Informazioni Utili

Durata del viaggio

9 giorni/ 8 notti 

Tappe del viaggio/ Highlight

Ouagadougou

Popolo Gurunsi

Etnia Peul

Popolo Lobi

Regione di Banfora

Maschere danzanti

Quando andare

Il periodo miglioreper visitare il Burkina Faso è l'inverno, in particolare i mesi da dicembre a febbraio: il tempo è buono, fa caldo ma l'aria e secca.

Per assistere al festival delle maschere Festima, il periodo è a fine febbraio.

Tipologia di viaggio

Classico culturale

Attività

Safari in piroga

Il Viaggio

Un viaggio in Burkina Faso è un tuffo in una realtà incredibile, ricca di etnie e maschere; nelle culture animistiche alle maschere viene affidato il ruolo di intermediari, in grado di comunicare direttamente con gli Dei.

Il nostro viaggio parte da Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, che conserva ancora il fascino di un antico villaggio, con colorati mercati e gustoso cibo di strada, preparato al momento.

Nei mercati locali, che hanno un fascino d’altri tempi, si incontrano persone appartenenti alle varie etnie: le ingioiellate donne Peul, il Tuareg nei loro fluttuanti vestiti blu e il velo sul volto, i Bella scalzi che spingono coi bastoni  i cammelli e le capre, i Songhai che vendono tabacco, cereali e verdure.

Ci sposteremo poi verso le savane meridionali, dove incontreremo la popolazione dei Gurunsi, che costruisce ed affresca grandi dimore fortificate, gli uomini si occupano della costruzione degli edifici mentre le donne si occupano della finitura realizzando grandi affreschi, impiegando pigmenti naturali rosso, bianco e nero, sullo sfondo ocra dei muri d’argilla; sono disegni geometrici che ricordano antichi simboli tradizionali.

Durante gli spostamenti incontreremo i Peul, questo popolo è in parte ancora nomade; allevano mucche, capre e cammelli, spostandosi nel territorio con le loro mandrie alla perenne ricerca di acqua e pascoli.

Incontreremo i Lobi che hanno mantenuto intatta la loro fede animistica: davanti alle loro case fortificate si trovano i feticci protettori, ai quali offrono libagioni e sacrificano di polli e capre. 

Le loro famose “buthida”, statuette-amuleto, si trovano nelle stanze interne della casa a proteggere l’anima di ciascun Lobi, vivo o defunto; il culto dei morti e degli antenati permea la loro cultura e la loro quotidianità.

L’itinerario prosegue nella regione di Banforacon immense piantagioni di canna da zucchero e i “domes” di Fadebougou, qui acqua e vento hanno plasmato le rocce a forma di cupola, queste conformazioni dominano la pianura. 

La regione di Banfora regala paesaggi lunari di rocce scolpite dal tempo in forma di picchi e guglie e il Lago de Tengreladove, abordo di una piroga, si va alla ricerca degli ippopotami che hanno eletto il luogo quale loro residenza.

Assisteremo poi allo spettacolo incredibile delle maschere danzanti, sono maschere policrome che rappresentano animali, bufali, antilopi, scimmie, uccelli, oltre alla grande maschera piatta della farfalla, lunga almeno due metri; tutte le maschere incarnano gli spiriti della natura, ai quali si chiede fertilità e salute e vengono ringraziate dopo il raccolto. 

La maggior parte della popolazione in Burkina Faso è tuttora animista e la danza delle maschere è un momento di gioia che scandisce la vita dei campi, semina e raccolto, la vita del villaggio, le iniziazioni, i matrimoni ed i funerali.

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Viaggio: Burkina Faso: tra rituali e maschere