Il Lago Natron è uno dei posti più inospitali della terra, situato al nord della Tanzania al confine con il Kenya, è un lago fortemente alcalino che occupa una depressione della Rift Valley; sembra un paesaggio di Marte, deserto e desolato.
 
Però, anche se non sembrerebbe a prima vista, c’è vita nel lago, sia nelle acque basse, sia fuori dalla superficie dell’acqua; milioni di fenicotteri rosa minori scelgono quest’area per la nidificazione.
 
Situato non lontano dal confine con il Kenya, il Lago Natron giace all’interno del Gregory Rift, un braccio che si estende ad est, della più estesa Great Rift Valley, o grande fossa tettonica, e si trova a circa 600 metri di altitudine.
 
Questo lago salino si estende per 56 chilometri di lunghezza e per 24 chilometri di larghezza e raggiunge una profondità massima di appena 3 metri; le acque con cui viene alimentato provengono dal sottosuolo e sono estremamente alcaline, per via dell’elevata concentrazione di carbonato di sodio.
 
Il lago, infatti, prende il nome proprio dal carbonato idrato di sodio; noto appunto come Natron.
 
Il Natron è conosciuto fin dai tempi dell’antico Egitto, all’epoca veniva utilizzato nella mummificazione dei cadaveri; questo sale ha infatti la proprietà di assorbire l’acqua dai tessuti corporali, lasciandoli disidratati; gli egiziani lo raccoglievano dal letto dei laghi alcalini ormai secchi e lo utilizzavano appunto per le sue proprietà prosciuganti ed antibatteriche.
 
Se si immerge un corpo nel natron, questo sale ne assorbe tutti i liquidi e, contemporaneamente, i microorganismi, responsabili della decomposizione, vengono allontanati poiché non sono in gradi di sopravvivere in un ambiente così alcalino.
 
E’ possibile avvistare alcune carcasse di animali, in prevalenza uccelli, che sembrano statue di pietra, sono molto scenografici; in realtà questi animali dopo la loro morte si sono mummificati proprio a causa dell’elevata presenza di carbonato di sodio nelle acque del lago.
 
Queste acque provengono dal vulcano che fa da sfondo al lago Natron: il vulcano Ol Doinyo Lengai, il cui nome significa “montagna di Dio” in lingua Masai; il carbonato di sodio viene proprio dai residui delle eruzioni del vulcano, quando piove infatti, l’acqua penetra nel terreno e si arricchisce di questi elementi e, quando riaffiora nel lago lo rende uno degli ambienti più inospitali del continente africano.
 
L’area del lago Natron è caratterizzata da un clima semi desertico, un’area estremamente arida e con elevate temperature che arrivano a toccare i 40 gradi, soprattutto nella stagione secca da giugno ad ottobre; questo provoca un’elevata e veloce evaporazione delle acque del lago.
 
Per l’effetto dell’evaporazione il livello di salinità delle acque aumenta, creando le condizioni ideali per lo sviluppo di cianobatteri, microrganismi che traggono nutrimento da un processo del tutto simile alla fotosintesi clorofilliana delle piante.
 
I cianobatteri contengono dei pigmenti di un colore rosso che conferiscono al lago il suo caratteristico colore; soprattutto durante i mesi più secchi dell’anno il lago tende ad assumere una colorazione rossa che degrada verso l’arancio nelle zone meno profonde.
 
E’ proprio durante questo periodo, in particolare tra luglio ed agosto, che circa due milioni e mezzo di fenicotteri rosa minori, Lesser Flamingo in inglese, giungono sulle sponde del lago per riprodursi e a nidificare.
 
I fenicotteri, grazie al loro becco, riescono a filtrare le acque del lago per trattenere il nutrimento di cui necessitano.
 
Questo è un luogo selvaggio ed ostile, il Ph dell’acqua è così elevato da renderla corrosiva come l’ammoniaca, è quindi sorprendente che ci siamo delle forme di vita che riescano a nutrirsi e a proliferare, come i fenicotteri; ma questa inospitalità costituisce una forma di difesa della specie: il terreno caustico, infatti, crea una barriera che allontana i predatori.
 
I fenicotteri rosa hanno eletto, quindi, questo luogo come loro habitat ideale, il Lago Natron infatti è il luogo con la più alta concentrazione di questi uccelli nel mondo, circa il 75% dell’intera popolazione mondiale vive e si riproduce in queste acque.
 
Ma i fenicotteri non sono l’unico essere vivente che si trova in questa zona: nelle acque del lago infatti si trova la Natron Tilapia o Tilapia Alcalica, Alcolapia alcalicus in latino; un pesce tropicale che riesce a sopravvivere in queste acque saline e che si nutre degli stessi organismi e alghe di cui si nutrono i fenicotteri.
 
In questo ambiente, in cui le temperature sono estreme e i venti sono forti, la vegetazione è scarsa e muoversi attraverso questo ambiente fangoso è quasi impossibile per la maggior parte dei mammiferi,  quindi pochi animali sono in grado di vivere qui.
 
Gli animali residenti qui sono soprattutto gli struzzi, le giraffe, i gerenuk e i kudu minori; inoltre questa zona fa parte del corridoio migratorio che bufali, zebre, gnu ed elefanti utilizzano per spostarsi dal Parco Nazionale del Tarangire al Parco Nazionale del Lago Manyara.
 
Raramente si trovano dei predatori, è tuttavia possibile avvistare avvistare iene, sciacalli e ghepardi.
 
Il lago Natron inoltre o una meta prediletta dagli amanti del birdwatching, poiché offre la possibilità di avvistare più di 400 specie di uccelli.
 
Nelle pianure polverose ed aride nei dintorni del lago la flora è particolarmente scarsa, ma è possibile trovare numerose piante di Rosa del Deserto, Adenium Obesum in latino; questa pianta succulenta ha un tronco molto ingrossato alla base, dove accumula l’acqua da utilizzare nei momenti di siccità, questo le consente di vivere in ambienti aridi e senza acqua per lunghi periodi; solitamente presenta poche foglie, mentre invece ha molti i fiori bianchi e rosa.
 
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