I mesi da ottobre a dicembre corrispondono al periodo di transizione tra la stagione secca e la stagione delle piogge o verde; dalle fresche giornate invernali si passa alle calde e umide giornate estive.

Già dal mese di ottobre le miti temperature invernali sono oramai un ricordo, il termometro inizia a salire, così come il grado di umidità.

Questo è il periodo dell’anno meno consigliato per recarsi nel Delta dell’Okavango, dal punto di vista del clima, tanto che alcuni lo hanno soprannominato “stagione del suicidio”, alcuni viaggiatori però non si fanno scoraggiare, alla fine il tasso di umidità è simile a quello rilevato in molte destinazioni tropicali tutto l’anno.

Le piogge solitamente iniziano nei primi novembre e proseguono per tutto il mese di dicembre; generalmente si tratta di brevi rovesci temporaleschi, anche molto scenografici, e con giornate quasi sempre soleggiate.

Con l’inizio della stagione delle piogge, se le piogge sono sufficientemente abbondanti, gli animali iniziano a disperdersi nelle foreste di mopane e oltre nel bacino del Kalahari, raggiungendo il Kalahari Centrale o le distese salate di Makgadikgadi, che, grazie alle precipitazioni, progressivamente si riempiono di acqua salmastra.

Al contrario la piena dell’Okavango registra la sua portata minima, solo i canali permanenti hanno ancora l’acqua, mentre le paludi e i canali si prosciugano progressivamente; in questo periodo è più difficile effettuare safari in mokoro o in barca, salvo rare eccezioni in quei lodge che si trovano sui canali principali che hanno più portata d’acqua.

Nonostante in questo periodo ci siano meno animali, gli avvistamenti sono comunque assicurati e la qualità dei safari resta comunque elevata, la cosa migliore è abbinare il Delta dell’Okavango a una visita anche al Central Kalahari e alle distese salate di Makgadikgadi e di Nxai.

Nel mese di ottobre le temperature salgono progressivamente, fino a raggiungere i 40 gradi durante il giorno e oltre 20 gradi durante la notte; il tasso di umidità sale di conseguenza; la piena dell’Okavango si è esaurita, l’acqua è in gran parte evaporata e la vegetazione è secca e gli animali si concentrano presso le poche pozze di acqua rimaste.

La situazione cambia rapidamente tra l’inizio e la metà di novembre quando iniziano le piogge; le temperature rimangono elevate, così come il tasso di umidità ma i forti acquazzoni rinverdiscono la vegetazione e questo consente agli animali di disperdersi sul territorio poiché le fonti di cibo e di acqua non sono più scarse.

Questo è anche il periodo in cui giungono qui, dopo un lungo viaggio, gli uccelli paleartici, alla ricerca di un clima più caldo dove poter svernare e potersi riprodurre.

Con l’arrivo delle piogge gli alberi e i cespugli fioriscono e inizia anche la stagione delle nascite dei cuccioli di molti erbivori tra cui gli impala, i damalischi o sassaby o tsessebe e i lichi.

A dicembre le piogge sono più regolari, le temperature iniziano a scendere, ma mai sotto i 30 gradi, durante le giornate; le praterie diventano verdi e rigogliose, cosi come le fronde degli alberi e degli arbusti; i cuccioli degli erbivori vengono svezzati in poco tempo ed inizieranno ben presto a nutrirsi della vegetazione.

In questo periodo dell’anno è più difficile effettuare avvistamenti durante un safari sia a causa della vegetazione rigogliosa, sia per il fatto che gli animali sono più dispersi sul territorio, serve un po’ più di pazienza e partire alla loro ricerca.

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