Siamo sempre nella Riserva del Central Kalahari, in Botswana, stamattina ci siamo svegliati alle 6,00, un po’ più tardi rispetto al nostro solito orario, facciamo colazione e alle 6,45 partiamo, lasciamo il campsite CKDEC06 dove abbiamo dormito la scorsa notte.

Questo non era il nostro campeggio, noi avremmo dovuto essere al CKDEC02, ma a quanto pare hanno fatto una doppia prenotazione, cosa che succede più spesso di quanto si pensi, e quindi oltre a noi c’era anche una famiglia di Durban, in Sudafrica; era molto più facile per noi spostarsi che per loro, visto che avevano molte più cose di noi.

Siamo partiti e ci siamo diretti subito verso la Deception Valley, poco dopo incontriamo un’auto da safari che sta facendo un giro da queste parti, probabilmente sta cercando il leopardo che hanno visto diverse volte nella zona dei campsite; magari le impronte che abbiamo seguito ieri mattina erano proprio le sue, chi può dirlo.

La guida ci dice che ieri non ha visto i nostri bellissimi leoni, però ha visto 3 cuccioli di ghepardo con la mamma, chissà se è la stessa che abbiamo visto noi, ma noi i cuccioli non li abbiamo visti, quindi proviamo a cercarli oggi.

Imbocchiamo la strada che attraversa la Deception Valley e all’improvviso vediamo qualcosa che trotterella nell’erba bassa, sono due otocioni, sono troppo buffi con le loro orecchie giganti e il muso furbo; procedendo ne vediamo altri, sempre in coppia, ma quanti ce ne sono nel Central Kalahari?

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Dopo circa 20 km all’improvviso vediamo un profilo di orecchie alla base di una acacia, prendiamo immediatamente il binocolo ed eccoli lì i cuccioli di ghepardo con la mamma.

Cerchiamo il modo per avvicinarci un po’ di più senza però disturbarli, i ghepardi sono minacciati dall’estinzione poiché i felini più grandi hanno la meglio su di loro e spesso uccidono i cuccioli di ghepardo, il motivo di questo comportamento è semplice: sono in concorrenza per il cibo.

Sono bellissimi, la mamma è guardinga ma non sembra nervosa per la nostra presenza, non ci degna nemmeno di uno sguardo, credo che la sua preoccupazione maggiore siano i leoni che abbiamo visto ieri che non erano molto lontano da qui; inoltre notiamo che ha la pancia gonfia, segno che ha mangiato da poco, quindi per un po’ non ha nemmeno il problema di dover andare a caccia e lasciare i cuccioli da soli.

I tre cuccioli sono semplicemente meravigliosi, sono svegli e hanno il musetto curioso, sono piccoli e per loro è tutto una novità; hanno ancora il pelo lungo e bianco tipico dei ghepardi quando sono cuccioli, questa è una forma di difesa della specie, con il pelo bianco lungo e irto da una parte sembrano più grandi e dall’altra assomigliano al tasso del miele che, visto che è aggressivo e non si fa problemi ad aggredire chiunque, solitamente viene evitato dagli altri animali, in particolare dai leoni e dai leopardi, che costituiscono la minaccia più grande per i cuccioli.

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Restiamo un po’ in ammirazione di questa femmina di ghepardo con i suoi tre cuccioli, scattiamo molte fotografie e facciamo qualche video; fosse per noi staremmo qui tutto il giorno, ma vogliamo evitare che la femmina si stressi e decida di spostare i cuccioli, magari in un luogo meno sicuro per loro, quindi decidiamo di salutarli e continuare la nostra esplorazione.

Proseguiamo lungo la strada che porta a Letiahau Waterhole e arriviamo nella zona dove ieri abbiamo visto i leoni, li cerchiamo ovunque, percorriamo le strade secondarie e guardiamo con il binocolo ma non c’è verso di trovarli; probabilmente si sono spostati più lontano dalla strada e saranno sdraiati da qualche parte lontano dalla nostra vista, pazienza, li abbiamo visti così bene ieri che siamo comunque soddisfatti così.

Arriviamo fino alla pozza di Letiahau e troviamo la stessa auto da safari che abbiamo visto questa mattina, anche loro hanno cercato i leoni ma senza trovarli.

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Alla pozza ci sono sette giraffe, sono un po’ guardinghe e ci guardano sospettose; si fidano un po’ poco delle auto, è palese che non sono molto abituate a vederne, non come in altri parchi e riserve dove sono sempre curiose ma non scappano come queste.

Ad un certo punto infatti si mettono a correre e scappano via verso un piccolo boschetto di acacie; probabilmente torneranno a bere quando non ci saranno auto.

Visto che è presto decidiamo di proseguire un po’ lungo la strada che porta a Piper, sicuramente non andremo fino a là perchè da qui sono circa 50 km e Tracks4Africa indica la pista come sabbiosa.

Percorriamo pochi km e poi la pista diventa più sabbiosa e l’erba a lato della strada diventa alta, anche se ci fosse qualcosa vederlo sarebbe una bella sfida; non abbiamo voglia di proseguire per non vedere nulla e quindi torniamo indietro e ci fermiamo nuovamente alla pozza di Letiahau.

Quando arriviamo troviamo un’auto da self drive appostata per ammirare la pozza, e fin qui nulla di strano, quello che ci ha un po’ sorpreso è che hanno allestito il tavolo con le sedie e stanno pranzando; a nostro giudizio sono un po’ troppo vicini alla pozza dove, potenzialmente, potrebbe esserci di tutto, inoltre sembrano un po’ sprovveduti e questo ci fa un po’ temere per loro.

