Il Parco Nazionale di Makgadikgadi Pans in Botswana racchiude al suo interno un’ampia gamma di piante, arbusti ed erbacee, poiché ospita diversi habitat, che vanno dal deserto salato alla zona boscosa, che si trova in prossimità del fiume Boteti.

Nella parte occidentale del Parco Nazionale di Makgadikgadi Pans, lontano dalle superfici salate, ci troviamo di fonte ad un paesaggio molto differente rispetto al resto del parco: praterie ondeggianti e con le dune fossili ricoperte di vegetazione delle Colline di Njuca (Njuca Hills); qui si trovano cespugli di acacia e, lungo le sponde del fiume Boteti, si trova una foresta di fiume.

Il fiume Boteti, soprattutto durante la stagione secca, presenta diversi banchi di sabbia, al di là dei quali si trovano diverse piante tra cui l’Acacia erioloba (camelthorn acacia), l’Acacia mellifera (blackthorn acacia), e la Terminalia sericea (silver clusterleaf) che dominano la foresta che si trova sulle sue sponde; qui si trovano anche alcuni Ficus sycomorus (sycamore fig) e qualche Kigelia africana, quest’ultimi sono conosciuti anche come alberi delle salsicce (sausage tree), per i suoi grandi frutti a forma di salsiccia.

Dall’inizio degli anni ’90 fino al 2009 il fiume Boteti era un fiume quasi completamente asciutto, rimanevano solo alcune pozze, per il resto il suo letto era una distesa di sabbia; dal 2009 invece il fiume è tornato ad essere un fiume perenne e quindi la vegetazione che si trova nelle sue vicinanze ne ha beneficiando, crescendo più rigogliosa.

Solitamente il fiume scorre per un periodo che va dai 20 ai 40 anni, dopo di che si prosciuga e resta in secca per un periodo simile; quindi, non si sa quando, ma è probabile che torni ad essere un fiume stagionale o in secca.

La parte orientale del parco, soprattutto verso sud, è dominata dalla distesa salata e la vegetazione è la stessa che si ritrova in buona parte del complesso dei Makgadikgadi Pans.

Le piogge estive solitamente rivitalizzano la vegetazione ed il manto erboso diventa verde, alcune piante fioriscono e il parco si trasforma completamente; mentre durante i mesi invernali è possibile vedere una distesa di erba dorata su una immensa distesa polverosa.

Dove si trova la crosta di sale dei Pan non cresce alcun tipo di pianta o erbacea o arbusto, poiché niente riesce a tollerare una così elevata concentrazione di minerali salati, associati alla forza del vento che spesso soffia, sollevando la polvere.

Dove si trova una minore presenza di sale invece cresce un manto erboso, costituito principalmente da alcune specie di Digitarias, che, durante la stagione secca, ingialliscono, mentre durante la stagione delle piogge diventano verdi e rigogliose e attirano le mandrie di zebre e gnu.

Sul bordo dei pan salati si trovano alcune macchie di Odyssea paucinervis, un erba giallastra e spinosa, che riesce a tollerare l’alta salinità e quindi è in grado di prosperare su questo terreno difficile; qui si trovano anche alcuni cespugli di una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae, è una pianta alofita, che è in grado di crescere in ambienti difficili come i deserti, le steppe aride e terreni con una elevata presenza di sale.

Sul bordo del pan cresce anche una pianta che sembra un cactus, alla cui sommità si trovano dei grandi fiori granata, si tratta della Hoodia lugardii; impossibile non vederla poiché, oltre ad essere più alta della vegetazione circostante, ha un colore che attira decisamente l’attenzione.

Le praterie aperte sono costellate di isole boscose dalla vegetazione fitta, in particolare qui si possono trovare Catophractas alexandri e Rhigozum brevispinosum, che fioriscono tra i cespugli di acacia.

Tutti questi diversi ambienti offrono rifugio e cibo a differenti animali e, l’alternanza delle stagioni, cambiando radicalmente l’aspetto di alcune zone del Parco Nazionale di Makgadikgadi Pans, è responsabile della migrazione di zebre e gnu, che si spostano alla continua ricerca di pascoli.

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