Ci troviamo a Bouake in Costa d’Avorio e oggi siamo emozionati perché incontreremo i Baule, la popolazione che vive in queste terre; i Baule fanno parte del gruppo etnico degli Akan, il principale gruppo della Costa d’Avorio.

Come prima cosa facciamo un giro al mercato locale di Bouake, noi adoriamo i mercati, soprattutto quelli africani, solitamente sono pieni di colori, profumi, odori e confusione e anche questo non è da meno.

Il mercato di Bouake si sviluppa lungo la strada, ci sono diverse donne che vendono la verdura e la frutta, quello che mi colpisce sempre è come riescano ad essere così puliti e ordinati nonostante espongano le loro merci praticamente per terra nella polvere.

La verdura e la frutta sembrano appena raccolte, i pomodori hanno un profumo inebriante, ci fermeremmo volentieri a fare la spesa!

Bouakè Market ivory coast exploringafrica safariadv

Tra le altre cose vendono l’igname (yam), in Ghana, Togo e Benin ci avevamo fatto una malattia, speriamo di trovarlo così spesso anche qui nei ristoranti; si tratta di un tubero più grosso delle patate e più asciutto, assomiglia alla manioca e viene cucinato in tanti modi, fritto come le patatine è fenomenale.

Ogni bancarella vende al massimo 2 o 3 tipi di verdura o frutta, probabilmente dipende da quello che riescono a coltivare, ci diverte scoprire le differenze con quanto troviamo noi nei nostri mercati; potremmo stare qui ore a guardare, parlare con la gente e scattare fotografie.

Alcune bancarelle vendono le noci di palma, quelle con cui si produce il tanto incriminato olio di palma; in realtà dalla noce di palma si ricavano 2 tipi differenti di olio: dalla spremitura della polpa del frutto si ottiene un olio rossastro e solido a temperatura ambiente che, se ulteriormente raffinato, assume una forma più liquida e un colore più chiaro e viene utilizzato per cucinare e nell’industria alimentare; dai semi di palma, essiccati e macinati, si ottiene un olio solido giallo scuro che, dopo la raffinazione, diventa bianco-giallastro, quest’ultimo è conosciuto anche come olio di palmisto.

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Altre bancarelle vendono il pesce, sia fresco sia affumicato, altre ancora la carne; vediamo anche un tizio che, dopo aver trasportato quarti di manzo nel baule della macchina, se li carica in spalla e va a consegnarli al macellaio.

Una donna, in un cesto, vende diverse cose, tra cui una strana marca di spaghetti, saremmo curiosi di scoprire come sono, anche se, da italiani, non ci sembrano un gran ché.

Uno dei pochi segni della presenza dei francesi, in epoca passata, in queste terre sono i cesti di pane che alcune donne vendono, portandoli sulla testa o appoggiati a terra; non hanno nulla da invidiare alle baguette parigine.

Ma non ci sono solo alimentari, una donna vende ogni sorta di cosmetico e la sua “bancarella” è una carriola piena i prodotti coloratissimi.

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C’è gente ovunque, chi vende, chi si aggira tra le merci per comprare, moto, alcune delle quali inspiegabilmente interamente ricoperte da carta scoppiettina, che si avventurano ovunque trasportando merci, le auto stracariche che arrivano o partono, polvere che si solleva dalla strada e un’atmosfera rilassata e divertente.

Nonostante siano impegnati a vendere e a comprare sono incuriositi dalla nostra presenza, noi guardiamo loro e loro guardano noi e la cosa divertente è che ci scattiamo fotografie a vicenda, se ci vedono incuriositi da qualcosa ce la offrono per farcela assaggiare e si divertono a scherzare con noi.

Alcune auto e bus collettivi partono stracarichi, molte persone giungono qui a fare compere da chissà dove e tornano verso casa carichi di ogni merce; abbiamo visto un bus collettivo che sul portapacchi, oltre a sacchi e scatole, trasportava anche una capra viva…sono troppo creativi!

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