Ci troviamo nel Parco Nazionale di Mago in Etiopia, siamo venuti qui principalmente per visitare i Mursi ma anche per vedere questo piccolo angolo naturale; stamattina infatti abbiamo fatto un giro per il parco.

Il Parco Nazionale di Mago ci è piaciuto molto anche se si vedono pochi animali, purtroppo molte specie sono state decimate dal bracconaggio; pranziamo in un angolino all’ombra godendoci la pace e il silenzio di questo luogo.

Dopo pranzo imbocchiamo la strada che porta verso uno dei villaggi Mursi che si trovano all’interno del parco.

Percorriamo qualche chilometro, poi deviamo su una strada sterrata secondaria, dalla strada principale il villaggio non era visibile, mentre questa pista ci porta dritti al villaggio dei Mursi; arriviamo, parcheggiamo sotto un grande albero e poi scendiamo dall’auto.

Seguiamo il consiglio della nostra guida e lasciamo le nostre macchine fotografiche in auto perché prima vogliamo vedere il villaggio in tranquillità, mentre se portassimo subito con noi le nostre macchine fotografiche loro inizierebbero a chiederci di scattare loro le foto per farsi pagare e non riusciremmo a fare il giro del villaggio tranquilli.

Alcuni visitatori e qualche guida ci aveva anticipato che i Mursi, a differenza di altre tribù, come ad esempio gli Hamere i Kara, sono aggressivi e scontrosi quindi ci siamo preparati al peggio, anche se solitamente non abbiamo mai avuto problemi con nessuna popolazione africana che abbiamo visitato, almeno fino a questo momento.

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Ci si avvicinano 3 ragazzi che decisamente non indossano abiti e accessori tradizionali, uno di loro in compenso ha una sorta di cresta blu in testa e tutti portano in spalla il loro fedele kalashnikov; sembrano abbastanza seri e ci guardano fissi, ma Silvan rompe subito il ghiaccio dicendo al tipo con i capelli blu “ma lo sai che sembri Balotelli?” questo si mette a ridere e diventiamo subito amici.

I nostri nuovi amici si divertono ad insegnarci qualche parola nella loro lingua, in particolare “achali” che significa “ciao” e “jala” che vuol dire “amico”; ora siamo pronti per salutare in lingua Mursitutti quelli che incontriamo e loro sembrano molto contenti di questo.

Facciamo il giro del villaggio con la guida locale che ci racconta molte cose sulla struttura del villaggio e sulla organizzazione sociale, mentre i nostri nuovi amici ci seguono passo passo; sembrano contenti del nostro interesse per la loro cultura.

Le capanne dei Mursi vengono costruite con dei legni che poi vengono ricoperti con paglia o erba che viene raccolta nella savana circostante; come altre popolazioni cucinano fuori dalla capanna e, qua e là, vediamo qualche fuoco acceso sotto a qualche pentola.

I Mursi sono allevatori e conducono il bestiame a pascolare all’interno del parco nazionale; sono gli uomini e i bambini che portano le mucche e le capre al pascolo.

Le donne indossano il famoso piattello labiale, alcune ce l’hanno più piccolo altre più grande, altre donne lo portano anche alle orecchie, anche in questo caso notiamo che sono di varie dimensioni.

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Abbiamo chiesto alla guida e ci ha detto che le donne Mursi iniziano a mettere il piattello quando sono ragazze e, man mano, allargano sempre di più il buco; per allargare il buco utilizzano un piattello di legno sempre più grande e, solo successivamente, quando raggiungono la dimensione desiderata, indossano il piattello in terracotta.

Il piattello labiale, come alle orecchie, gli ornamenti che portano in testa così come le profonde scarificazioni che hanno sul corpo hanno solamente una funzione estetica.

Terminata la visita al villaggio torniamo alla nostra macchina e prendiamo le macchine fotografiche ed in un attimo veniamo letteralmente assaltati!

Tutti vogliono le foto e il motivo è molto semplice, si fanno pagare per essere fotografati, chiedono ben 5 Birr, che corrispondono a 15 centesimi di Euro; per noi decisamente è una cifra irrisoria ma per loro molto probabilmente ha un grande valore visto che si accalcano per essere fotografati.

Quando li inquadriamo per scattare la foto loro si mettono in posa, hanno un portamento fiero e uno sguardo serio; sono molto belli e, uno ad uno, li fotografiamo tutti, così sono tutti contenti e non facciamo distinzioni.

Le donne in particolare sono molto fotogeniche con i piattelli labiali, le scarificazioni, i vari accessori e copricapi; sono davvero molto belle.

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Anche il capo villaggio si avvicina per farsi fotografare ma anche per presentarsi, riusciamo a scambiare qualche parola con lui, grazie alla nostra guida che ci fa da interprete, a noi fa molto piacere che voglia incontrarci, lui ci ringrazia di essere venuti a visitare il suo villaggio; in seguito si mette in posa per la foto con la sua espressione da fiero guerriero.

Una donna, appena fuori dalla sua capanna, vende i piattelli labiali di terracotta, sia dipinti sia con alcune incisioni; ne compriamo qualcuno come ricordo e lei sembra proprio felice per aver concluso una vendita.

Non so dire quanto siamo rimasti qui al villaggio dei Mursi, abbiamo perso la cognizione del tempo parlando e scherzando con loro e scattando fotografie.

Quando ci dirigiamo verso la nostra auto per tornare a Jinka, tutto il villaggio ci segue per salutarci e Balotelli e i suoi 2 amici si avvicinano a Silvan e ci fanno segno che vogliono una foto insieme a lui, gli danno in mano anche il kalashnikov, che per loro è un oggetto molto prezioso; se non è amicizia questa!

La visita al villaggio dei Mursi è stata una bella esperienza e ci siamo divertiti a scherzare con loro, non li abbiamo affatto trovati scontrosi come molti ci avevano detto, probabilmente molto dipende dall’atteggiamento con cui ci si rapporta con loro e con le persone in genere, in fin dei conti sono i visitatori che si intrufolano nella loro quotidianità e nelle loro vite, bisogna farlo in punta di piedi e con rispetto.

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Data di inserimento: 
Lunedì, Settembre 23, 2019