Nonostante gli studi archeologici condotti nella zona del Delta dell’Okavango non si è in grado di sapere con certezza da quanto tempo l’uomo popoli queste terre; si stima che la sua presenza risalga a 100.000 anni fa o anche prima.

Sono state trovate tracce della presenza umana in differenti punti del Delta dell’Okavango, risalenti a periodi differenti; uno dei luoghi che riveste un’enorme importanza, sia dal punto di vista storico sia antropologico, sono le Colline di Tsodilo.

Le Colline di Tsodilo si trovano a ovest dell’Okavango Panhandle, nella zona settentrionale dell’Okavango, dove l’omonimo fiume scorre ancora nel suo letto, prima di sfociare nell’ampio delta.

Sulle pareti e nelle grotte di queste colline sono presenti più di 4.000 incisioni rupestri che sono state realizzate nel corso dei secoli e differenti popolazioni; tra queste, i San, gli Hambukushu, i Bugakhwe e i Xanikwe, ne rivendicano la paternità.

Il Delta dell’Okavango aveva molto da offrire alle prime popolazioni che si sono stabilite in questa zona: acqua, caccia, pesca e vegetazione; era sicuramente un luogo dove poter vivere senza grandi problemi di approvvigionamenti.

I primi popoli che si stabilirono qui furono un gruppo di cacciatori-raccoglitori, probabilmente gli antenati dei San o dei Basarwa, si pensa che formassero piccoli gruppi, muovendosi frequentemente alla ricerca costante di fonti di sostentamento come l’acqua, gli animali selvatici e le piante dai frutti edibili.

Successivamente giunsero in questa zona popoli di origine Bantu che introdussero la pratica dell’agricoltura e dell’allevamento e costruirono degli insediamenti stabili.

Questi primi agricoltori sono imparentati, direttamente o indirettamente, con alcune popolazioni che si sono stabiliti nella zona del Delta dell’Okavango in tempi più recenti come i Bakgalagadi, i Wayeyi, gli Hambukushu, i Dxeriku, gli Herero e i Tawana.

In generale la storia dei popoli che hanno abitato questa zona è caratterizzata da frequenti migrazioni per ricercare fonti di cibo e per trovare i terreni adatti a coltivare e per allevare il bestiame; le stagionali piene del delta, i periodi di eccezionale siccità o, al contrario, di occasionali alluvioni, influenzarono le località che vennero scelte da questi popoli.

Ad esempio i Tawana, che giunsero nel Ngamiland intorno al 1800, spostarono la loro capitale 8 volte nel corso di un secolo, finché non la stabilirono a Maun nel 1915.

Anche le malattie hanno giocato un ruolo importante sugli spostamenti delle popolazioni, nel 1896 la peste bovina decimò il bestiame, mentre la malattia del sonno negli anni ’40 e ’50 causò l’abbandono di molti villaggi nella zona del delta.

Infine anche i conflitti hanno avuto un ruolo determinante, i raid dei Matabele, o Ndebele, nella seconda metà dell’800 costrinsero alcune popolazioni alla fuga; così come la guerra tra i coloni tedeschi e il popolo Herero dal 1904 al 1906 causò l’arrivo, in questa zona del delta, di molti Herero, in fuga dal tentato genocidio pianificato dai tedeschi.

Negli anni ’60 il governo del Botswana iniziò a fare pressioni alle popolazioni che vivevano nel Delta dell’Okavango affinché spostassero i loro insediamenti, per preservare la natura; i San opposero resistenza e il governo rispose bruciando i loro villaggi obbligandoli a trasferirsi dalla parte opposta del fiume Khwai.

Nel 1963 la moglie del re dei Batawana, per proteggere parte delle loro terre dall’eccessivo sfruttamento, dovuto ad allevamento ed agricoltura, e per vietare la caccia, decise di creare una riserva che venne chiamata “Moremi” in onore del re Moremi III; i Batawana abbandonarono spontaneamente i loro insediamenti presenti all’interno della Riserva di Moremi per preservare maggiormente la natura.

Nel corso degli anni l’area della Riserva di Moremi venne estesa, includendo anche la Chief Island, fino a raggiungere circa un terzo dell’intera area del Delta dell’Okavango che corrisponde a poco meno di 5.000 kmq.

In tempi più recenti, tra il 1969 e il 1970, gli Hambukushu, in fuga dall’Angola e dalla guerra, si sono stabiliti negli insediamenti Etsha, appositamente costituiti, che si trovano allineati a ovest del Panhandle.

Oggi la maggior parte delle persone si sta trasferendo a Maun alla ricerca di migliori condizioni economiche, ma alcuni continuano a vivere nei dintorni dell’area del Delta dell’Okavango traendo giovamento dalle opportunità generate dalle piene stagionali e dalla stagione delle piogge che rende fertile il terreno.