Nel mentre alla pozza sono tornate le sette giraffe ma sono un po’ restie a bere, forse sono infastidite dalla loro auto che è un po’ troppo vicina, noi invece ci siamo nascosti nella boscaglia; una alla volta provano a bere ma è come se facessero piccoli sorsi e poi si alzano, è palese che non si fidano.

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Noi facciamo un giro intorno al boschetto dove si trova la pozza per vedere se ci sono altri animali e vediamo un branco (herd) di kudu che si allontana correndo, chissà se sono riusciti a bere oppure stanno scappando perché hanno paura.

Decidiamo di abbandonare la pozza e puntiamo verso nord; l’idea è quella di provare a cercare ancora i leoni, ma visto che oramai sono le 12,00 saranno sicuramente sdraiati all’ombra da qualche parte, impossibili da avvistare, ma ci proviamo comunque.

Nel mentre ci è venuta fame, dopotutto abbiamo fatto colazione alle 6,00, quindi ci fermiamo all’ombra di una acacia e pranziamo; abbiamo un po’ di cose da finire, oggi è l’ultimo giorno di safari di questo viaggio e dobbiamo fare in modo di non avanzare cibo deperibile.

Dopopranzo proviamo a imboccare una pista secondaria che non c’è su Tracks4Africa, siamo curiosi di vedere dove porta ma soprattutto non abbiamo ancora abbandonato l’idea di cercare i leoni; il primo pezzo ha un fondo compatto e c’è poca vegetazione tant’è che riusciamo a vedere una tartaruga leopardo che se ne sta all’ombra di un albero, ma subito dopo, appena la pista lascia la valle e sale sulla duna vegetata, diventa più sabbiosa e la vegetazione è più fitta, qui non riusciremmo a vedere nemmeno un mammut, quindi torniamo sulla pista principale e svoltiamo a sinistra.

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Risaliamo lungo la pista principale che, in alcuni punti, mostra evidenti segni di infangamento di qualche fuoristrada durante la stagione delle piogge, ci chiediamo quanto ci abbiamo impiegato ad uscire dal pantano alcuni di loro; cerchiamo di evitare i buchi e le tracce più profonde onde evitare di toccare con il fondo del Dr. Livingstone, il risultato è che andiamo un po’ a zig-zag tra le varie deviazioni che sono state create da chi è passato di qui prima di noi.

Arriviamo nella zona dove abbiamo visto i ghepardi stamattina, li cerchiamo e sono ancora sotto lo stesso albero dove li avevamo lasciati, ma la luce è cambiata, è molto più dura e i ghepardi sono all’ombra; stamattina invece la luce era molto più soffusa e le ombre erano morbide, perfette per scattare fotografie.

Proviamo a percorrere la pista che si trova alle loro spalle per capire se riusciamo a vederli con un’altra angolazione e un’altra luce ma da quella parte non si riescono proprio a vedere; dovremmo avvicinarci un po’ ma questo significherebbe fare un fuoripista e sinceramente preferiamo non farlo per non spaventare i ghepardi ma anche per non danneggiare la vegetazione e qualunque altra cosa possa esserci sul terreno, come la tana di qualche animale o il nido di qualche uccello terricolo.

Salutiamo i nostri amici ghepardi sperando che tutti e tre i cuccioli arrivino all’età adulta e proseguiamo il nostro safari.

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Arriviamo nella parte alta della Deception Valley, qui il paesaggio è quasi surreale, ricorda un po’ il Complesso dei Pan di Makgadikgadianche se non ci sono aree completamente prive di vegetazione e così salate.

Imbocchiamo la strada che conduce ai campsite di Kori, al Gate di Maswere hanno segnalato di aver visto il leopardo e i leoni quasi tutti i giorni da queste parti, da capire se li hanno avvistati in safari o se se li sono ritrovati nei campeggi durante la sera o la notte, sta di fatto che proviamo ad andare a vedere, non si sa mai.

Vediamo solo sudafricani che hanno costruito fortini che potrebbero fare invidia a Fort Apache, beh c’è da dire che così fare camping è tutta un’altra cosa, in pratica hanno delle ville mobili.

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Quando arriviamo in fondo a questa pista svoltiamo a destra e facciamo un ultimo giro della Deception Valley, è spettacolare e non smettiamo di scattare fotografie e girare video.

Poi imbocchiamo la strada che porta ai campsite della Deception, chissà se anche stasera troviamo qualcuno che ha una doppia prenotazione oppure no; lungo la strada potremmo ancora avvistare il leopardo, quindi ci guardiamo in giro analizzando ogni singola forma che può sembrare un gatto.

Arriviamo al nostro campsite, il CKDEC02, oggi non c’è nessuno; posizioniamo il Dr. Livingstone e ci rilassiamo un po’; è abbastanza presto rispetto ai nostri canoni, sono le 16,00, quindi abbiamo tutto il tempo di sistemare un po’ di cose, di scaricare le foto, scrivere e scattare qualche selfie.

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Quando il sole inizia a scendere verso l’orizzonte ci prepariamo l’ultimo spritz di questo viaggio e ci godiamo lo spettacolo del sundowner con i suoi colori caldi e pensiamo al viaggio che si concluderà a breve e siamo felici.

Oggi è stato l’ultimo giorno di safari di questo viaggio, a parte la strada che faremo domani mattina per uscire dal Central Kalahari, un po’ ci dispiace, come sempre del resto, poiché si avvicina inesorabile il giorno in cui prenderemo il volo per tornare a Milano, ma se pensiamo al viaggio che abbiamo fatto, a tutti i safari, agli avvistamenti, alle foto scattate, ai video ripresi, alle risate, al cielo stellato e a tutte le altre meraviglie di questo viaggio, beh non possiamo che essere felici e soddisfatti.

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Data di inserimento: 
Mercoledì, Novembre 27, 2019