La Conservation Area del Ngorongoro si estende per 8300 kmq e si trova nel nord della Tanzania, a est del Parco Nazionale del Serengeti con cui confina e a ovest della scarpata occidentale della Great Rift Valley.
 
A differenza dei Parchi Nazionali della Tanzania che sono amministrati dalla Tanapa, quest’area viene amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area Autority che consente alle popolazioni autoctone, come ad esempio i Masai, di vivere all’interno dell’area, anche se con qualche restrizione.
 
La Conservation Area del Ngorongoro è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1979 proprio per la sua bellezza e per l’unicità del suo ecosistema.
 
Le aree principali della NCA (Ngorongoro Conservation Area) sono quattro:
 
  • Il Cratere di Ngorongoro
  • Gli Altopiani Orientali
  • Gli Altopiani Meridionali
  • Le Pianure Settentrionali
 
Il Cratere di Ngorongoro è la caldera intatta e non allagata più grande del mondo, si è formata in seguito all’esplosione, e successivo collasso, di un vulcano circa 3 milioni di anni fa; al suo interno, grazie a un microclima che si è venuto a creare, ospita una concentrazione di animali straordinaria, un piccolo paradiso in terra.
 
All’interno del cratere si trova sia la savana, sia piccole paludi, un lago salato e qualche bosco di acacie gialle, questa varietà consente a molte specie di animali di sopravvivere all’interno della caldera.
 
Le pareti del cratere sono ricoperte da una fitta foresta che a sua volta ospita altri animali; questa foresta, insieme alla differenza di temperature tra la base del cratere, la cima delle pareti e l’area circostante, sono la causa della costante nebbia che si forma, soprattutto sulla cima del bordo del cratere.
 
Una visita di una giornata all’interno del cratere è un’esperienza imperdibile e le possibilità di avvistamento di animali sono straordinarie; l’unico difetto è che c’è spesso traffico, soprattutto al mattino presto, lungo le due strade che scendono nel cratere, nelle aree adibite a pic-nic e anche in prossimità di avvistamenti eccezionali.
 
A est del Cratere di Ngorongoro di trovano gli Altopiani Orientali, quest’area spesso viene trascurata dai visitatori, ma questo è uno sbaglio poiché è di una bellezza indescrivibile e merita sicuramente una visita.
 
Uscendo da Ngorongoro percorrendo la Lemala Road ci si ritrova in questa zona remota, dove è possibile ammirare crateri di vulcani estinti e visitate i villaggi Masai.
 
Proseguendo lungo la strada sterrata si incontra il Cratere di Olmoti, più piccolo del Cratere di Ngorongoro ma altrettanto affascinante; nella base del cratere vivono diverse specie di animali, così come sui versanti ricoperti di foresta; è possibile, seguendo un antico sentiero Masai, salire sul bordo del cratere per poi scendere al suo interno e scoprire la flora e la fauna che qui vivono.
 
Proseguendo lungo la strada principale si incontra un altro cratere: il Cratere di Empakaai.
 
Anche questo cratere è più piccolo del Cratere di Ngorongoro ma al suo interno racchiude un gioiello: un lago salato che ricopre circa metà della superficie del fondo del cratere.
 
E’ possibile affrontare un trekking che conduce sul bordo del cratere, da cui si può godere di una vista senza pari, non solo sul fondo, ma anche sul non lontano vulcano attivo Ol Doinyo Lengai, monte sacro per i masai e, nelle giornate particolarmente limpide, sul Kilimanjaro e sul Lago Natron; è possibile anche scendere all’interno del cratere, sempre affrontando un trekking.
 
Questa zona è poco frequentata e sarà difficile incontrare altri visitatori, questo contribuisce a rendere unica una visita sugli altopiani orientali.
 
Mentre percorrendo tutta la strada che corre sul bordo meridionale del Cratere di Ngorongoro verso ovest si giunge, una volta scesi dal bordo, agli Altopiani Meridionali: un’altra zona che raramente viene visitata ma che riserva panorami spettacolari.
 
Qui è possibile scalare il Monte Lemagarut, serve essere preparati e allenati per affrontare l’ascesa a questo monte alto 3147 metri s.l.m., ma la fatica viene ripagata da una vista spettacolare dalla sommità; il panorama spazia dalle pianure infinite del Parco Nazionale del Serengeti, al Cratere di Ngorongoro e al Lago Eyasi.
 
La strada prosegue fino alle Colline di Irsimigiyo e attraversa una serie di villaggi Masai che si possono visitare, inoltre, lungo il percorso, non è inusuale incontrare ragazzi che conducono il bestiame al pascolo o donne che raccolgono erbe e radici.
 
E’ possibile anche effettuare un walking safari, accompagnati da un ranger armato, fino al bordo della scarpata occidentale della Great Rift Valley, da qui si apre una vista sul Lago Eyasi e sulla valle, terra dei Datoga e degli Hadzabe.
 
Infine verso nord si trovano le Pianure Settentrionali che, se dal punto di vista amministrativo fanno parte della Conservation Area di Ngorongoro, dal punto di vista geografico fanno parte dell’ecosistema del Serengeti.
 
Qui infatti nei mesi da dicembre a marzo le mandrie di gnu e zebre, che ogni anno affrontano la Grande Migrazione, si radunano per nutrirsi dell’erba molto nutriente che cresce su questo terreno vulcanico e per dare alla luce i cuccioli che, non appena verranno svezzati, intraprenderanno il viaggio della vita che li condurrà, attraverso il Parco Nazionale del Serengeti, fino in Kenya nella Riserva Nazionale del Masai Mara.
 
Nella zona più a ovest si trovano i laghi salati di Ndutu e Masek, circondati da paludi e da un’area boscosa dove vivono molti animali, molti dei quali risiedono qui tutto l’anno.
 
Sempre in questa zona si trova uno dei siti archeologici più importanti al mondo: la Gola di Olduvai; qui sono stati ritrovati i resti di differenti ominidi appartenenti ad epoche diverse, che hanno aiutato i paleontologi a riscrivere parte della storia dell’uomo.
 
Poco lontano si trova un altro sito dove sono state rinvenute le impronte di ominidi 3 milioni di anni fa: Laetoli; un’altra scoperta eccezionale, le impronte però non sono visibili poiché sono state ricoperte per preservarle dalle intemperie e da fenomeni di corrosione.
 
A nord della Gola di Olduvai si trovano le Shifting Sands, dune color antracite che vengono modellate e spostate dai venti che soffiano in questa zona, la particolarità di queste dune è che, essendo elettromagnetiche, la sabbia che le costituisce non si disperde ma resta compatta.
 
Spesso i visitatori attraversano questa zona lungo il loro viaggio da o verso il Parco Nazionale del Serengeti senza fermarsi, mentre una sosta di qualche ora, anche quando la Migrazione non è presente in queste terre, potrebbe rivelare delle piacevoli sorprese.
 

Le zone della Conservation Area del Ngorongoro

  • Il Cratere di Ngorongoro
  • Gli Altopiani Orientali
  • Gli Altopiani Meridionali
  • Le Pianure Settentrionali