Oggi partiamo, torniamo a Milano con tanta tristezza nel cuore, perché vorremmo restare qui.

Abbiamo consegnato la nostra auto all’addetto del parcheggio a lungo termine che ce la tiene fino al prossimo giro, quindi siamo pronti per entrare in aeroporto con tutti i nostri bagagli.

In coda al check-in della business di Qatar non c’è nessuno, quindi consegniamo le valigie, prendiamo i biglietti e andiamo a fare i controlli.

C’è un po’ di gente, ma la coda scorre veloce e per fortuna non ci hanno fatto aprire tutti i bagagli come spesso accade.

Subito dopo facciamo l’uscita dal paese: Bye Bye Sudafrica, ci rivedremo presto!

Svoltiamo a destra e andiamo diritti da Out of Africa, il nostro negozio preferito qui nell’aeroporto di Johannesburg; solitamente, quando transitiamo di qui, compriamo sempre qualcosa di carino, e anche questa volta non ci smentiamo.

In vetrina hanno delle giraffe bendate con della stoffa colorata, sono bellissime e sotto alle bende sono di legno e sono altrettanto belle.

Chiedo il prezzo a un commesso, non lo avessi mai fatto; sulla giraffa non c’è il cartellino e una cassiera gli dice che forse è sotto alle bende, quindi lui la sbenda tutta e mi dice “spero che il suo volo non sia tra poco”; molto bene!

Quando ha finito di sbendarla il prezzo non c’è nemmeno sotto, però almeno posso vederla ed è bellissima.

A quel punto mi dice “dobbiamo controllare sul computer” e si mettono prima uno, poi in due, poi in tre e non riescono a trovare il prezzo.

Scherzando gli dico “allora è gratis!”, ridono ma intanto non lo trovano.

Ad un certo punto arriva un altro commesso con il metro e una giraffa molto più piccola; misurano la piccola e quella che voglio io e si mettono a fare strani calcoli.

Solo in Africa succedono queste cose e mi mancava dopo aver trascorso gli ultimi due giorni tra il Karoo e Bloemfontein, dove sembra di essere più in Texas che in un paese africano.

Alla fine ce la fanno, o meglio decidono un prezzo calcolando l’altezza della giraffa, onestamente non abbiamo capito, ma era divertente assistere a tutta la scena; paghiamo e andiamo a cercare la lounge; siamo carichi e non abbiamo più voglia di girare, vogliamo solo bere qualcosa, rilassarci e aspettare l’imbarco del nostro volo.

Negli ultimi anni l’aeroporto di Joburg è stato ingrandito, ha quasi raddoppiato la sua superficie; dopo tutto da qui transita quasi tutto il traffico aereo dell’Africa Meridionale.

Ci imbarchiamo e poco dopo decolliamo; è sera, fuori è buio e sotto di noi c’è una distesa infinita, a perdita d’occhio, di luci, è Johannesburg.

Ogni volta non vorremmo mai partire da questo continente meraviglioso, ma sappiamo che non è un addio, ma anzi un “arrivederci a presto” e poi, come citava la pubblicità dell’Amarula qualche tempo fa “Tu potrai anche lasciare l’Africa, ma l’Africa non lascerà mai te” (“You can leave Africa, but Africa will never leave you”), ed è proprio così.