Nel nord del Benin, sulla catena montuosa dell’Atakora, si trovano i villaggi dell’etnia Taneka, etnia che si è creata, nel corso dei secoli, dall’incontro di popolazioni di origine diversa, che si sono trasferiti in questa area e che qui hanno dato vita a un mix culturale unico.

I villaggi rispecchiano l’origine differente delle diverse etnie che compongono i Taneka; in realtà un villaggio e più un gruppo di micro villaggi, che uniti formano un complesso più ampio.

E’ come se i villaggi avessero al loro interno diversi “quartieri”, delimitati da bassi muretti di pietra e piccoli appezzamenti coltivati, ognuno con un capo politico, una guida spirituale e con propri santuari e feticci.

Girando per le zone di un villaggio si incontrano persone che portano sul volto i segni della loro etnia originaria: i Kabye, originari del Togo, hanno sul volto 2 piccole scarificazioni verticali sia per gli uomini che per le donne, i Bariba riconoscibili da un taglio profondo verticale su un lato del viso o su entrambi e infine i Gourmantche che hanno con 4 piccoli tagli per le donne e 3 piccoli tagli per gli uomini.

Adagiati sulla cima delle colline, i villaggi raggiungono una estensione notevole; la parte superiore del villaggio è la zona riservata ai feticheur, ossia i dignitari dei feticci, costoro sono i capi spirituali e sono riconoscibili per il loro abbigliamento, composto solo da un perizoma e da un copricapo.

Detengono i segreti spirituali e la gente si rivolge a loro per chiedere una intercessione, portando offerte di cibo; i feticheur si dedicano esclusivamente alla contemplazione e si privano di qualunque cosa, fanno eccezione un piccolo marsupio e una lunga pipa che mantengono sempre accesa.

I villaggi sono composti da capanne rotonde con il tetto conico costruito in paglia e protetto sulla sommità da una giara d’argilla; molte abitazioni sembrano disabitate e questo è dovuto al fatto che le persone si spostano, periodicamente e per diversi mesi o anni, in pianura per coltivare i campi.

Tutte le capanne vengono utilizzate dalle famiglie ogni cinque anni in occasione della festa della purificazione, durante questa festa ogni famiglia torna al villaggio e porta un bue da sacrificare, la carne viene poi distribuita tra le persone del villaggio.

Una parte importante del villaggio è la zona del re dei Bariba o il sawa; la capanna è simile alle altre ma di dimensioni maggiori e all’interno di trova una panca in muratura su cui siede il re in occasione degli incontri con la popolazione e con gli stranieri.

I Bariba, anche se praticano comunque riti animisti, sono di religione mussulmana e quindi, nella zona del villaggio dove abitano è facile trovare una piccola moschea.