I Konkomba sono un gruppo etnico che risiede nel Ghana settentrionale, al confine con il Togo, sono un popolo di agricoltori che riescono a sfruttare al massimo i terreni a loro disposizione.

Per i Konkomba la vita viene scandita da un insieme di riti e cerimonie, che sono parte integrante della vita tribale e vengono considerati fondamentali per la sopravvivenza. 

I Konkomba non hanno una netta distinzione tra sacro e profano, tra spirituale e materiale e tra corpo e anima; la religione è presente in ogni espressione della vita delle persone, dal lavoro al cibo, dalle guerre al riposo.

Il popolo Konkomba crede nel mondo degli spiriti e nei feticci, che sono la rappresentazione dei vari spiriti; questi feticci sono impersonificati dalle montagne, dagli alberi, dalle rocce o da alcuni oggetti artificiali creati dall’uomo, nessuno nella società Konkomba può non essere credente.

I Konkomba credono anche nei totem, solitamente impersonificati da animali, che rappresentano i clan e che sono ritenuti sacri.

Al di sopra degli spiriti i Konkomba credono che ci sia Uwumbor, l’essere supremo e creatore del mondo e del cosmo, l’anima viene dal creatore e dopo la morte ritorna da lui; credono anche nell’esistenza di Kininbon, il signore di tutti gli spiriti maligni.

Per i Konkomba la stregoneria riveste un ruolo cruciale, ritengono infatti che attraverso i rituali magici alcune persone siano in grado di causare malattie e morte ai propri rivali.

Le persone accusate di stregoneria rischiano gravi ripercussioni che possono arrivare al linciaggio e alla morte; questi poteri sono temuti e spesso queste credenze danno rilevanza ed amplificano alcuni eventi casuali, conferendo loro aspetti magici.

Esiste anche un villaggio, definito il villaggio delle streghe, dove le persone accusate di stregonerie, e rifiutate dalla società, trovano un luogo sicuro dove poter vivere, protette da un potente feticheur.

In alcuni casi le presunte streghe o stregoni subiscono un vero e proprio processo per capire se sono colpevoli o innocenti.

Una parte importante dei riti dei Konkomba è rappresentata dal culto degli antenati, che fungono da intermediari con Uwumbor, l’essere supremo; agli antenati vengono offerti sacrifici animali nei santuari che vengono dedicati loro.

Il popolo Konkomba basa la propria economia e la propria sopravvivenza sulla terra e sui raccolti che questa dona loro, quindi la fattoria e i campi sono solitamente oggetto di rituali, le suppliche rivolte agli antenati sono spesso preghiere per chiedere buone piogge e per essere risparmiati dal vento che, soffiando forte dal deserto, piega le spighe e scoperchia le capanne.

Nella vita religiosa dei Konkomba quindi la terra riveste un ruolo di primo piano e sono numerosi i “santuari terra”, il culto della terra viene praticato quotidianamente.

La terra è il simbolo per eccellenza della fertilità ed è la casa di numerosi spiriti, ogni spirito è protettore di un clan e ogni clan ha un suo santuario, chiamato Litingbaln, che personifica lo spirito della terra locale.

Il santuario terra di un clan rappresenta il luogo sacro più importante del clan, solitamente consiste in un baobab o in un boschetto, sotto il quale si trovano delle pietre sacrificali, che hanno la funzione di un altare, su cui vengono presentate le offerte.

I santuari vengono posizionati nei pressi delle fattorie o al confine tra i campi e la savana incolta.

I rituali hanno lo scopo di chiedere la pioggia e vengono solitamente celebrati prima della stagione agraria e prima del raccolto.

I rituali consistono in un sacrificio che viene celebrato presso il santuario, si utilizzano due o più vasi, all’interno dei quali vengono riposte alcuni prodotti, i vasi sono sempre 2 o multipli di 2, questo perché la coppia rappresenta i gemelli, che nelle società contadine rappresentavano un evento particolarmente lieto.

I vasi di argilla sono quadrati, larghi venti centimetri e alti mezzo metro; i vasi, che vengono collocati sulle colline o tra i cespugli, sono ricolmi di offerte come zucche, foglie di patate dolci, semi e semi germinati e hanno la funzione di garantire il benessere del villaggio e dei campi.

