Ci troviamo in Botswana, stamattina siamo partiti da Maun alle 4,30 e siamo arrivati all’ingresso di South Gate della Moremi Game Reserve alle 7,00; dopo aver bevuto un caffè, che abbiamo preparato lì al gate, è giunto il momento di fare sul serio, superiamo il gate e il nostro safari ha avuto inizio.

Il safari di oggi ci porta all’esplorazione della Moremi dal South Gate al North Gate passando per Xakanaxa, in pratica percorriamo tutto il perimetro di questo piccolo paradiso che si trova nel Delta dell’Okavango.

Come prima cosa andiamo in una zona della Moremi dove nei giorni scorsi hanno avvistato un rinoceronte bianco con il cucciolo; lo cerchiamo tanto e ovunque ma non riusciamo a trovarli, che peccato, però troviamo dove hanno trascorso la notte, c’è un avvallamento nel terreno e poco lontano ci sono degli escrementi freschi, poco lontano un’altra buca ed escrementi più vecchi, probabilmente amano dormire in questa zona, peccato averli mancati.

Proseguiamo il nostro safari e poco dopo abbiamo trovato tre giovani leoni che hanno ancora un po’ la faccia da fessacchiotti; nonostante l’orario sono molto attivi: si guardano in giro e, ad un certo punto, uno alla volta, si sono alzati e si sono messi a camminare.

Questo è stato un bellissimo avvistamento e non li avremmo visti se non fossimo venuti in questa zona per cercare i rinoceronti.

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Avvistare i rinoceronti in Moremi è molto difficile, ce ne sono pochi in quanto sono stati reintrodotti a Chief Island qualche decennio fa dopo che si erano estinti; ultimamente alcuni esemplari da Chief Island si sono spostati nella Mopane Tongue.

Il nostro safari continua e ci riserva una serie di bellissimi avvistamenti: giraffe, kudu, tsessebe, impala, raficeri campestri (steenbok), gnu e diversi uccelli tra cui il bucorvo cafro (southern ground hornbill), le ghiandaie marine pettolilla (lilac breasted roller), diverse aquile urlatrici (African fish eagle), e due bellissimi cuculi fagiano (coucal).

La prima parte della Mopane Tongue che vediamo è davvero arida, si vede che quest’anno, durante la stagione delle piogge, non è piovuto sull’altopiano dell’Angola e, di conseguenza, ora non c’è la piena stagionale nel Delta dell’Okavango.

In particolare abbiamo incontrato alcuni branchi di elefanti, dove erano presenti diversi cuccioli, che erano molto nervosi e il motivo è proprio la scarsità di acqua; la preoccupazione delle femmine del branco è quella di non riuscire a trovare acqua sufficiente per la sopravvivenza del branco, in particolare per i cuccioli più piccoli che sono anche i più vulnerabili in situazioni del genere poiché si stancano facilmente a percorrere lunghe distanze e sono più fragili.

Vedere questi meravigliosi animali così preoccupati e nervosi da una parte ci spiace moltissimo perché significa che il loro istinto li fa temere per la sopravvivenza della loro specie, dall’altro però ci fa un po’ preoccupare anche per l’incolumità di coloro che fanno safari in questa zona, soprattutto per chi fa self drive e non conosce il comportamento degli animali.

Mentre faccio questi pensieri passiamo dove si trova un branco di elefanti, sono femmine con i cuccioli; una di queste mamme è molto stressata, lo si capisce guardando il suo comportamento e anche dal liquido che le scorre lungo le guance.

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Ad un certo punto inizia a gonfiare le orecchie guardando nella nostra direzione, noi stiamo procedendo piano con la nostra auto per non innervosirla ulteriormente, ma lei sembra sempre più tesa, sempre con le orecchie gonfie ci barrisce e scuote la testa, sollevando una nube di polvere; è molto chiaro quello che ci sta dicendo “andate via!”, ma il passaggio è obbligato e non possiamo cambiare strada, anche perché ci sono cespugli di mopane ovunque e non potremmo passare nemmeno volendo.

Non sembra intenzionata seriamente a caricarci ma ci sta minacciando, la cosa migliore da fare in situazioni del genere è procedere lentamente, oppure retrocedere sempre lentamente, ed evitare di fare qualunque tipo di rumore che potrebbe spaventarla o innervosirla ulteriormente.

