Il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha partecipato alla conferenza COP26 a Glasgow e in quell’occasione ha promesso 1 miliardo di dollari per la Grande Muraglia Verde, un progetto che mira a combattere gli effetti del cambiamento climatico e la desertificazione sul paesaggio e l'agricoltura dell'Africa.

Il contributo di Bezos per il Great Green Wall, si aggiunge ai 19 miliardi di dollari che il progetto aveva già ricevuto lo scorso gennaio per riforestare una vasta striscia di terra che attraversa 11 paesi africani dal Senegal a Gibuti, con un muro di alberi lungo 8.000 chilometri.

Il Great Green Wall of Africa è un'iniziativa di riforestazione del continente, dove il cambiamento climatico ha drasticamente influenzato il suolo, l'agricoltura e le condizioni meteorologiche, il progetto è stato lanciato nel 2007 dall'Unione Africana e mira a piantare 100 milioni di ettari di alberi e foreste entro la fine di questo decennio nel 2030.

L'Africa è in prima linea nella crisi climatica, sebbene il continente africano contribuisca meno degli altri continenti alle emissioni di carbonio nell'atmosfera, rimane l'area più vulnerabile al mondo agli effetti presenti e futuri del cambiamento climatico.

Un recente rapporto ha rilevato che fino a 32 milioni di persone potrebbero essere costrette a trasferirsi in altre parti della regione entro il 2050 se non si intraprende un'azione adeguata per combattere il cambiamento climatico.

L'Africa subsahariana è la regione dove la scarsità d'acqua ha già iniziato a incidere sulla produttività delle colture e spinge le persone a cercare nuove aree per l'agricoltura. 

La siccità e l'erosione del paesaggio hanno messo a rischio il sostentamento di coloro che lavorano nell'agricoltura, così come la popolazione in generale.

Il cambiamento climatico è uno dei maggiori problemi dell'Africa

Durante la conferenza Bezos ha dichiarato: “Dobbiamo conservare ciò che abbiamo ancora, dobbiamo ripristinare ciò che abbiamo perso e dobbiamo coltivare ciò di cui abbiamo bisogno per vivere senza degradare il pianeta per generazioni future a venire".

"Il ripristino può migliorare la fertilità del suolo, aumentare i raccolti e migliorare la sicurezza alimentare, rendere l'acqua più affidabile, creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica, rallentando al contempo il carbonio".

La speranza è che il progetto acceleri il suo percorso e che questa opera faraonica si completi a breve anche perché l’avanzamento del deserto si stima sia di due chilometri all’anno.

Data di inserimento: 
Mercoledì, Novembre 10, 2021