La storia di questo paese affonda le sue origini nella preistoria ed ha contribuito a raccontare la storia dell’umanità; infatti nel paese sono stati trovati diversi resti di ominidi appartenenti a differenti epoche, oltre a una serie di oggetti a loro appartenuti.
 
Le sue coste erano note già nel II secolo dopo cristo ai mercanti egiziani, greco-romani e arabi che commerciavano in queste zone; nel corso dei secoli popolazioni arabe e persiane si sono stabilite sulla costa del Kenya.
 
Nell’entroterra invece si sono avvicendati differenti gruppi etnici nel corso dei secoli, provenienti da differenti regioni del continente africano.
 
Dal XV secolo le nazioni europee hanno iniziato ad interessarsi al continente africano, insediandosi sulle coste per avere una base per i loro commerci ed esplorando l’entroterra alla ricerca di materie prime preziose.
 
Sulle coste del Kenya approdarono i portoghesi con Vasco da Gama nel 1498 e da qui controllarono i loro scambi; anche gli arabi erano presenti in queste acque, lottando con i portoghesi per il dominio, che conquistarono quando i portoghesi abbandonarono queste coste.
 
Nel XIX gli inglesi presero il controllo della regione e lo mantennero fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale.
 
Fu un periodo di oppressione e di prevaricazione e le etnie, soprattutto i Kikuyu, presero coscienza della situazione e si organizzarono in un movimento per l’indipendenza, il KANU, sotto la guida di Jomo Kenyatta.
 
Il Kenya riuscì a mantenere l’indipendenza dal Regno Unito il 12 dicembre 1963 e Kenyatta fu eletto primo presidente.
 
Seguirono anni, sotto il governo di Kenyatta e soprattutto do Moi, caratterizzati da un regime quasi dittatoriale; la situazione migliorò quando, dopo 24 anni, Moi non si presentò nuovamente alle elezioni e venne eletto Kibaki, esponente della fazione opposta.
 
Dal 2013 il presidente del Kenya è Uhuru Kenyatta, figlio di Jomo Kenyatta.