits: Romina Facchi

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Mursi people - Photo Credits: Romina Facchi

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Ethiopia: Tiya Stems - Photo Credits: Romina Facchi

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Tiya Stems - Photo Credits: Romina Facchi

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Dassanech people - Photo Credits: Romina Facchi

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Abijatta-Shalla National Park - Photo Credits: Romina Facchi

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Meskel - Photo Credits: Romina Facchi

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Dorze Village - Photo Credits: Romina Facchi

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Konso people - Photo Credits: Romina Facchi