Altri rituali consistono nell’incastonare un sasso tra i rami di un albero posto sul lato destro del villaggio, questo sasso simboleggia lo spirito protettivo di una fattoria; mentre per richiedere maggiore fertilità o prosperità nei raccolti viene sacrificato un gallo.

Per molti popoli africani i rituali funebri rivestono un ruolo sociale e religioso molto importante, in quanto rappresenta uno dei rituali di passaggio, connessi al cambiamento dello status dell'uomo e della posizione sociale; anche il popolo Konkomba segue pratiche funerarie complesse.

Per i Konkomba si può affermare che i funerali siano non solo il più importante rituale di passaggio ma anche l’unico.

I riti di sepoltura delle persone anziane, sia uomini che donne, sono più elaborati e rivestono un significato sociale importante, a differenza dei riti di sepoltura più semplici destinati alle persone più giovani, siamo essi adulti, bambini o neonati.

Quando un uomo o una donna anziani muoiono, la loro morte viene annunciata facendo scoppiare della polvere da sparo, inserita in un tubo e con il suono dei tamburi.

Durante il rito funebre il corpo del marito giace nella capanna della moglie più anziana, che rimane col defunto insieme alle altre mogli, cantando nenie durante la notte.

Il rituale procede con la rasatura della testa del defunto che poi viene lavato dalle ragazze non ancora sposate del clan.

Una volta che il corpo è stato purificato, viene avvolto in drappi di tessuto portati dai parenti, i tessuti sono colorati per rendere omaggio alla persona.

I giovani non sposati del clan del defunto e dei clan vicini danno vita a balli rituali, che continuano per tutto il periodo necessario alla preparazione del corpo del defunto.

Alcuni clan utilizzano delle bare dentro cui riporre i defunti altri invece seppelliscono il corpo direttamente nella terra.

Il luogo della sepoltura viene indicato posizionando una zucca, che simboleggia lo spirito del defunto; la tomba viene scavata in forma rotonda solo utilizzando la mano sinistra, che per i Konkomba simboleggia la sfortuna e il negativo.

Il luogo di sepoltura degli uomini anziani si trova vicino alla fattoria, sulla destra dell’ingresso, le donne anziane invece possono essere seppellite essere sia a destra sia a sinistra ma, sempre in prossimità del compound; i giovani vengono posizionati più lontano dalla fattoria e i bambini addirittura all’incrocio dei sentieri, sul confine della proprietà.

Una volta adagiato il corpo all’interno della tomba circolare, il sepolcro viene riempito di terra dai giovani, successivamente vengono posti grossi vasi o pentole sopra il sepolcro, per identificare il luogo della sepoltura.

A seguito della sepoltura si ha un periodo di purificazione che dura alcuni giorni, vengono sacrificati alcuni animali per ingraziarsi lo spirito del defunto e la carne di questi animali non può essere mangiata dagli uomini e dalle donne appartenenti al clan del defunto.

Al terzo giorno di purificazione una ragazza lava la capanna, cacciando fuori gli spiriti negativi che vi possono risiedere.

I rituali di addio al defunto che vengono celebrati dopo la sua sepoltura, lisaachong, si compongono di tre parti: la prima parte consiste nel sacrificare un gallo se la persona morta è un uomo, o una gallina se la defunta è una donna, il sacrificio avviene all’ingresso della capanna del defunto; l’animale viene colpito tre volte per un uomo o quattro se la defunta una donna.

La seconda parte del rituale consiste nel cuocere la carne dell’animale sacrificato, si cucina la carne nel cortile della fattoria e viene offerta alla persona morta per l’ultima volta, questo rito rappresenta l’addio al defunto e serve ad avere la protezione del suo spirito.

Il cibo viene offerto in una ciotola la sera per tre sere di seguito se il defunto è un uomo, quattro sere se è una donna.

La terza parte del rituale consiste nell’offrire del cibo agli antenati, di solito vengono preparate pietanze a base di yam.

Ai funerali partecipano dalle 400 alle 500 persone, la ricchezza dei rituali e delle danze rappresenta lo status del defunto.

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