Ci troviamo in Etiopia, più precisamente nella Valle dell’Omo, e oggi assistiamo a una cerimonia molto importante per il popolo Hamer: il salto del toro.

Il salto del toro, o dei tori, è un importante rito di passaggio per il popolo Hamer, che ha in comune con i Kara questo cerimoniale, anche se tra le due tribù ci sono alcune differenze di esecuzione: i Kara celebrano il bull jumping solo una volta l’anno e vi partecipano tutti i ragazzi del villaggio che hanno l’età per parteciparvi; mentre gli Hamer fanno un rituale per ogni ragazzo.

Assistere al salto del toro dei Kara è molto difficile poiché non solo si svolge in un solo giorno all’anno, ma sono ammessi poche persone che non appartengono alla tribù e viene richiesto un fee molto elevato, la nostra guida ci ha detto che chiedono oltre 2.000€.

Mentre assistere al salto del toro degli Hamer è relativamente più semplice, ma non è comunque assicurato poiché, nei giorni in cui ci si trova a Turmi, bisogna avere la fortuna che qualche villaggio compia il rituale.

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Come fare per assistere al salto del toro del popolo Hamer

Non è possibile sapere per tempo il giorno in cui ci sarà la cerimonia, quindi è impossibile pianificare il proprio itinerario di viaggio per avere la certezza di trovarsi il giorno giusto nel luogo giusto; questa cerimonia non viene pianificata con largo anticipo e soprattutto difficilmente viene comunicata al di fuori dal villaggio.

Come incrementare la probabilità di riuscire ad assistere al salto del toro:

  • Pianificare di restare a Turmi qualche giorno in modo da avere più chance che in quel periodo in qualche villaggio si celebri il salto del toro, di cose da vedere in zona ce ne sono diverse e quindi non ci si annoia affatto;
  • Chiedere in hotel o in Turmi oppure affidarsi alla propria guida che, se è in gamba ed esperta, inizierà a telefonare non appena mette piede a Turmi per trovare le varie opzioni disponibili;
  • Essere flessibili e preparati a dover percorrere anche 50 km in auto o qualche chilometro a piedi per raggiungere il villaggio o il luogo della cerimonia; ci sono molti villaggi Hamer nei dintorni di Turmi, alcuni più vicini e più facilmente raggiungibili, altri invece sono più lontani e dispersi nella savana.
  • Pianificare il viaggio tra fine settembre e gennaio, questo infatti è il periodo in cui si celebrano la maggior parte dei salti del toro.
  • E’ necessario pagare un fee per poter partecipare alla cerimonia del salto del toro, di contro si potrà trascorrere tutto il tempo che si vuole con gli Hamer, chiacchierare con loro e scattare tutte le foto che si desidera.

Noi siamo stati molto fortunati perché in questi giorni ci sono ben due cerimonie e quindi possiamo permetterci il lusso di scegliere a quale assistere; ovviamente scegliamo la cerimonia più vicina e dove dobbiamo camminare sotto il sole il meno possibile, visto che ci saranno quasi 40 gradi.

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Stamattina abbiamo visitato un villaggio Hamer ed abbiamo già scoperto molte cose di questo popolo, ma siamo impazienti di assistere alla cerimonia del salto del toro.

Dopo pranzo partiamo con il nostro fuoristrada e ci rechiamo al fiume in secca che si trova appena fuori Turmi, saranno in tutto 2 km, più vicino di così era impossibile.

Ci dicono che ogni villaggio ha un luogo prediletto dove celebra sempre questa cerimonia; il luogo si trova sempre sulla sponda di un fiume, dove avviene la prima parte dei rituale, poi ci si sposta sull’altro lato del fiume per il salto vero del toro vero e proprio, anche l’attraversare il fiume rappresenta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

La cerimonia del salto del toro del popolo Hamer

Quando arriviamo al fiume vediamo un gruppo di Hamer seduti nel letto del fiume asciutto, alcuni, soprattutto gli uomini anziani, sono sdraiati e dormono con la testa appoggiata al tipico poggia testa di legno che utilizzano anche per non rovinare la loro tipica acconciatura riservata agli uomini.

Poco più lontano vediamo un gruppo di donne che suonano delle trombette di metallo mentre alcuni ragazzi le frustano sulla schiena, utilizzando dei rami molto flessibili.

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Per un attimo rimaniamo colpiti e, senza accorgerci, rimaniamo lì bloccati a guardarli, nello stesso momento la nostra guida Hamer ci dice che quelle donne sono le parenti del ragazzo che praticherà il salto del toro e si fanno frustare per dimostrargli che gli saranno sempre vicino e lo aiuteranno in ogni situazione, anche le più difficili, ed a ogni costo.

Alcune donne, con evidenti lacerazioni sulla schiena, corrono in circolo nel letto del fiume, saltando, ballando e suonandole loro trombette e le campanelle che hanno alle caviglie, fanno questo per incoraggiare il ragazzo che deve compiere il salto del toro; sembrano instancabili e insensibili al dolore.

Una ragazzina di 13 anni mi si avvicina, è una delle poche che parla qualche parola di inglese e vuole parlare per fare pratica, così mi racconta tante cose molto interessanti sulla cerimonia e sugli Hamer; lei è per metà Hamer e per metà Kara ma vive nel villaggio Hamer della mamma e mi dice che si chiama Maria, anche se è una sorta di nome d’arte.

La mia attenzione viene inevitabilmente catturata dalle acconciature delle donneHamere la mia nuova amica mi racconta che le donne adulte e sposatesi fanno delle treccine, che sembrano dread, il risultato finale è una sorta di caschetto che loro cospargono con ocra e acqua o burro, con il risultato che i capelli sembrano rossi.

