Gli Himba risiedono nel nord della Namibia, rifiutano il progresso e la cultura occidentale e vivono secondo le loro antiche tradizioni.
 
I villaggi presentano una forma circolare e quasi sempre sono protetti da un recinto costruito con rami di mopane che tiene lontano eventuali insidie e delimita il perimetro del villaggio stesso.
 
Anche le capanne hanno una forma circolare e vengono costruite utilizzando fango, sterco e rami di mopane; al loro interno sono spoglie e vi si accede da un’apertura realizzata nella parete.
 
Le capanne sono disposte intorno al recinto posizionato al centro del villaggio; in questo recinto, il kraal, viene custodito il bestiame.
Sempre al cento del villaggio arde il fuoco sacro, l’okuruwo, ed è presente la capanna principale dove vive il capo villaggio.
 
La società Himba è matriarcale, le donne ricoprono un ruolo fondamentale e svolgono i lavori più importanti, dalla raccolta dell’acqua, alla costruzione delle capanne e alla cura dei bambini.
 
Anche la cura del fuoco sacro viene affidata alla donna più anziana del villaggio, il fuoco deve restare sempre acceso al centro del villaggio per proteggere gli abitanti dai demoni; il fuoco sacro è considerato lo spirito protettivo del bene.
 
Gli uomini invece si occupano principalmente della cura del bestiame e lo accompagnano in lunghe transumanze alla ricerca di pascoli migliori.
 
Gli antropologi che hanno studiato la struttura sociale affermano che gli Himba hanno la doppia discendenza o discesa bilaterale come altri gruppi etnici che tipicamente vivono in ambienti estremi.
 
La doppia discendenza permette che ogni individuo appartenga contemporaneamente a due clan, quello matriarcale e quello patriarcale, dandogli così la possibilità di poter far affidamento a due gruppi di famiglie nei periodi di bisogno.
Il clan patriarcale, oruzo, trasmette alle nuove generazione la residenza, mentre quello matriarcale, eanda, molto più importante, trasmette la proprietà del bestiame e della terra.
 
L’importanza di poter contare su una famiglia allargata è confermata anche da un insegnamento tribale che recita: “Non fondare il tuo villaggio partendo dal bestiame, parti dalle persone”.
 
Nella società Himba la poligamia è ammessa e ogni uomo può sposare più di una donna, solitamente il primo matrimonio viene combinato dagli anziani del villaggio mentre i successivi matrimoni sono liberi, l’unica cosa necessaria è il consenso degli sposi.
 
I diversi clan che vivono in un villaggio vengono guidati da un capo villaggio che definisce le regole da seguire e impone i divieti, come ad esempio quello di astenersi dal consumare la carne di un determinato animale o il divieto di mungere le vacche da parte di donne mestruate.
 
Gli Himba sono animisti, le loro credenze religiose ruotano attorno alla figura del dio Mukuru e al culto degli antenati.
 
Ogni famiglia deve tenere acceso il fuoco sacro ancestrale che permette di comunicare col dio Mukuru anche grazie alla intercessione degli antenati.
 
Gli Himba credono anche nella stregoneria, omiti, e nella “magia nera” e pensano che coloro che praticano l’omiti possano causare malattie e addirittura la morte.
 
Un’altra credenza è legata ai cerchi delle fate (fairy circles), gli Himba ritengono che siano le impronte lascate dagli dei quando accorrono alle zone di preghiera.
Quando un Himba si ammala è tradizione portarlo al centro del cerchio delle fate affinché possa guarire.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Himba

  • Abbigliamento ed acconciature del popolo Himba
  • I riti della nascita e della morte degli Himba
  • La storia del popolo Himba
  • L'organizzazione sociale e le credenze religiose del popolo Himba
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