Alla fine riusciamo a passare senza nessun problema e abbiamo continuato il nostro safari.

All’ora di pranzo abbiamo cercato un luogo ideale dove fermarci e abbiamo usato il nostro tavolino per allestire un mini buffet a base di salumi e formaggi, che non hanno molto in comune con i salumi e formaggi italiani, ma comunque sono buoni; ci facciamo dei tramezzini oppure li mangiamo così.

A noi piace molto pranzare così nel bel mezzo del nulla, ovviamente ci guardiamo continuamente in giro, soprattutto noi due e la nostra guida, non vorremmo avere ospiti quadrupedi e “indesiderati” per pranzo!

Mentre pranziamo chiacchieriamo e ridiamo, ci divertiamo; siamo proprio un bel gruppo, siamo certi che in questi giorni ci divertiremo oltre a fare safari meravigliosi.

Risaliamo sulla nostra auto da safari e ripartiamo, ci avventuriamo in una zona della Moremi Game Reserve  dove c’è più acqua, ci troviamo in prossimità di Xakanaxa, questa in effetti è la parte della Mopane Tongue che si protende nel Delta dell’Okavango.

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Qui, proprio grazie alla presenza dell’acqua, ci sono diversi lichi rossi (red litchwe), questa antilope predilige le zone paludose e trascorre le sue giornate nelle acque basse e stagnanti; le zampe posteriori di questo erbivoro sono molto sviluppate e hanno una muscolatura possente che gli consente di saltare agevolmente anche in acqua.

Anche in questa zona della Moremi abbiamo incontrato branchi di elefanti, ma questi sono molto più tranquilli rispetto a quelli di stamattina, probabilmente poiché qui c’è più acqua.

Raggiungiamo il Gate di Xakanaxa, entriamo, facciamo un breve sosta e poi riprendiamo il nostro viaggio; stasera il nostro campo sarà nella zona di Khwai, quindi percorriamo tutta la pista che corre parallela al fiume Khwai che quest’anno, in certi punti, è poco più di un rigagnolo, ma è una fonte di acqua permanente, quindi lungo le sue sponde si concentrano diverse specie di animali.

Qui vediamo diversi ippopotami, sia in acqua sia sulla terraferma, diversi uccelli acquatici, tra cui le aquile urlatrici (African fish eagle), i martin pescatori (kingfisher), aironi e cicogne; vediamo anche qualche coccodrillo sdraiato al sole.

Troviamo anche qualche gruppo di giraffe nelle zone più boscose, mentre nelle aree più aperte vediamo gnu e zebre.

Mentre proseguiamo verso l’ingresso di Khwai il sole inizia a scendere verso l’orizzonte e si riflette nelle acque del fiume Khwai; il cielo si tinge di arancione e poi rosso, questo è uno dei tramonti più belli che abbiamo visto durante questo viaggio.

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Arriviamo al nostro campo tendato all’imbrunire, è la prima sera che siamo al campo e siamo curiosi di vedere com’è: da un lato ci sono le nostre tre tende, al centro c’è il fuoco acceso con tutte le sedie posizionate in circolo e, dalla parte opposta rispetto alle tende, si trova il tavolo che è stato posizionato sotto un tetto di canvass.

La luce calda delle lanterne e delle candele illumina il campo, l’atmosfera è spettacolare, quasi romantica; in pochissimo tempo non c’è più luce naturale e tutto intorno al campo c’è un buio e non si vede nulla; in questo momento abbiamo la sensazione di essere in un luogo misterioso e fuori dal mondo.

Impossibile non pensare quanto ci sembri lontana Milano con le sue luci, il suo frastuono, la confusione, la folla…qui siamo nel silenzio più totale e senza collegamento…un vero paradiso.

Titti, il nostro chef, ha cucinato il pap con delle verdure in umido e un po’ speziate e della carne; è davvero uno chef eccezionale!

Dopo cena ci siamo seduti intorno al fuoco a chiacchierare e, anche se stamattina ci siamo svegliati presto, non siamo stanchi e staremmo qui tutta la notte a ridere e scherzare.

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Data di inserimento: 
Venerdì, Novembre 15, 2019