Guardandomi in giro però vedo alcune ragazze che non hanno questa acconciatura e lei mi dice che le donne giovani e single, possono acconciarsi i capelli come meglio credono, lei infatti ha due trecce con le extension fucsia, mi mostra anche altre ragazze, alcune sono rasate, altre hanno già i dread come le donne adulte oppure hanno altre acconciature; Maria mi dice che per fare le extension utilizzano i peli della coda degli asini, dei cavalli o delle mucche.

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Un altro segno distintivo delle donne sposatesono le grosse collaneche portano strette intorno al collo.

In un angolo, all’ombra di un grande albero, vediamo alcuni ragazzi che dipingono il viso ad alcuni ragazzi e ragazze con il gesso e l’ocra; la mia amica mi dice che è una decorazione di bellezza, ma viene fatta solamente in occasione delle feste per augurare un buon auspicio.

Il salto del toro non rappresenta solo il passaggio all’età adulta, ma, da quel momento in poi, il ragazzo può sposarsi; se non supera questa prova non potrà sposarsi finché non riesce a completare il rituale.

Restiamo qui al fiume 2 o 3 ore, in realtà non ci rendiamo conto del passare del tempo, siamo troppo coinvolti da tutto quello che succede intorno a noi; ci sentiamo bene, abbiamo la sensazione che ci abbiamo accolto come parte del loro villaggio e alcuni di loro si divertono a dirci e a mostrarci le cose.

Ci sono pochissimi visitatori, solamente noi due, una coppia di olandesi, una di spagnoli e due inglesi; noi e gli spagnoli stiamo lì con le persone, chiacchieriamo o ci parliamo a gesti, ci sediamo anche noi per terra all’ombra e ci godiamo il momento; le altre due coppie hanno un approccio un po’ più distaccato.

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La mia amica Maria ad un certo punto indica i rami di un albero dall’altra parte del fiume e mi dice “monkey” e in effetti ci sono diversi colobi bianchi e neri; sono bellissimi, sono tra i miei primati preferiti.

Ad un certo punto, verso le 17,00, quando il sole inizia a scendere e ad essere meno caldo attraversiamo il fiume in secca e ci spostiamo sulla sponda opposta; qui seguiamo un sentiero di 500 metri che ci porta a uno spiazzo circondato da arbusti.

Quasi in contemporaneamente a noi arrivano alcune mucche che vengono portate qui da alcuni uomini.

Le donne continuano a saltare e a suonare le loro trombette mentre, poco dopo, gli uomini, che hanno già superato il rituale del bull jumping e gli amici di colui che compirà il salto, iniziano a correre intorno alle mucche.

Ad un certo punto si fermano ed iniziano a scegliere le mucche su cui salterà il ragazzo; è il ragazzo stesso che decide il numero di mucche, ma minimo devono essere 6, sceglie anche quanti passaggi fare, minimo sono 4 ma più ne fa e più dimostra il proprio valore e forza ma sarà più difficile portare a termine l’impresa.

I ragazzi allineano le mucche una accanto all’altra e le tengono ferme, in modo che il ragazzo riduca il rischio di cadere, poiché se dovesse cadere dovrà ripetere il rituale tra un anno.

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Ad un certo punto arriva il ragazzo che deve compiere il salto, il jumper; è completamente nudo e ha una X sulla schiena che è stata disegnata con lo sterco di mucca, inoltre ha una croce di paglia sulla schiena e sul petto.

Si concentra e parte, non è facile saltare a piedi nudi sulla schiena delle mucche senza aiutarsi con le braccia e non è semplice nemmeno saltare a terra a piedi scalzi una volta superate tutte le mucche; in tutto compie 6 passaggi e, anche se in un passaggio è stato leggermente incerto, con l’aiuto degli amici riesce a superare il rituale.

Per tutta la durata del salto le donne hanno continuato a suonare le loro trombette mentre noi siamo rimasti in silenzio, concentrati sulla cerimoni, con anche un po’ di ansia per il saltatore.

Ma il ragazzo ha superato brillantemente la prova e adesso può sposare la sua promessa che, come tradizione vuole, appartiene ad un altro villaggio.

E’ stata un’esperienza meravigliosa e coinvolgente, molto vera e sentita da parte di tutti i partecipanti, ci ha davvero conquistato.

Abbiamo ovviamente scattato tantissime fotografie, in più abbiamo anche quelle che ha scattato Maria con una delle nostre reflex e altri due bambini con i nostri iphone; loro si sono divertiti un sacco e devo dire che Maria ha anche un buon occhio.

Finita la cerimonia troviamo Jimmy, la nostra guida, che è venuto a prenderci con la nostra auto, saliamo e Maria sale con noi, ci ha chiesto un passaggio per fare meno strada a piedi per tornare al villaggio; senza che nemmeno ce ne accorgiamo 2 o 3 bambini salgono in piedi sul paraurti posteriore e ci scroccano uno strappo e ridono, sono davvero buffi e soprattutto è bello scoprire come una cosa da nulla come un passaggio “rubato” li possa rendere così felici.

Poco dopo arriviamo al nostro hotel, salutiamo i nostri piccoli amici, Maria mi abbraccia e mi regala il suo braccialetto di gomma e mi scioglie il cuore, domani le compreremo il libro di grammatica inglese che vuole tanto.

La giornata di oggi ci è piaciuta moltissimo e abbiamo conosciuto meglio gli Hamer, una popolazione molto ospitale ed interessante.

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Data di inserimento: 
Venerdì, Settembre 20, 2019