Ci troviamo a Turmi, nel sud dell’Etiopia, trascorreremo qui qualche giorno; questa sarà la nostra base per visitare la Valle dell’Omo e conoscere alcune popolazioni che vivono qui.

Ieri abbiamo conosciuto i Kara, o Karo; la giornata di oggi invece sarà interamente agli Hamer, una delle popolazioni più numerose che vivono in questa parte del paese.

Stamattina visiteremo un villaggio Hamer mentre, oggi pomeriggio, avremo la fortuna di assistere alla cerimonia del salto del toro; un rito di passaggio a cui ogni ragazzo Hamer deve sottoporsi per poter diventare adulto e per potersi sposare.

Dopo colazione partiamo con la nostra auto e, percorrendo strade secondarie, arriviamo a un villaggio Hamer sperduto nella savana.

Gli Hamer sono un popolo tranquillo e ospitale ed è un piacere incontrarli, non solo al villaggio, ma anche in giro per Turmi; purtroppo non parlano inglese, molti parlano solamente la loro lingua tribale, altrimenti sono sicura che sarebbe piacevole scambiare due chiacchiere con loro.

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Scendiamo dalla nostra auto e un ragazzo Hamer ci viene incontro, sarà la nostra guida locale che ci condurrà per il villaggio e ci farà scoprire qualcosa di più della sua tribù.

Gli Hamer hanno molti usi, costumi e tradizioni in comune con i Banna e i Kara, anche se presentano alcune differenze.

Le donne Hamer sono facilmente riconoscibili dalla loro acconciature: hanno una specie di caschetto fatto di treccine su cui applicano ocra, resina e burro o acqua per farle diventare rosse.

Nel villaggio sono presenti diverse capanne che vengono costruite con pali di legno per realizzare le pareti e la paglia per il tetto a forma conica.

Ogni uomo Hamer può avere fino a 3 mogli, ogni moglie ha una sua capanna, dove vive con i figli; ogni capanna e il relativo recinto per il bestiame sono racchiusi da un recinto esterno.

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Oggi al villaggio è in corso una festa, non abbiamo capito se stanno festeggiando un matrimonio o un funeraledato che i festeggiamenti, che coinvolgono tutto il villaggio, sono sostanzialmente uguali.

Nel caso di un funerale vengono fatti tanti giorni di festa in base all’età del defunto; per gli anziani arrivano a festeggiare anche per un mese, per i giovani molto meno.

Il defunto viene seppellito fuori dal villaggio, ma prima gli Hamer sparano diversi colpi in aria con il kalashnikov per salutarlo per l’ultima volta e per esprimere il loro affetto nei suoi confronti.

Dopo la sepoltura inizia la festa: uccidono diverse capre che arrostiscono sul fuoco, bevono birra di mais e sorgo o grappa mentre alcuni cantano o ballano.

Gli Hamer non celebrano particolari riti religiosi, dicono di credere che esista una divinità ma non lo pregano.

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Quando devono prendere decisioni importanti si riuniscono nella capanna di famiglia, discutono a lungo e bevono il te fatto con le bucce dei chicchi di caffè che avevamo visto al mercato; ci hanno offerto questa specie di te, ha un profumo che ricorda il caffè, ma il sapore è molto più annacquato, ma non è male.

Dal punto di vista dell’organizzazione sociale gli Hamer sono suddivisi in clan, ogni clan ha un capo, solitamente un anziano.

Visitare questo villaggio Hamer ci è piaciuto molto perché loro ci hanno accolto in modo molto amichevole, peccato non poterci parlare a causa della barriera della lingua; molti sostengono che gli Hamer siano tra i popoli della Valle dell’Omo più tranquilli e che sono più propensi alle visite, in effetti ci siamo sentiti ben accolti.

Li salutiamo e facciamo ritorno al nostro hotel per pranzo, ma la nostra esperienza con gli Hamer non è terminata; oggi pomeriggio infatti assisteremo al Salto del Toro.

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Data di inserimento: 
Venerdì, Settembre 20, 2019